Weiß Kreuz è un anime giapponese uscito nel lontano 1998. Consta di 25 episodi che da soli sono il fulcro di quello che la storia vuole raccontarci.
Ci sono poi tutta una serie di altri racconti, un paio di numeri di manga, OAV e art books, ma è la serie che vi voglio qui presentare per due motivi: il primo è che ho una cultura su cose sparse degli anni ’90 e posso mica tenermela per me, il secondo è che porto Weiß Kreuz ad esempio di come il fandom e i fans spesso migliorano e rendono appetibili cose che da sole difficilmente lo sarebbero.
Allacciate le cinture perché anche questo sarà un viaggio in più puntate. E se non avete visto Weiß Kreuz e volete dargli la stessa possibilità che gli ho dato io affrettatevi a guardarlo e non ve ne pentirete. Perché qui io spoilero tutta la serie.
In alternativa, se voleste risparmiarvelo, leggete e capirete tutto comunque. E secondo me, dopo aver letto, avrete comunque voglia di guardarvelo perché, signore e signori, è geniale per tutti i motivi sbagliati.
Il mio interesse per Weiß Kreuz nasce da poche immagini guardate su un libro di illustrazione. Quattro ragazzi fiorai di giorno e assassini di notte, quattro ragazzi ognuno con le proprie peculiarità e i propri problemi esistenziali, avventure di solito vissute contro il gruppo dei loro antagonisti, altri quattro assassini però “cattivi”, perché anche tra gli assassini ci sono i buoni e i cattivi…
Classica trama manga da anni ’90 ed io ci andavo pazza.
Il problema era che non si trovava nulla in italiano di questa storia e ho dovuto aspettare molto prima di sapere tutto. Ma proprio tutto. La serie è un guazzabuglio di assurdità, una stupidata dietro l’altra, una pila di idiozie che non finiscono più e non è manco disegnata bene.
Ma dai materiale del genere e una trama del genere in mano ai fans ed escono fanfictions, doujinshi, contenuto a parte che rende la serie originale famosa in tutto il mondo quando magari tanto motivo per essere famosa e apprezzata non l’aveva. Ed io amo questo modo di concepire l’intrattenimento; qualcosa che ti fornisce una base da cui partire, ma se la base non è buona si prende quello che di buono c’è e ci si fantastica su.
Ora vi narro questa storia puntata per puntata perché ne vale davvero la pena.
Weiß Kreuz è, a tutti gli effetti, il più brutto cartone mai creato. Va beh, dai, passatemi l’iperbole che fa tanto comicità spicciola. La grafica è orribile e le trame una serie di accadimenti a caso. Ogni missione è di un’idiozia colossale e di strafalcioni a livello di credibilità ce ne sono a iosa.
E allora, ci si chiederà, come mai tutto questo successo? Ma perché ci sono i fans creativi naturalmente.
I fans dalla grande fantasia che creano passato, presente e futuro di cose già belle, fornendo altri punti di vista a storie riuscitissime, e che migliorano di gran lunga la roba brutta. Gli esempi più eclatanti di creatività sono le fanfictions che spesso regalano un passato a personaggi che nelle storie originali vengono trattati a pesci in faccia.
L’interesse suscitato da Weiß Kreuz si basa essenzialmente sulla grafica del fumetto, degli art books e degli OAV, per quanto riguarda l’estetica dei personaggi. Gli indizi dati sulle vite dei protagonisti sono quasi impercettibili e c’è molto spazio per immaginare, perché così poco viene detto. Le OST sono forse la cosa più riuscita in assoluto. Magari stai guardando una scena di merda però senti Velvet Underworld…
Come dicevo abbiamo di fronte un gruppo di ragazzi giovanissimi che di giorno lavorano in un negozio di fiori e di notte, sotto precisa richiesta del loro capo Persia, ammazzano i cattivi locali che nemmeno la polizia riesce ad incastrare. Premetto che io ho amato questo anime con tutta me stessa, ma non posso evitare di commentare nel mio stile perché non è detto che ciò che ami sia privo di difetti. E lo si ama lo stesso.
ATTENZIONE! SPOILERS DELLA SERIE!
Partiamo dai quattro protagonisti: Yoji, Ken, Aya e Omi.
Yoji Kudou (mi si perdoni la grafia sbagliata del nome, ci sono diatribe in proposito, io scelgo quella degli art books) è il più ordinario del gruppo, diciamo. Il suo passato è sfigato come quello di tutti gli altri, ma non è poi così assurdo. Ex investigatore privato si ritrova, con la sua collega Asuka, ad investigare su un club privato chiamato Liott che ha la sgradevole abitudine non solo di procurare ai suoi soci prostitute, ma anche di farsi pagare bene per dar loro la possibilità di uccidere le donne “comprate”. Asuka muore in malo modo proprio mentre lei e Yoji scappano dall’edificio dove il Liott ha sede.
Vediamo come muore Asuka.
Lei e Yoji stanno scappando, Yoji è ferito e gronda sangue dappertutto, si ferma e le dice “Vai avanti da sola che io sto qui a morire.” Lei cosa fa? Lo lascia lì a morire e scappa. Yoji la richiama, probabilmente accortosi del grosso errore commesso, ma lei si becca, due secondi dopo, una pallottola nella schiena. Primo. Chissà perché beccano lei e non Yoji che sta lì a sanguinare come un idiota attaccato al muro.
Secondo. Chissà perché Asuka era scappata bene fino a quel momento e poi si è fatta beccare proprio dopo che Yoji l’ha fatta andare via da sola. Terzo. Chissà perché Yoji, che si mette ad urlare come un disgraziato non appena la colpiscono, non viene freddato subito dal gruppo di delinquenti, più che altro per farlo stare zitto. E questo è uno stralcio del passato di Yoji.
Il presente è ben diverso, poiché lui adesso è nel gruppo dei Weiβ e, a pagamento, uccide i cattivi per fare un po’ di pulizia in città.
Ma, ahimè, il Liott torna a complicargli la vita. Infatti in una delle prime puntate vediamo Persia ordinare ai ragazzi di uccidere un paio di persone chiave per far crollare il Liott (Persia ha sempre questa convinzione che ad eliminare un paio di persone si risolva tutto e stranamente nell’anime funziona così) e Yoji, spinto dai fantasmi del passato, decide di sobbarcarsi tutta la missione da solo.
Perché? Ma perché?
Dovresti stare ben lontano da quel luogo, viste le cose brutte che ti sono successe, o perlomeno dovresti chiedere il sostegno dei tuoi colleghi, invece no. Lo ritroviamo poco dopo ad usufruire dei servizi del Liott con due prostitute nel suo letto. Eh beh, figurati. Partita la colonna sonora di Mission: Impossible, Vestito da Diabolik poco dopo Yoji va alla ricerca di un modo per risalire a tutti i membri del club.
Mentre cammina per l’edificio per nulla appariscente e tranquillo come fosse in un museo, incappa, pensate, in un paio di camerieri. Non è che l’edificio sia deserto, Yoji, è un club. Così scappa infilandosi in una porta aperta e accessibile a tutti dove una fanciulla è appesa al soffitto con le mani strette in due manette stile inquisizione.
La poveraccia vede Yoji e si agita come una trota trascurando il fatto che così si distrugge i polsi. Yoji la libera e scopriamo che la tizia è Maki, che è una prostituta del Liott, che stava cercando di scappare, che non ce l’ha fatta, e che è completamente rincoglionita.
Questa segue Yoji che, in un’altra stanza a caso, aperta ovviamente, trova un pc per scaricare la lista dei membri del club; lei gli procura subito danni incredibili alzando un oggetto prezioso e facendo scattare l’allarme.
Il bello viene durante la fuga dei due.
Yoji viene ferito e mentre scappano si ferma per riprendere fiato. Cosa chiede a Maki? Di andare da sola! E cosa fa Maki? Comincia a correre! Cosa fa due secondi dopo Yoji? La chiama! Cosa succede a lei? Le sparano! Yoji, non impari mai niente e dovresti vergognarti. Sono già due, mannaggia a te.
Questo era per presentarvi un po’ il personaggio.
Il secondo protagonista di cui vi parlo è Ken Hidaka. Ne faccio uno bello e uno brutto così compenso. Ken è un coglione inarrivabile, fastidioso come pochi al mondo e pure antipatico.
Costui ha un passato per la sottoscritta discutibile più di quello di Yoji: era un calciatore. Di belle speranze. E ignorante come una pizza con l’ananas. Un bel giorno sta per entrare in campo e il suo amico del cuore gli allunga una bottiglietta per bere un sorso prima di cominciare. Al controllo antidoping post-partita, Ken risulta positivo e la sua carriera è rovinata.
Cosa t’insegna questa cosa?
Primo che il tuo amico del cuore, sebbene tu ne sia innamorato e si vede, NON è il tuo amico del cuore. E poi che non devi bere da tutte le bottiglie che ti allungano sotto il naso come fossi Alice nel Paese delle Meraviglie, no? Ok.
In una puntata Ken scopre che Kisa, l’amico, è colpevole, eppure non se ne dà pace e cerca, fino all’ultimo, di dimostrare la sua innocenza rendendosi ridicolo agli occhi di tutti. Nella puntata dopo abbiamo a che fare con un gruppo di disgraziati che mettono una droga in fase di sperimentazione nelle bottigliette di una nuova bevanda che bevono i giovani provocando un sacco di morti.
Ken è in giro con la sua moto pensando a Kisa e a com’è morto, ma quando una tizia gli si affianca sfidandolo ad una gara di velocità con la sua moto lui cosa fa? Una figura di merda! Perché non solo perde, ma finisce anche fuori strada catapultato al di là del guardrail e ne esce tuttavia illeso. Mai una gioia. La ragazza, per tirarlo su, gli offre un sorso dalla bottiglietta che sta bevendo e lui accetta e beve!
Cretino che sei. Va bene che non si sa ancora della droga nella bevanda, però com’è che qualsiasi cosa ti offrano gli altri e tu non rifiuti si rivela essere deleteria per il tuo organismo? E sono già due i Weiβ che non imparano dai loro errori.
Alla prossima settimana con gli altri due protagonisti di questa serie avvincente.
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