Ant Man & The Wasp Quantumania – Recensione – Marvel Cinematic Universe

Ant Man & The Wasp Quantumania – Recensione

La fase 5 del Marvel Cinematic Universe è finalmente iniziata. I Marvel Studios l’hanno avviata con Ant Man & The Wasp Quantumania. Terzo film per il personaggio, che si differenzia notevolmente dai precedenti due. È ciò di cui la saga ha bisogno per riconquistare la fiducia dei fan?

Un inizio audace

Affidare l’avvio di questa nuova fase ad un film sul personaggio interpretato da Paul Rudd è stato decisamente audace. Questo perché per i Marvel Studios è un periodo meno glorioso rispetto a quello di uscita del loro più grande kolossal: Avengers Endgame.

Il pubblico, infatti, ricorda la fase 4 come quella con il numero più alto di prodotti usciti. Ne abbiamo visti molti di più tra film, serie e speciali rispetto alle tre precedenti. Questo grazie anche alla presenza di una piattaforma streaming come Disney+.

Il problema, però, è che la ricorda anche come quella meno soddisfacente in assoluto. Probabilmente non ha fatto cambiare idea a molti, ma ha contribuito a smorzare nettamente l’interesse verso questo universo cinematografico.

Inoltre, Ant Man ha sempre ricoperto un ruolo minore per la saga in generale. È stato di aiuto nelle varie battaglie, ma la sua importanza arriva fino ad un certo punto. Di conseguenza, anche i suoi film sono sempre stati rilevanti fino ad un certo punto. 

Essi, infatti, costituiscono per la Marvel delle produzioni minori, pellicole non totalmente necessarie per comprendere la macrotrama di tutto l’universo narrativo. Di conseguenza, per molte persone potrebbe non risultare un prodotto particolarmente interessante questo terzo capitolo.

Ricapitolando: un po’ perché i Marvel Studios stanno soddisfacendo sempre di meno ed un po’ perché Ant Man da solo non suscita mai tantissimo interesse, iniziare la fase 5 con un film a lui dedicato è una mossa decisamente audace.

Una rivoluzione per il personaggio

Come già accennato precedentemente, questa nuova avventura per Scott Lang si differenzia notevolmente rispetto alle sue prime due, per diversi motivi.

Il primo, quello di maggiore impatto, è l’ambientazione. Se nel primo film finiva nel regno quantico per qualche momento e nel secondo ci rimaneva bloccato, anche se per un periodo (per lui) non troppo lungo, qua la situazione è diversa. La pellicola infatti, a parte qualche scena all’inizio ed alla fine, è totalmente ambientata all’interno di questo mondo.

Il secondo motivo è costituito dal villain della pellicola, poiché è lo stesso della cosiddetta Saga del Multiverso. Il nuovo Thanos, fondamentalmente. A sto giro quindi, le azioni di Ant Man avranno molte più ripercussioni sul futuro della storia.

Ma quindi il film funziona?

È una domanda complicata e decisamente soggettiva, poiché sta nettamente spaccando in due le opinioni degli spettatori. C’è chi risponde di si e c’è chi risponde di no.
Cerchiamo affrontare il tutto nella maniera più ordinata possibile.

Siamo davanti ad una pellicola che non vuole essere particolarmente impegnata o ricercata, come tutte le altre produzioni Marvel Studios, in fin dei conti. 
Si pone l’obiettivo di offrire dell’intrattenimento e di impostare il Kang di Jonathan Majors come una minaccia. Molto di più di come non lo sia stato fatto nel finale della prima stagione di Loki.

Non viene detto nulla di particolarmente nuovo sul suo conto, la sua presenza è finalizzata per lo più, come già detto, a far percepire quanto egli sia una minaccia.
Quello che però bisogna riconoscere è che il già citato Majors riesce ad interpretarlo in maniera carismatica ed a trasmettere molto bene la pericolosità che rappresenta.

Buono anche lo sviluppo degli altri personaggi. Alcuni sono approfonditi in scala più larga (come lo stesso Ant Man e sua figlia Cassie) ed altri che sono un po’ più marginali. Tra questi, purtroppo, vi è anche la Wasp interpretata da Evangeline Lilly. 

O meglio, di base non sarebbe un problema un approfondimento così ridotto, perché quello che viene mostrato comunque funziona, il problema è che uno sviluppo del genere non giustifica la presenza del suo nome nel titolo.

Buona anche la storia, che, a parte un ritmo un po’ troppo veloce nei primi minuti del film, riesce a convincere e ad intrattenere.

Complessivamente quindi si, Ant Man & The Wasp Quantumania funziona.

Il lato tecnico

Per essere un film prodotto da una casa di produzione che negli ultimi due anni è stata ampiamente criticata per via della scarsa qualità degli effetti visivi, il risultato finale di quelli che possiamo ammirare in quest’opera riesce a risultare soddisfacente.

Ci sono alcuni momenti in cui scricchiolano, come ad esempio il design dedicato al personaggio di Modok, che per assurdo risulta abbastanza inquietante.

Valide invece le scenografie ed il design degli abitanti del regno quantico, la cui ispirazione all’immaginario di Star Wars è impossibile da non notare.

Ben realizzate anche le scene d’azione, che risultano piuttosto chiare e comprensibili e che riescono ad intrattenere in maniera decisamente buona.

Complessivamente

Ant Man & The Wasp Quantumania è un film che non ha grosse pretese, se non quella di intrattenere e di settare la minaccia di un villain che vedremo ancora per un po’. Dal canto nostro si tratta di un buon inizio di fase 5, nonostante stia venendo criticato un po’ di più di quanto meriti.

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Nato a Bologna nel 1996, si appassiona al cinema da bambino, quando capisce gli piacerebbe lavorare in quel campo. Più nello specifico come regista e sceneggiatore. Nel 2020 apre su Instagram un profilo che chiama "Recensisco Cose Audiovisive", con cui inizia a parlare di cinema e serie televisive con altre persone che condividono la sua passione.