Godzilla II – King of the Monsters – Lunga vita al Re! – Recensione (2019)

Godzilla King of The Monsters – recensione di Edoardo “Edux” Babbini

Godzilla II – King of the Monsters carica sulle spalle del ragazzone radioattivo un duplice compito. Da un lato si trova l’ardua missione di aggiungere un tassello fondamentale al MonsterVerse e dall’altro di portare al pubblico hollywoodiano di massa stilemi inediti per il panorama Godzilliano d’occidente. Infatti, nonostante la storica saga della Toho abbia da sempre trovato una distribuzione, personaggi quali Ghidorah, Mothra e Rodan non erano mai comparsi in pellicole occidentali canonizzate dalla casa madre nipponica. Saranno dunque riusciti Michael Dougherty e i titani più amati della settima arte a far breccia nel cuore degli spettatori?

 

Godzilla II – King of the Monsters – Recensione – La Terra non spetta all’uomo…

La storia prende piede dove il film di Gareth Edwards del 2014 si era fermato. Godzilla si ritira nell’Oceano Pacifico dopo aver sconfitto i suoi rivali e un padre disperato cerca il figlio disperso tra le macerie di San Francisco. Terminata questa sequenza ci spostiamo rapidamente al vero incipit narrativo della vicenda. Un ecoterrorista di nome Alan Jonah (Charles Dance) decide di risvegliare progressivamente tutti i titani localizzati dall’associazione Monarch per radere al suolo la maggior parte dell’umanità. Nel farlo risveglierà però la creatura alpha da sempre rivale di Godzilla: King Ghidorah.

Le vicende di umani e mostri sono profondamente legate e la narrazione segue quindi in parallelo entrambe le prospettive. Una di esse porta però con sè l’unico difetto del film. I personaggi umani sono infatti sì mossi da una ragione profonda e attuale ma essa sparisce dopo poche sequenze per far posto a un banale e già visto concetto di redenzione familiare. La tematica dell’ecoterrorismo e dell’uomo come parassita della terra viene infatti poco sviscerata e relegata alla narrativa silenziosa. Infatti, se si osserva il film con attenzione si scorgono le provocazioni lasciate qua e là dal regista nelle scene coi kaiju. Quando però la prospettiva si stringe sui nuclei umanoidi questo silenzio viene sovrastato da banali fiumi di parole. 

Alla semplicità tematica delle sequenze umane non corrisponde però un’assenza di interesse verso le loro azioni. I personaggi sono infatti, salvo la ragazzina Madison (Millie Bobby Brown), ben scritti, dotati di motivazioni chiare e coerenti e carismatici quanto basta per dei comprimari. L’unico personaggio davvero approfondito e dotato di una storia intima e viscerale è il professor Serizawa (Ken Watanabe), al quale è affidata tra l’altro una delle scene più potenti e maestose del film. 

Godzilla II – King of the Monsters –  Recensione – …ma ai Mostri

I veri protagonisti del film, inutile dirlo, sono i nostri amati colossi. Il regista ama profondamente la materia che sta trattando e decide di servire al pubblico una prelibatezza di rara bontà. Il ritmo con cui compaiono è gestito incredibilmente bene lasciando la pellicola sguarnita di ruggiti solamente quando necessario ai fini narrativi. Le creature infatti non sono relegate a poche scene corali ma protagoniste di ricorrenti monologhi visivi e silenziose descrizioni. Chiave a tal proposito la presenza di Mothra come spalla e Rodan come villain secondario. I due nuovi arrivati permettono infatti al regista più varietà e quindi più libertà di inserire scene titano-centriche. 

Nonostante l’intrinseco carisma dell’amato Godzilla il vero protagonista è quel simpatico signorino di nome Ghidorah. Il mostro tricefalo sparafulmini è infatti il re indiscusso del film e la sua presenza accende ogni sequenza. Possente, bello e regale si presenta allo spettatore in pompa magna e cattura la sua attenzione. Il re venuto dallo spazio non solo rappresenta una minaccia concreta per il nostro dinosauro radioattivo, bensì l’estinzione della nostra intera stirpe. Portatore di tempeste e contendente al trono dei mostri sembra vivere di vita propria e costringe il regista ad elogiarne la maestosità.

A combattere per la sua corona dall’altro canto troviamo il Godzilla, insieme a quello di Hideaki Anno del 2016, nella migliore delle sue forme. Marmoreo e imponente non cederà facilmente lo scranno al suo rivale e dovrà evolversi per vincere questa faida. Per sconfiggere un nemico di tale caratura dovrà infatti realizzarsi quel rapporto simbiotico tanto studiato e promosso dal dottor Serizawa. Godzilla abbandonerà quindi definitivamente il suo ruolo di distruttore per divenire a tutti gli effetti l’ago della bilancia di un pianeta da noi ormai tradito e lacerato.

Godzilla II – King of the Monsters -Recensione –  Mostruosa Eleganza

Sul lato tecnico dell’ultima fatica Warner Bros. c’è poco da dire, è mastodontico. La produzione, potendo vantare un budget da duecento milioni di dollari stimati, porta su schermo una CGI impeccabile e spettacolare. I mostri sono realizzati magnificamente e curati in ogni minimo dettaglio e la regia, seppur priva dei virtuosismi di Edwards, danza loro attorno con possanza ed eleganza. Il montaggio che nei primi minuti sembra dover ingranare la marcia, prende invece il volo col procedere delle scene e riserva qualche tocco di classe niente male nelle sequenze più spettacolari.

Vero punto di forza di Godzilla II – King of the Monsters sono però fotografia e colonna sonora. Ogni creatura è caratterizzata da una palette cromatica specifica e la esporta in ogni elemento a scena che lo circonda. Le sequenza in notturna si accendono dei colori dei corpi dei mostri e quando si scontrano nasce uno spettacolo visivo di rara bellezza. Tutto ciò è accompagnato dall’egregio lavoro di Bear McCreary che, a distanza di un anno dal suo lavoro su God Of War, torna con una colonna sonora senza eguali. L’utilizzo dei cori e di vigorosi archi accompagna ogni passo e dona un’aura di invincibilità a ogni ruggito.

Altre due note dolenti e un grosso punto a favore vanno però inseriti in questa melodia. In primo luogo il film presenta un passaggio davvero mal scritto che porta troppo all’estremo la sospensione dell’incredulità dello spettatore. Secondo aspetto negativo è una scrittura dei dialoghi altalenante e che si perde in siparietti inutili e privi di mordente. Punto a favore invece la costruzione dell’universo condiviso che inizia a dotarsi di regole, personaggi e avvenimenti interessanti e fertili per futuri approfondimenti.

Godzilla II – King of the Monsters – Recensione – Lunga vita al Re!

Dopo Godzilla (2014) e Shin Gojira (2016) Godzilla II – King of the Monsters è l’ennesima prova di quanto il cinema abbia ancora bisogno del dinosauro radioattivo. Seppur aiutato dai suoi storici alleati e dai suoi acerrimi nemici, porta su schermo un film epico, sontuoso ed estremamente attuale. Nonostante sia incapace di approfondirli fino in fondo la pellicola parla allo spettatore della condizione del pianeta Terra e lo provoca nel mostrargli Ghidorah come la possibile soluzione.

Il duello trai due mostri alpha è uno dei più stimolanti, viscerali e crudi mai realizzati. La natura si scontra con un virus esterno per preservarne uno interno. Godzilla si trova a dover riequilibrare gli scompensi causati dall’uomo e allo stesso tempo evitare che esso sia spazzato via da un’entità cosmica superiore. Godzilla non è un sovrano malvagio ma retto e con uno specifico compito. Lunga vita al re dei mostri, un re che non ci meritiamo ma di cui, forse, avremmo bisogno!

 

Studente di Giurisprudenza e appassionato di cinema, letteratura, videogiochi, fumetti e serie televisive. Le ore che non passa a studiare o interagire con gli altri esseri umani le passa ad approfondire nel modo più completo e approfondito le sue passioni. Il suo motto: “A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà”!