Star Wars: Masters of Teras Kasi – PS1 – Shame! Shame! Shame!

Con la recensione del gioco Star Wars: Masters of Teras Kasi, inauguriamo la nuova rubrica “Shame! Shame! Shame!” dedicata alle ciofeche videoludiche di ogni tempo! Le porte della discarica abusiva di videogiochi più grande del mondo sono ufficialmente aperte! Entrate pure…

Star Wars The Last Jedi è da poco sbarcato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo, spaccando in due la critica, ma lasciando tutti comunque convinti di aver assistito ad un film tripla A, di quelli consoni ad una saga del calibro di Guerre Stellari, a prescindere dal giudizio sul film.

Purtroppo, dopo l’apparizione di Jar Jar Binks ne “La Minaccia Fantasma”, i fan di Star Wars sanno bene che non tutte le ciambelle riescono con il buco e che anche per tutto ciò che riguarda l’universo Star Wars, può capitare di imbattersi in passi falsi.

Ma se pensavate che Jar Jar fosse quanto di peggio si potesse accostare ad oggi alle parole Star e Wars vi sbagliavate di grosso! Ecco a voi il nonplusultra dell’universo videoludico trash, il Top Of The Fogn che avete sempre cercato, il campione dei pesi massimi della categoria giochidimmerda per PS1… Ecco a voi Star Wars: Masters of Teras Kasi!

PARTIAMO DALLE BASI

Che cavolo è il Teras Kasi? Beh, secondo gli studi più recenti sull’universo espanso di Star Wars, il Teras Kasi (dal finlandese “Mano d’acciaio”) è un’arte marziale, caratteristica per il fatto di combattere disarmati.

Proprio in questo momento dobbiamo muovere la prima critica alla LucasArts (sviluppatrice e produttrice del gioco, nel 1997, per la sola piattaforma PlayStation della Sony), che ha inserito nel gioco numerosi personaggi dotati di armi! Un po come fare un gioco di calcio e dotare i calciatori di mitra e pistole…

Il gioco è un picchiaduro 3D, nato sulla scia del successo di Tekken e Soul Blade, che dagli appena citati picchiaduro dell’epoca non riuscì a rubare nulla di buono, se non le meccaniche, con i duelli corpo a corpo di Tekken, fatti utilizzando appunto delle armi come in Soul Blade.

Il gioco è stato creato appositamente con lo scopo di attirare acquirenti per il solo fatto di essere un gioco dedicato ad una delle saghe cinematografiche più importanti del mondo, altrimenti l’incuria utilizzata per realizzarlo resterebbe inspiegabile.

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LA STORIA, I PERSONAGGI E LE AMBIENTAZIONI

Star Wars: Masters of Teras Kasi è ambientato nel periodo tra i film di Guerre Stellari Episodio IV – Una nuova speranza ed Episodio V – L’Impero colpisce ancora.

In seguito alla distruzione della Morte Nera per mano di Luke Skywalker l’Impero Galattico vuole vendicarsi dell’Alleanza Ribelle incaricando Arden Lyn di eliminare tutti i ribelli.

I personaggi selezionabili nel gioco sono 12: Luke Skywalker, Arden Lyn (maestra dell’arte del Teras Kasi, con il suo braccio destro robotico), Leila Organa (selezionabile sia in versione “in divisa” che in versione “coniglietta sexy” con il costume dorato dei tempi di Jabba The Hut), Han Solo, Chewbecca, Boba Fett, Jodo Kast (che sarebbe il sosia di Boba Fett, ma di un colore diverso), Dart Fener, la mano dell’imperatore Mara Jade, uno Stormtrooper, il sabbipode Hoar (allievo di Arden Lyn) ed infine il gamorreano Thok (che udite udite è un servo fedele di Jabba, viene dal pianeta Pzobb ed ha un fratello che si chiama Gorc… Un po’ come Pdor, figlio di Kmer…).

Le arene utilizzabili sono 8: Il villaggio Tusken su Tatooine, il pianeta Hoth, Cloud City su Bespin, Dagobah, La fortezza Imperiale su Coruscant, il Rancor su Tatooine, La Camera di ibernazione di Bespin e la foresta di Endor… Tutti scarni di dettagli e molto molto poligonosi.

 

GRAFICA E SONORO

Se le colonne sonore sono davvero poca roba e l’unica cosa a salvarsi sono gli effetti delle spade laser (quelli si salverebbero in ogni situazione) per quello che riguarda il comparto audio, nel comparto grafico non troviamo alcuna nota positiva!

Paragonato ai giochi dell’epoca fa veramente ridere e le animazioni sono davvero una spadata laser tra i gioielli di famiglia!

GIOCABILITA’ E LONGEVITA’

Se pensavate non fosse possibile raschiare ancor più il fondo del barile vi sbagliavate di grosso! Si perchè la vera pecca più grande di tutto il gioco è la giocabilità!

Il successo di un picchiaduro ad incontri è determinato quasi sempre dall’unione della perfetta reattività ai comandi e la spettacolarità dei combattimenti. Orbene in Star Wars: Masters of Teras Kasi sarà come assistere ad uno spettacolo di burattini di legno, ed il bello è che non saprete qual’è il burattino gestito da voi.

Un fastidiosissimo lag nei comandi farà si che chiederete al vostro Skywalker di saltare oggi, ma lo vedrete saltare domani, sempre che il vostro avversario non vi abbia ucciso prima! Spesso sarete colpiti da avversari che stanno colpendo l’aria dandovi le spalle! Insomma, la vera sfida è quella di arrivare ai titoli di coda senza prima aver spaccato il pad e la console (o il pc nel caso stiate usando un emulatore). Fortunatamente la scarsa I.A. vi permetterà di finirlo anche in 6 minuti per personaggio a difficoltà facile.

Menzione speciale va fatta alle mosse speciali (scusate il doppio speciale), che sono davvero la specialità della casa! Pensate che la supermossa di Chewbecca riuscirà a fargli sparare qualche proiettile con il suo mitra! Boba Fett invece sparerà in aria con il suo blaster! Ci mancava solo che Han Solo scorreggiasse e il gioco avrebbe potuto vincere la palma di peggior picchiaduro della storia.

Insomma un picchiaduro che vi farà cavare gli occhi, bucare i timpani e strappare le lingue. Un vero, grande, potente calcio negli zebedei. Recuperatelo solo se vi serve un fortissimo antidepressivo, perchè la sua approssimazione potrebbe farvi ridere nervosamente per giorni e giorni…

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”