Miss Kobayashi’s Dragon Maid – Recensione – J-Pop

Miss Kobayashi’s Dragon Maid – Recensione

Se siete convinti che Maid e Draghi non vadano d’accordo, allora questa recensione fa al caso vostro. Miss Kobayashi’s Dragon Maid vi porterà in situazioni al limite del surreale, ma senza tralasciare le emozioni.

Miss Kobayashi’s Dragon Maid – Recensione – Informazioni Generali

Scritto e disegnato da Cool Kyoushima a partire dal 2013, Miss Kobayashi’s Dragon Maid è uno slice of life con caratteristiche di commedia romantica.

In Giappone conta 12 volumi in corso mentre in Italia grazie all’operazione editoriale della J-Pop si presenta coi primi 2 volumi, già disponibili sul nostro Nerd Store dal 19 di gennaio in versione regular e in una versione variant (c’è poi un’ulteriore variant limited disponibile però solo su MangaYo!). Il tutto al prezzo di €6.50 a volume (sconto 5% per i nostri lettori).

Se dopo questa recensione non foste ancora del tutto convinti, troverete disponibile su Crunchyroll un adattamento animato che attualmente conta 3 stagioni.

Trama

La storia ruota intorno all’impiegata Kobayashi e alla sua nuova domestica Tohru. La nostra Tohru però sotto questa veste umana nasconde una particolare identità. Lei è infatti un drago e dopo un incontro piuttosto surreale con la giovane Kobayashi decide di mettersi al suo servizio per sdebitarsi, ma con il tempo questa sua volontà di voler ricambiare un favore si trasformerà in qualcosa di più.

Personaggi e Disegni

Nei primi 2 volumi ritroviamo oltre alle due protagoniste della storia, tutta una serie di personaggi che influenzeranno le vicende della nostra domestica drago (tra questi la piccola Kanna, il drago Fafnir, l’amica Lucoa e il collega Takiya), ma ovviamente l’attenzione e la caratterizzazione è centrata soprattutto su Kobayashi e Tohru, due ragazze diverse, ma che in fin dei conti per completarsi hanno bisogno l’una dell’altra.

Kobayashi infatti è la classica impiegata giapponese responsabile e seria, che dall’esterno risulta essere un po’ apatica ed asociale, ma che dentro ha tanto da esprimere.

Tohru di contro, è il classico personaggio Moe, “giovane”, carina, ingenua e un po’ bizzarra (essere un drago è più dell’essere semplicemente bizzarri), ma questa sua semplicità nasconde un passato probabilmente tormentato e un modo di pensare tutt’altro che superficiale.

Per quanto concerne i disegni ritroviamo un tratto pulito e accattivante.

Conclusioni

Parliamo di una commedia dalle sfumature romance yuri che nella sua semplicità si presenta con una trama solida. E’ una storia che si svolge per momenti piuttosto che con una storia centrale continua (richiamando l’impostazione narrativa di Kaguya-sama. Love is war), momenti che però richiamano la quotidianità (fare il bucato, la spesa, un pomeriggio al mare ecc).

La comicità è sicuramente un punto forte di quest’opera perchè non funge solo da espediente divertente, ma serve per poter creare una situazione idonea dalla quale viene fuori la parte più sensibile dei nostri personaggi, ed usare il divertente per introdurre un concetto più strutturato oltre a richiedere un complesso studio e un lavoro attento, rappresenta un ottimo modo per raccontare la propria storia senza scadere nel banale o nel monotono.

Un altro fattore particolarmente apprezzato è il concetto del tempo. Come in Frieren- Oltre la fine del viaggio infatti, anche qui ci troviamo di fronte ad una figura millenaria, un drago, che deve fare i conti con una vita umana decisamente più breve, ma mentre Frieren non ne risulta consapevole ed il suo viaggio è il mezzo per comprenderlo, Tohru deve affrontare questa verità e la sofferenza che ne consegue tutti i giorni, mettendo costantemente alla prova la sua determinazione e il suo amore per Kobayashi. Due opere che sono la doppia faccia di una stessa medaglia (ma questo è un qualcosa che si nota se si conosce Frieren, nell’anime infatti questo dettaglio, personalmente non l’ho percepito proprio perchè digiuno dell’opera del sensei Yamada).

Unica nota negativa, alcune tavole presentano dei dialoghi troppo prolissi, troppo carichi, che oltre ad occupare il disegno in maniera eccessiva, risultano anche piccoli e forse di difficile lettura.

Per concludere parliamo di un’opera semplice, ma allo stesso tempo solida, leggera, ma che sa anche mettere i puntini sulle i quando serve regalando una piacevole esperienza di lettura. Non parliamo di certo di un capolavoro, ma sicuramente un 7 è un voto più che valido per quest’opera (7,2 personale perchè dopo aver letto Frieren, parlare del concetto di tempo è qualcosa che apprezzo particolarmente), ho tramutato tutto in un 3 sul sito che utilizza voti interi dall’uno al cinque, ma sicuramente avrebbe meritato il 3,5 pieno.

E voi cosa ne pensate? Avete già acquistato questo Miss Kobayashi’s Dragon Maid o non siete ancora convinti? Fatecelo sapere nei commenti!

Lorenzo Filipponi per gli amici "Phil", classe '98, ha prima imparato a tenere in mano un mouse e poi a camminare. Appassionato di ogni tipo di videogiochi ha raggiunto l'apoteosi con la serie dei Souls, seppur non disdegna affatto giochi di stampo competitivo. La scoperta di anime e manga gli sottrae anche l'ultima parte non nerd rimasta. Questi suoi interessi lo portano a pensare che divertendosi avrebbe potuto contemporaneamente creare dei contenuti da condividere con gli altri, intraprendendo la strada dello youtuber e dello streamer. Constantemente alla ricerca del miglioramento spera di realizzare qualcosa che possa essere apprezzato da chi condivide le sue stesse passioni, ma ora deve andare: "Passo e chiudo. El Psy Congroo".