Bubsy: Paws on Fire! – Recensione – PS4, PC

Bubsy Paws On Fire – recensione di Valerio Vega

Dopo il dimenticabile Bubsy: The Woolies Strike Back del 2017, arriva su PS4 un nuovo capitolo della saga! Ecco la nostra recensione di Bubsy: Paws on Fire! Sarà riuscita Accolade a ridare lustro al suo felino? Cerchiamo di capirlo…

 

Bubsy: Paws on Fire – I tempi a 16bit mancano come l’aria…

Era il 1993 e la lince Bubsy, grazie ad Accolade e Retroism, comparve per la prima volta su SNES e Mega Drive. Di quel platform conservo ricordi, e se dopo 26 anni hai memoria di qualcosa non è male.

Il gioco infatti non era male, non sarà stato memorabile, ma di sicuro non deludeva e si lanciava come un platform tutto sommato bilanciato e gradevole alla vista. L’unico neo era forse il titolo, perchè io lo ricordo come Bubsy (e basta), ma in realtà si chiamava Bubsy in Claws Encounters of the Furred Kind… Roba che nemmeno adesso, mentre lo sto scrivendo, sarei in grado di ripeterlo senza leggerlo.

Nel 1994 si decide di battere il chiodo caldo e uscì subito il seguito, Bubsy 2 (compreso un porting per Game Boy) che, a parte qualche livello faticoso da digerire a livello cromatico, era un degno sequel, con tante varianti di gameplay.

Il guaio fu quello di dover competere con mostri sacri di genere sia sulla console Nintendo, che sulla console SEGA, che ne oscurarono totalmente l’ascesa e allora la lince decise di trasferirsi e di andare a finire sull’Atari Jaguar!

Sulla console Atari arrivò infatti poco dopo Bubsy 2, il capitolo forse più bello dell’intera vita di Bubsy, ovvero Bubsy in Fractured Furry Tales, ma la sfiga della lince continuò, perchè Jaguar fece flop, non permettendo al gioco di avere il successo che forse meritava.

Per rispetto di questi 3 giochi non vogliamo nominare l’abominevole versione 3D pubblicata sulla prima PlayStation e l’ultimo capitolo già citato nel titolo qui sopra del 2017, perchè decisamente dimenticabili.

Ed ora? Ora siamo qui, nel 2019, con Accolade che ci riprova! Lince, hai pagato il tuo debito verso la fortuna? O resterai ancora maledetta?

Bubsy: Paws on Fire – La dura legge dell’autorun!

Bubsy: Paws on Fire si presenta come un platform in stile auto-runner, dove non potremo realmente decidere a 360° cosa fare sullo schermo, ma dove dovremo solo gestire il salto e delle abilità extra… Purtroppo la scelta, che tende la mano ad un pubblico di mobile-gamer può non piacere agli amanti dei platform in genere, ma soprattutto ai nostalgici.

Avremo la possibilità di utilizzare il protagonista Bubsy o uno dei suoi amici, Virgil e Woolie, per poi sbloccare anche un quarto PG, ovvero Arnold.

Ognuno dei personaggi avrà caratteristiche uniche che permetteranno di affrontare i livelli in modo diverso, ma a bilanciare questa varietà ci saranno proprio i livelli, monotoni come non mai, ed una trama piatta da far paura. 

Il gameplay ne esce maluccio, con questo scorrimento su binari che ci ha fatto storcere non poco il naso.

Bubsy: Paws on Fire – Grindare, grindare, grindare…

Altra nota stonata del gioco è la scelta di variegarlo con più personaggi giocabili e più livelli bonus, ma dal rendere tutto sbloccabile solo completando ogni livello con ogni personaggio ogni santissima volta, per una formula troppo legata al grinding che non ci è piaciuta per nulla.

Avremmo preferito di poter scegliere in autonomia che personaggio usare e di avere da sbloccare solo dei livelli extra da poter giocare con tutti i personaggi, mentre ci troviamo ad esempio a dover completare uno stesso livello con tutti i singoli personaggi per poterne sbloccare degli altri, cosa che a nostro avviso non va.

Ciò è reso ancora più problematico dal fatto che ogni livello all’interno dei tre mondi del gioco è quasi indistinguibile l’uno dall’altro, tranne che per un differente posizionamento degli ostacoli negli ambienti.

Come se questa mancanza di varietà non fosse abbastanza brutta, il gioco è anche spietatamente ostico.

I salti dovranno essere vicini al pixel perfetto, specialmente con Virgil, ma tutto sarà reso ancor più difficile di quanto si possa pensare, dato che i controlli sono estremamente imprecisi, fluttuanti ed a tratti imprevedibili.

Ritrovarsi quasi per caso a superare una sessione (dopo 458 tentativi andati male), per puro caso e senza sapere il perchè, non ci ha aiutato ad avere un buon rapporto con il gioco, e a completare il tutto ci sono state di contro sessioni dove la semplicità di realizzazione dei livelli ci ha permesso di superare enormi porzioni di un quadro semplicemente stando fermi in un punto, senza far nulla, sfruttando l’assenza di ostacoli in linea d’aria (cosa capitata spessissimo soprattutto con i livelli in stile Shoot ’em Up di Woolie.

Bubsy: Paws on Fire – Orecchio non sente, cuore non duole.

Se visivamente il gioco non è malaccio, e si lascia giocare, con una buona caratterizzazione degli oggetti a schermo ed una buona colorazione degli ambienti, il sonoro è quanto di peggio si possa desiderare in un gioco simile.

Una colonna sonora varia avrebbe reso meno tediosi i punti più critici, dove bisogna provare più e più volte per andare avanti, ed invece ci ritroviamo di fronte a 4 o 5 canzoni morte in croce, con l’irrefrenabile voglia di impostare il volume tra 0 e 3 (su 100) in modo da non spaccare il pad prima della fine del gioco.

Passando alla longevità, con 3 mondi (dotati di boss) a sua disposizione, ognuno con circa una decina di livelli ed altrettanti livelli bonus, il gioco intrattiene per circa 5 ore.

Menzione positiva va fatta per le Boss Fight, variegate e divertenti, unica cosa che riesce a spezzare la monotonia del titolo. Anche se si muore non appena si viene toccati e non c’è una barra di energia e la cosa invece sarebbe stata buona e giusta, per rendere queste sessioni più memorabili e più longeve, in modo da distogliere un attimo l’attenzione dal classico incedere del resto del gioco.

Ultimo appunto per un negozio di skin ben fornito e per dei trofei autoironici (ne abbiamo sbloccato uno sull’impazienza, premendo a casaccio furiosamente i tasti del pad in una schermata di caricamento), ma queste sono cose che ad un vecchio bacucco come me non interessano…

 

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”