Vasco Rossi: Il Supervissuto – Recensione

Vasco Il Supervissuto

Vasco Rossi Supervissuto Recensione

Arriva su Netflix la nuova docuserie “Il Supervissuto“, dedicata ad uno dei più grandi rocker italiani, Vasco Rossi.

Si tratta di un viaggio che il regista Pepsy Romanoff ha deciso di suddividere in 5 episodi. I quali ci porteranno alla scoperta della grande storia di Vasco.

Come si riesce a comprendere attraverso il titolo della serie, Vasco preferisce definirsi “sopravvissuto” proprio perché come lui stesso dirà, è stato capace di superare gli anni ’70, i ribelli anni ’80 per poi arrivare fino ai giorni nostri. In questa serie Vasco riflette sulla sua vita avventurosa con una nuova consapevolezza, mantenendo comunque la sua affabilità verso il suo pubblico. Per chiunque lo ascolti è chiaro che ogni sua canzone è una narrazione della sua vita, interpretata con maestria nei suoi testi.

Ora, concentriamoci sulla recensione.

Vasco Il Supervissuto

Vasco, una vita vissuta al massimo

La sensazione più bella che Il Supervissuto ti trasmette, è sicuramente questa sorta di dialogo che il Vasco di adesso vuole avere a tutti i costi con il Vasco giovane.  Come se lui volesse mandare una lettera d’amore al se stesso del passato rassicurandolo che tutto è andato alla grande anzi, forse molto di più del termine grande. 

Per la maggior parte del tempo, è proprio questo il tema centrale della serie, e in particolare a rendere centrale questo tema è la fraseIo sono quello che sono grazie a tutto quello che ho fatto, soprattutto gli sbagli. È valsa la pena fare tutto. Lo rifarei, per una vita spericolata e supervissuta” . Ecco, questa dichiarazione qui fa capire quanto Vasco in realtà, voglia mandare un ringraziamento al passato senza alcun rimpianto.

La serie affronta tutto quello che un fan accanito conoscerà benissimo dell’artista; dai suoi genitori, all’incontro con Gaetano Curreri, gli eccessi, il carcere, la droga, gli album che lo hanno portato al successo, fino alla famiglia. Insomma, non manca nulla. Personalmente, ho apprezzato come Pepsy Romanoff abbia affrontato questo legame passato/presente all’interno della miniserie e far quindi comprendere il vero significato che Vasco vuol far passare attraverso questo legame. Proprio perché, come si riesce a capire, tutto ciò è servito a lui stesso per poter crescere, senza cambiare del tutto.

Interessante poi, il viaggio che il regista tenta di ricostruire. Con una regia che vede la presenza di una timeline la quale non esita a farci ripercorrere gli anni d’oro di Vasco con tanto di video inediti. Inoltre, riesce a trasmettere ciò che il cantante ha passato, le svolte nella sua vita, la sua carriera fino alla morte del padre dove lui stesso spiega che dopo questa perdita, avrebbe reagito male verso qualsiasi cosa gli venisse detto.

Ma in fondo è così, Vasco, la sua storia, è semplicemente un racconto di pura determinazione con l’immensa voglia di dedicarsi al suo lavoro e la serie riesce a dimostrarlo, anche quando incapace di dormire per giorni pur di scrivere, lavorare, creare… perchè la sua più grande passione è la musica.

La docuserie di Netflix dimostra che Vasco ha sempre cercato di vivere la vita al massimo, senza rimpianti. La sua musica è diventata un simbolo di forza e unicità. Emozionante come attraverso ogni piccolo racconto della sua vita come quello della piccola Anna Maria. Vasco si racconta sotto aspetti diversi e noi, siamo lì in attesa di una sua parola e in ascolto delle sue poesie. Ed è qui che Romanoff (pseudonimo di Giuseppe Romano) riesce a giocare benissimo con un montaggio spettacolare sparando tra una scena e l’altra, “Senza Parole” di Vasco come se in un certo senso, fosse un regalo per noi fan rivelando quindi i lati mai visti del nostro Blasco partendo proprio dal principio, dalla nascita di un mito.

Da qui poi, il regista ci catapulta direttamente negli anni più belli di tutti, gli ’80. Dove incontriamo Vasco contro le regole, contro l’ideologia che aveva e che appunto, all’inizio degli anni ’80, ha perso completamente.

Ecco cos’è Il Supervissuto su Netflix, un mix perfetto di tutte le sfumature di Vasco non facendo mancare proprio nulla. Con un’accurata attenzione da parte di Romanoff nel creare e costruire un vero e proprio collage di luoghi, foto, interviste, filmati che in un certo senso, riesce a far passare “quell’odore di passato”, quello che senza dubbio, le vecchie generazioni sono riusciti a percepire più di altri dopo la visione della docuserie. Mentre noi, della nuova generazione, non possiamo che percepire l’adrenalina del presente che in un certo senso, Vasco si porta ancora dietro nei suoi concerti. In tutto ciò possiamo percepire la rivoluzione, l’anarchia musicale che Vasco ha sempre voluto utilizzare come svolta.

La sceneggiatura e la fotografia invece offrono un viaggio spettacolare nel passaggio tra infanzia e adolescenza fino al successo. Ho apprezzato per esempio, il salto dal Colpa D’alfredo Tour dove la band era proprio agli inizi con tanto di finzione nell’essere grandi e di sentirsi immortali dove poi in pochi minuti ti ritrovi lì, a San Siro. Una serie che grazie ad una spettacolare regia accompagnata da dei racconti molto ampi e intensi, riesce a non fermarsi mai, facendo come abbiamo visto, dei passi giganti tra il passato e il presente insieme al Vasco nostalgico, quello consapevole di ciò che ha passato. Incrociando suoni, emozioni, pensieri, arrivando ad una platea che ancora oggi continua ad amarlo.

Del resto, è così che funziona questa vita Spericolata che come spesso accade, un po’ tutti in qualche modo negli anni ci siamo rispecchiati in queste righe, all’interno dei suoi testi.

Che dire, VascoIl Supervissuto si presenta come una docuserie emotiva, a tratti istintiva, dall’umore inarrestabile. Descrivendo al meglio chi era Vasco e chi continua ad essere nonostante abbia preso un po’ di consapevolezza negli anni, portando ad un vero e proprio approfondimento delle pagine più controverse della storia di Vasco permettendo però al cantante, di liberarsi dalle sue ansie. Questo è ciò che Pepsy Romanoff, attraverso questi frammenti, riesce a raccontare di Vasco, Proprio questo cadere e ripartire da zero.

Inutile dire come il regista, sia riuscito alla grande a far passare uno storytelling perfetto, profondo, capace di coinvolgere in maniera intima chi la sta guardando portando in un certo senso lo spettatore a ritrovarsi e quindi rispecchiarsi in quei frammenti di storia.

Vasco Il Supervissuto

Il Supervissuto, semplicemente senza parole

Questa miniserie dedicata ad una delle più grandi Rockstar Italiane non si concentra soltanto sulla musica, sugli eccessi, bensì, sull’uomo. Quell’uomo che soltanto adesso, acquisisce quella consapevolezza della sua vita e che quasi la ringrazia perché come lui spesso ama specificare: “se non avessi fatto questo, sarei morto di noia”.

Importante poi come riesce inoltre a concentrarsi sulle declinazioni che un genere come il rock, aveva preso in Italia durante quei periodi. Lui è stato uno dei primi a stravolgere il nostro paese con questo genere.

Ho apprezzato moltissimo il lavoro svolto da Pepsy Romanoff (scrivo la recensione in quanto fan restando oggettiva)  il quale riesce senza fermarsi un attimo a farci riscoprire un po’ come si viveva in quei periodi diminuendo in un certo senso quella genialità artistica e creativa dando spazio agli eccessi che il cantante ha dovuto affrontare, oppure a quella sfida contro la musica Italiana presente a Sanremo, definendo chi partecipava al festival, semplicemente dei matti.

Purtroppo, credo sia impossibile resistere e non rimanere coinvolti in questo viaggio splendido e restare folgorati dall’esplosione che la stessa docuserie cerca di trasmettere al suo pubblico, per questo penso che chiunque debba vedere Il supervissuto sulla piattaforma streaming e semplicemente rivivere insieme a Vasco tutta la sua lunga carriera anche non essendo fan. Proprio perché questa docuserie, tende a coinvolgere tutti rimanendo onesta, sincera a tratti emozionante e molto umana. Infatti, è molto altro che un semplice racconto. Uno di quelli che oltre all’arte e alla rivoluzione portata dal cantante, riesce ad essere completamente fuori dagli schemi, aprendosi quindi totalmente a chi conosce questa icona soltanto tramite le sue canzoni.

La docuserie di VascoIl Supervissuto, è adesso disponibile in streaming su Netflix

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Cresciuta tra fumetti Marvel, l’Uomo Ragno, Star Wars e Pirati dei Caraibi, Giulia oltre il suo amore infinito verso il genere rock, nutre una passione fin da piccola per il cinema sotto ogni sua forma. Eppure, crescendo, viene travolta da un'altra sua passione, le lingue che attualmente studia all'università. Nel tempo libero, è una gran divoratrice di film e serie tv, ne ha visti davvero di tutti i colori. E in tutto ciò, non ha mai smesso di leggere fumetti, parlare di cinema e amare Spider-Man. Forse, ha già preso troppo alla lettera la frase: “da un grande potere, derivano grandi responsabilità”.