Black Adam – Recensione – DC Extended Universe

Black Adam – Recensione

Dopo più di un anno dal precedente film di questo franchise, arriva sul grande schermo Black Adam, dodicesimo prodotto del DC Extended Universe che vede Dwayne “The Rock” Johnson nei panni del protagonista, affiancato da un cast in cui su tutti spicca il nome di Pierce Brosnan.

Le speranze verso questo progetto

In questi anni lo si è capito bene, al cinema i Marvel Studios hanno decisamente battuto la concorrenza, creando un immaginario collettivo che ha influenzato non poco il cinema pop dei giorni nostri.
Per quanto riguarda la DC invece, su undici film realizzati, pubblico e critica hanno effettivamente apprezzato solo pochi di questi e la colpa di tutto ciò la si può imputare principalmente al fatto di voler tenere testa alla casa di produzione guidata da Kevin Feige.

C’è però una sottile differenza tra l’attività di quest’ultimo e quella svolta da Warner Bros: l’avere un’idea ben precisa di che cosa fare.
Almeno nei suoi primi anni di attività, i film Marvel erano tutti orientati a raccontare una grande macrostoria: quella della formazione degli Avengers e della loro battaglia contro Thanos, presentando nel corso di anni tutti i personaggi che servivano per affrontare questa guerra ed introducendo in vari film le famose gemme dell’infinito.
Una storia che si conclude al ventiduesimo film, con i precedenti ventuno che nel corso di undici anni hanno fatto nascere ed alimentato l’hype negli appassionati dei cinecomic, fino a sfociare nell’epico epilogo di Avengers Endgame.
Warner Bros, invece, ha avviato il suo universo soltanto dopo anni rispetto agli altri (molto probabilmente solo per non rimanere indietro), con la conseguenza che il tutto appare affrettato e senza uno scopo ben preciso (oltre ad avere film che appaiono quasi non collegati tra di loro).

Dall’anno scorso, però, sembrerebbe che le cose stiano iniziando a cambiare, quando è approdato sugli schermi la versione della Suicide Squad realizzata da James Gunn.
Quell’opera è come se volesse settare un nuovo inizio, senza però dimenticarsi del suo passato, dei suoi errori, con la speranza di non ripeterli.
Inoltre viene inserito anche un elemento che lo collega al film successivo, (non lo spoileriamo perché nei trailer e nel materiale pubblicitario non è mai stato inserito).
Anche la post credit anticipa questioni importanti per quanto riguarda il futuro della saga.

Tutto questo per dire che Black Adam ha l’importante compito di riavviare un franchise che non è mai decollato per davvero, nonostante siano state fatte notevoli spese per cercare in tutti i modi di riuscirci.
Nel complesso il film funziona (ma questo lo vediamo meglio nel paragrafo successivo), fa il suo lavoro di pellicola di puro intrattenimento e crea delle nuove basi su cui poi appoggiarsi in futuro.

Come si presenta il film?

Per prima cosa bisognerebbe chiedersi: quali sono (o quali erano) le aspettative verso questo film?
Si può senz’altro dire che non erano particolarmente alte, ci si aspetta principalmente che possa essere una buona pellicola di supereroi e che possa intrattenere. Riesce in questi due intenti?

Il secondo decisamente si e lo fa puntando quasi interamente su scene visivamente spettacolari, che usano una massiccia dose di effetti visivi; con il primo invece non riesce ad essere pienamente efficace.
È stata costruita una storia che si, funziona, ma in cui tutto risulta fin troppo superficiale.

Il problema principale è uno: vengono presentati troppi personaggi che richiedono un approfondimento dettagliato.
Black Adam, i quattro membri della Justice Society, tutta la squadra degli archeologi ed il villain del film.
Viene detto chi queste persone sono e basta, fondamentalmente. Per tutto il resto del tempo le loro caratterizzazioni rimangono immutate.

Probabilmente se avessero avuto meno personaggi da introdurre, avrebbero potuto esplorare meglio quelli rimasti.
Talmente tante sottotrame che per poterle chiudere tutte non le hanno quasi nemmeno aperte.

C’è da dire almeno che da quel poco di caratterizzazione che è stata scritta, gli attori hanno saputo tirare fuori delle interpretazioni convincenti. A parte forse The Rock che non è stato particolarmente espressivo, ma il personaggio in sé non chiedeva particolari sforzi da questo punto di vista.

La regia

Uno dei più grandi problemi di produzioni di questo tipo è che spesso le scene d’azione non rendono benissimo, perché dirette in maniera confusionaria, con la conseguenza che non si capisce nulla.

Fortunatamente non è questo il caso, ma la fortuna purtroppo finisce qua, perché questa possibile comprensione è stata ottenuta tramite un eccessivo uso dello slow motion.
Non era totalmente inutile tale tecnica per il suddetto progetto (in quanto uno dei poteri del protagonista è la super velocità) il problema è che viene utilizzato anche quando non serve.

Nel complesso però è stato diretto in maniera più che sufficiente; si vede che il regista ha cercato di dimostrare una certa competenza, mediante anche l’uso di inquadrature piuttosto elaborate. Il problema è che però si percepisce un senso di acerbità non indifferente. Molte riprese si sposano poco con quelle che vengono montate successivamente.

Lato tecnico quindi buono, ma si poteva forse fare meglio. Nulla da dire sugli effetti visivi che praticamente reggono in piedi tutta la pellicola.

Questo film quindi risolleva la saga?

Complessivamente si può dire che si, la pellicola da nuovamente un po’ di speranza all’universo cinematografico dei supereroi DC, ma deve essere solo un punto di partenza per offrire in seguito prodotti che riescano ad essere buoni ed anche più approfonditi.
Fa il suo dovere di film d’intrattenimento, ma la speranza è che in futuro possa uscire qualcosa che venga ricordato nel tempo.

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Nato a Bologna nel 1996, si appassiona al cinema da bambino, quando capisce gli piacerebbe lavorare in quel campo. Più nello specifico come regista e sceneggiatore. Nel 2020 apre su Instagram un profilo che chiama "Recensisco Cose Audiovisive", con cui inizia a parlare di cinema e serie televisive con altre persone che condividono la sua passione.