5 film horror del tutto a caso – Parte 5

Questa volta mi chiedo perché certi film horror esistano, mi chiedo perché esistano certi sequel e mi stupisco di cose che non dovrebbero più stupirmi. Con la voce di Zio Tibia vi presento i 5 film horror che questa settimana sono anche WHY? Ma perché, perché li avete girati?

 

 

Il primo di questa curiosa serie di 5 film horror a caso è una piccola chicca che si intitola Small Town folk (Small Town – La città della morte 2007).

È WHY? perché ancora oggi mi chiedo se mi sia piaciuto o meno. Sono rimasta sorpresa, a tratti deliziata e completamente stranita dalla visione di questo film, ma non so se mi è piaciuto. La trama non è banale, peggio. È scontata, riproposta come un cinepanettone, terra terra: gruppetto di psicopatici assassini che opera all’interno di una cittadina che per questo non è ben vista dalla comunità dei dintorni. Potrei citare duecento titoli di film horror con trame simili. Ma guardate dieci minuti di Small Town e ditemi se non è semplicemente assurdo. Innanzitutto ambientazione e paesaggi. Sembra che Tim Burton, gli autori della Disney e quelli del Doctor Who si siano stretti in amicizia e abbiano partorito quel paesino. Poi pare che Tarantino si sia fatto un giro e in un clima di dialoghi e scene serene come le puntate de La casa nella prateria abbia buttato lì le sue migliori scene splatter tanto più d’impatto perché di rapida ed inaspettata comparsa. Non ho gli strumenti necessari a descrivere meglio di così questa cosa. Alla fine ho esclamato Ma che cagata! però ammetto di averlo esclamato perché la mia testa si rifiutava di credere che quel film un segno l’avesse lasciato. Ditemi voi, se qualcuno l’ha visto, che ne pensate.

Ora in arrivo una vaccata cosmica; a chi l’ha guardata faccio le mie più sentite condoglianze per la parte di cervello che si è visto derubare.

Buried Alive (2007). Definirlo film horror è un insulto. 

Non mi va manco di scrivere la trama perché se ce l’ha io non l’ho carpita in mezzo alla sequenza di stronzate viste e sentite. Tanto per farla breve e sfoggiare un dono della sintesi che non possiedo dico che sono i soliti ragazzotti drogati e rincoglioniti che vengono trucidati dal pazzo di turno. In questo caso il pazzo è una morta che resuscita incazzata nera perché è stata sepolta viva. E come al solito se la prende con parenti alla lontana e amici dei parenti che non c’entrano un cazzo. Non mi sento di darle torto, però, perché questi ragazzi sono talmente squallidi che capisco la rabbia che suscitano e poi tanto sono omicidi commessi da una morta, non è che puoi arrestarla.

Le scene davvero brillanti sono…tutte. Dialoghi, situazioni, reazioni, tutto alla cazzo e tutto buttato lì come se al regista avessero detto gira ‘sta roba con due lire e in tre giorni che abbiamo altro da fare. I protagonisti sono tre ragazzi di cui due cugini (maschio e femmina) sempre sul punto di saltarsi addosso, un nerd tristemente riprodotto come il classico sfigato che si fa tirare dentro le cazzate per essere accettato dal gruppo e si ingoia pure due pastiglie chissà di cosa per partecipare, così mi chiedo perché definirlo nerd visto che non è intelligente, il ragazzo della suddetta cugina che è lì per fare numero e due ragazze una vestita da mucca e l’altra da cane perché devono essere “iniziate” a non so quale bella associazione di psicopatiche capitanata dalla già citata cugina.

I dialoghi sono tutti insulsi, davvero osceni, e le scene degli omicidi ancora peggio. Tutto il film pare una scusa per una triste scena di sesso con la tizia “cane” e per un nudo integrale della tizia “mucca”, tutto qui, perché altri motivi per girarlo non ne trovo. Il pezzo più bello è riservato al nerd, poveraccio, che esce un attimo per andare in macchina e viene tagliato a metà (per il lungo) dal fantasma (che definire fantasma mi fa ridere visto che ha la facoltà di usare oggetti…va beh).
Gli amici dentro stanno ore a chiedersi “ma perché tizio non torna dentro? Cosa sta facendo fuori?” ma ore! Va bene che non ve ne frega un cazzo e vi sta sulle palle e ve lo siete portati dietro chissà per quale motivo, ma… Andare a guardare se è morto (visto che È morto)? Se sta male? No, ore lì a farsi gli affari loro fino a che il film non deve andare avanti e allora finalmente lo trovano, ma non subito subito.

Perché lui è stato posizionato in macchina con la parte del corpo sana in visione e così gli amici prima ci passano davanti sei o sette volte e non si domandano perché lui non reagisca e stia lì a guardare nel vuoto, no, lo lasciano lì. Poi vorrei proprio sapere se un corpo tagliato a metà può apparire normale anche se da lontano. Questo film ha preso più parole del dovuto. Forse riscatta un po’ solo la fine che fanno i due cugini dementi che non ci vuole tanto ad intuire, visto il titolo.

Ho guardato una puntata di Masters of horror quella intitolata Deer Woman (2005).

Di tutti i quaranta minuti di scemenze quelli più esilaranti sono stati i primi con la presentazione di Dario Argento, perché un tempo davano i Masters of horror non so su quale rete e li introduceva lui. Come al solito purtroppo non mi spiego come quest’uomo venga considerato maestro dell’horror (santo cielo) e racconta pure il finale della puntata che è una cosa che da un regista non accetto. Infatti gli ho tirato dietro duecento insulti e poi ho insultato me stessa per non aver mandato avanti non appena ha cominciato a parlare. E Deer Woman ha una trama da spettacolo comico, però devo dire che è girato bene.

C’è questa ragazza bellissima in città che si concede con gioia a chiunque, ma che non parla mai e si fa capire a gesti. Questo perché è una cerbiatta/umana che però (non si sa perché) dopo l’accoppiamento tira fuori i suoi zoccoli e scalcia il compagno nello stomaco ammazzandolo. La cosa bella sono le congetture del poliziotto che lavora a tutti questi casi di omicidi sparsi per la città e che scopre tutto quasi subito, però nessuno gli crede perché va in giro a dire che c’è una donna cerbiatta che ammazza la gente e, abbia pazienza, non gli crederei nemmeno io. Che poi perché scegliere il cerbiatto come animale che è così dolce? Probabilmente perché servivano gli zoccoli e ora che ci penso tutti gli animali con gli zoccoli sono dolci.

Ho visto Damien: Omen II (La maledizione di Damien 1978) e nel mio cervello è sottotitolato: non tutti i sequel riescono, soprattutto non è riuscito questo, e non sono riusciti i Matrix.

Che palle, che pena e che fastidio il ragazzino. Il primo Omen (Il presagio 1976) era innanzitutto girato benissimo e poi dava un senso di ineluttabilità dato più dal fatto che si trattava di un bambino figlio del demonio e che lo sia o meno è difficile che un genitore si convinca ad ammazzarlo (anche se il suo ci prova).

Ma questo Damien cresciuto è una rottura di palle perché come i vampiri della Meyer non ha punti deboli, non puoi fregarlo, ti legge nel pensiero, ti ammazza con lo sguardo pure a distanza, se sente che gli stai facendo un dispetto. E io odio i personaggi così, perché il film diventa una sequenza di inevitabili morti e non c’è più nulla di divertente da aspettarsi.

Con Paranormal Activity 2 (2010) ho riso dall’inizio alla fine.

Mi sono detta: guardiamolo, dai, visto che il primo alla fine un po’ di paura me l’aveva fatta e ne avevo scritto tutto un resoconto sul mio blog divertendomi un sacco (se vi interessa è qui https://lenwithapen.wordpress.com/2019/04/11/paranormal-activity-commento-pezzo-per-pezzo/) e visto che in questo film horror c’era l’unico bambino al mondo che i genitori lasciano dormire in stanza da solo anche dopo aver visto che in casa succedono cose strane.

Invece al bambino non capita un cazzo! Mentre il pastore tedesco deve morire, no? Stronzi. Troppo crudele far sì che il demone usi il buon senso e tra un infante e il cane se la prenda con l’infante, visto che in questi film TUTTE le sante volte ci sono bambini posseduti. Qui no, il cane crepa, che l’unica sua colpa verso il demone era abbaiare e comunque nessuno dei suoi umani lo cagava mai, mentre il bambino viene alzato, sballottato, fatto roteare ma poi rimesso sempre nella culla mica che si fa male. Si sa che i demoni si curano di queste cose.

Gli adulti vengono sempre trascinati per la casa e fatti ruzzolare per le scale, chiusi fuori dalla porta, spaventati con rumori molesti, ma le vere stronzate se le fanno tra di loro accusandosi a vicenda di spargere il panico raccontando storie non vere e ogni volta questi risvolti nella trama mi fanno una tristezza…
Hai le riprese delle telecamere (stavolta sparse nella casa perché i proprietari sono ricchi e possono permettersele), hai le svariate testimonianze di tua figlia che, voglio dire, una volta può scherzare, poi o la ascolti o la fai rinchiudere… Ma no, va tutto bene finché qualcuno non muore. Il cane.

Ma il demone ve lo meritate tutto, come Katie e Micah.

 

Scrivere rappresenta tutto ciò che sono, il resto è aria. Conviviamo in tanti nella mia testa e stiamo tutti una favola. Amo ciò che si lascia interpretare: non ho bisogno di sapere tutto, ditemi qualcosa, il resto me lo invento io. Libri, film, serie tv, videogiochi, manga, comics, anime, cartoni, musica... da tutto ciò che è intrattenimento posso imparare tanto e posso soprattutto trarre ispirazione, quindi ringrazio che esista. Ciò non significa che io non possa criticare anche ciò che amo, lo amo ugualmente senza per quello esserne accecata. It's fine to be weird. Live free or die. Canzoni della mia vita: The Riddle (Five for Fighting), Una Chiave (Caparezza), Dream (Priscilla Ahn). Film della mia vita: Donnie Darko, Predestination, Big Fish, The Shape of Water, Men & Chicken... Non esistono sessi, non esiste una sola forma d'amore, non è tutto bianco, non deve sempre vincere la maggioranza se la maggioranza è ferma nel Medioevo.