Recensione – Riftforce, scateniamo le forze della Natura! – 1 More Time Games

In un mondo sconvolto da una gigantesca spaccatura del terreno (denominata Rift), tutti i primordiali spiriti della Natura si sono risvegliati! Le loro abilità elementali vengono ora controllate ed utilizzate per combattere fino all’ultimo colpo. Squadre con capacità sovrannaturali si scontrano quindi a colpi di carte con lo scopo di conquistare il tanto desiderato dominio del Riftforce!

Questa premessa decisamente epica ci trascina in un baleno all’interno dell’atmosfera fantasy di Riftforce, il nuovo titolo di Carlo Bartolini, appena uscito da una ottima campagna Kickstarter. La casa editrice che ha voluto puntare forte su questo nuovo titolo di “mente tricolore” è stata la giovanissima 1 More Time Games, la quale con Riftforce fa il suo esordio ufficiale all’interno del mercato boardludico internazionale.

Una panoramica di gioco

Un esordio che porta in dote un sorprendente gioco di carte per 2 giocatori, della durata indicativa di circa 20-30 minuti e consigliato per un età di almeno 10 anni. Riftforce incarna alla perfezione lo spirito del gioco di combattimento ricco di tanta interazione diretta e nel contempo di un lato strategico di tutto rispetto. Il gioco si impara velocemente ed appassiona sin da subito per la grandissima variabilità con cui i giocatori possono approcciare le partite.

Se sono riuscito ad incuriosirvi e volete saperne di più riguardo Riftforce, allora non dovete far altro che guardare il mio video tutorial per imparare il regolamento e poi leggere la recensione completa più sotto per scoprire quali sono le mie considerazioni sul nuovo titolo di Carlo Bortolini!

Come si gioca a Riftforce?

Riftforce – Recensione – Le mie considerazioni sul gioco…

Che dire, Riftforce è proprio un bel gioco! Sin dalle prime partite, ho notato un feeling immediato con il sistema di gioco che sì evoca un’epica battaglia tra creature sovrannaturali, ma lo fa costringendo il giocatore a ragionare su ogni mossa in cerca della migliore sinergia d’attacco. Già, perchè trovare la giusta miscela tra le diverse fazioni nel drafting iniziale  è qualcosa di altamente stimolante, un dettaglio per nulla indifferente che spinge il giocatore ad utilizzare al meglio la propria mano.

E’ molto importante trovare il giusto bilanciamento delle azioni, posizionare nel modo migliore i propri combattenti cercando di coprire la maggior parte degli spazi di combattimento, ma senza lasciare quest’ultimi troppo in balia degli avversari. Attaccare al momento opportuno e con i giusti guerrieri sarà il compito più arduo, ma anche quello più divertente! La meccanica di gioco che permette di utilizzare o il numero della carta o la gilda stampata su di essa aumenta a dismisura il ventaglio d’azione, fornendo la possibilità di creare combinazioni di attacchi devastanti e sempre diversi. E come ho già ribadito poco fa, miscelare al meglio le abilità (quasi sempre diverse) del proprio team ritengo sia il fulcro centrale di Riftforce.

Non scordiamo però che i punti non si fanno solo con la forza bruta, ma anche grazie ad una oculata strategia e pianificazione delle azioni. Infatti, Riftforce non è il classico gioco di combattimento dove vince chi spacca di più, ma è necessaria anche una certa dose di furbizia per poter avere la meglio dell’avversario. La fase di controllo del territorio ed il rifornimento della propria mano di carte non è di certo da sottovalutare, poichè può fornire molti punti con il minimo sforzo.

Per farvi esempio, da questo punto di vista può essere molto importante utilizzare l’abilità delle piante che trascinano verso di sè il malcapitato, estirpandolo letteralmente dallo spazio rift occupato. Così facendo, si possono guadagnare molte supremazie territoriali, costringendo l’avversario a correre ai ripari e riempire subito il luogo appena svuotato: se così non fosse, controllare i territori durante il turno successivo, potrebbe portare ad uno o più punti “facili”. E considerando che il termine della partita scatta a soli 12 punti, beh un solo punto potrebbe essere fondamentale!

Ma attenzione, perchè a sua volta questa strategia più “pacifica” potrebbe ritorcersi contro. Sotto certi punti di vista, Riftforce assume dei connotati molto scacchistici, ogni mossa è importante e perderne una potrebbe risultare fatale. Per questo motivo, decidere quando attaccare risulta essere una decisione per nulla semplice da prendere; occhio a “non perdere l’occasione”, perchè il turno dopo l’avversario potrebbe approfittare della vostra indecisione e distruggere i combattenti con cui avevate pianificato il vostro prossimo attacco.

Per questo motivo, dopo circa una decina di partite, penso che il Primo Giocatore abbia un piccolo vantaggio di fondo, in quanto “muovere per primo le proprie pedine” permette di mettere alle corde l’avversario con più frequenza. E’ vero che, d’altra parte, il Secondo Giocatore comincia già con un guerriero piazzato al centro del rift, ma penso che la cosa non abbia lo stesso peso. Sia chiaro, questa situazione non è né dominante e né decisiva ai fini del risultato finale, chi ha iniziato come secondo ha anche vinto delle partite. Ma la sensazione che ho avuto nella mia esperienza di gioco è che iniziare per secondo mi ha fatto sentire spesso “sotto scacco”, seppur in modo easy.

Ma io lo prendo anche come uno stimolo per cercare di tirarmi fuori dalle sabbie mobili, sfruttando la prima indecisione del mio avversario o attendendo la giusta mano di carte per passare all’attacco. Un ottimo modo per tenere i giocatori sempre sull’attenti e con la giusta tensione al tavolo, cosa che Riftforce sa fare molto bene.

Seppur stiamo parlando di un “semplice” gioco di carte, la qualità dei materiali è davvero eccezionale. Voglio sottolineare subito la filigrana scelta per le carte, leggermente ruvide e con un bellissimo effetto semi-lucido che riesce a dare il giusto risalto alle stupende illustrazioni, le quali sono un motivo di vanto per questa produzione. Le artwork dei vari guerrieri elementali sono magnifiche, sprizzano epicità da ogni poro: i disegni dei capi gilda sono belli, ma quelli dei guerrieri sul campo lo sono ancora di più!

Insomma, tirando le somme non posso che consigliarvi questo Riftforce, sicuramente piacerà alla maggior parte di voi giocatori, esperti o meno. Essendoci però moltissima interazione diretta, potrebbe far un po’ storcere il naso a chi cerca un’esperienza più “tranquilla” e meno “cattiva”. Infine, mi sento di dire che questo gioco si presta molto alla produzione di espansioni: spero che Carlo Bortolini, nel leggere questo mio articolo, possa pensare di inserire nuove gilde all’interno del roster di gioco!

Il logo della 1 More Time Games

Ringrazio sentitamente la 1 More Time Games per avermi inviato la copia di Riftforce utilizzata per scrivere questa recensione.

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.