Witchstone – Recensione – Tra combo, tessere e magia! – DV Giochi

Il protagonista di questa recensione è Witchstone, una “magica” localizzazione dei ragazzi di DV Giochi, in cui i giocatori dovranno vestire i panni di potenti stregoni. Un gioco da tavolo strategico in cui farete punti con tutto ciò che vedete sul tabellone… ed il tabellone è veramente grande!

Witchstone è un gioco strategico per 2-4 giocatori, ideato dal duo inedito composto da Martino Chiacchera (Wonder Book, Deckscape e Decktective) e Reiner Knizia (Taj Mahal, Alla Ricerca di El Dorado e Tutankhamun) e portato in Italia appunto dalla DV Giochi. Il titolo è a tutti gli effetti un peso medio e da ciò ne conseguono partite dalla durata abbastanza corposa (dai 60 ai 90 minuti circa). Inoltre, pur essendo di fondo un titolo semplice, necessita di una certa esperienza per poterlo gestire al meglio; da ciò, il 12+ sulla scatola.

Il tabellone di gioco

La meccanica di gioco principale è il piazzamento tessere, con cui andremo a riempire turno dopo turno la nostra personale plancia calderone. Da qui, partiranno tutte le nostre azioni di gioco con cui otterremo importanti punti vittoria. Tutte le azioni sono correlate alle altre, fattore che permette ai giocatori di creare sempre interessanti combo che coinvolgono più settori del tabellone.

VI SPIEGO IL REGOLAMENTO DI WITCHSTONE…

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo subito a vedere come si gioca a Witchstone grazie al mio video tutorial, proprio qui sotto, dove vi spiego il regolamento nel dettaglio. Fatto ciò, potrete poi scoprire le mie impressioni sul gioco!

Vi ricordo brevemente che potete trovare questo e tantissimi altri video sui giochi da tavolo all’interno del mio canale Youtube “La Ludoteca di AleBoardGamer”. E se vi piacciono i miei lavori, potete iscrivervi al canale e cliccare sulla campanellina per non perdere le prossime (tante) novità!

LE MIE IMPRESSIONI SU WITCHSTONE…

Ma quanto è bello questo Witchstone? La DV Giochi è riuscita ad accaparrarsi un titolo veramente valido, in grado di unire un regolamento tutto sommato semplice ad un flusso di gioco stimolante, profondo e veloce. Credo che sia non sia così semplice trovare un peso medio che riesca a coinvolgere anche giocatori non proprio esperti senza doverli mettere troppo in difficoltà. Il fatto di fare punti praticamente con ogni azione può considerarsi un aiuto per coloro che possono avere qualche difficoltà in più, non tanto nell’apprendimento, quanto nella gestione delle strategie. Per mia esperienza, bastano solo due partite e anche chi lo credeva “difficile” ci giocherà senza nessun problema.

Ammetto che io adoro questo genere di giochi, le classiche “insalate di punti” in cui tutto ciò che fai ti dà punti. Gli amanti dei giochi più “stretti” (un esempio di gioco stretto è sicuramente Cooper Island) però reputano questa cosa un difetto: “Fare punti con tutto non è divertente e rende il gioco troppo facile”. Se posso dire la mia, non sono proprio d’accordo. Riprendendo Cooper Island, lì si vince una partita con 30 punti, mentre a Witchstone si sorpassano i 100 punti abbastanza facilmente. Partendo dal presupposto che ogni gioco ha le proprie difficoltà, in un titolo stretto bisogna centellinare al meglio le azioni e in molti casi una decisione sbagliata può compromettere una partita; invece, in una “insalata di punti” bisogna sempre scegliere le azioni che fanno fare più punti e combinare più effetti possibili, dettagli che sembrano superflui ma che non lo sono affatto.

Uno dei maggiori pregi di Witchstone è senza dubbio la possibilità di creare tantissime combo di azioni, incastrandone gli effetti e regalando ai giocatori somme soddisfazioni. “L’azione strega mi fa ottenere un gettone magico che mi fa avanzare sul tracciato Bacchetta Magica…. così facendo ottengo due azioni Cristallo extra…. il mio cristallo esce dal calderone ed ottengo due azioni Pentacolo aggiuntive…. muovendomi sul Pentacolo guadagno un gettone speciale che mi dà ulteriori azioni bonus……”…. devo proprio fermarmi? Il piazzamento delle tessere doppie all’interno delle plancia calderone rappresenta un gioco nel gioco, un puzzle-game che stimolerà non poco i nostri neuroni in ognuno degli undici turni di gioco. E’ importante scegliere sempre la giusta tessera e posizionarla negli spazi più vantaggiosi, ovvero dove le nostre azioni sono più potenti e con il quale riusciamo a produrre un’importante catena di azioni di gioco.

Un altro dettaglio che ho molto apprezzato in Witchstone è che, dopo qualche partita, capirete che non esistono azioni più forti di altre, tutto è molto ben bilanciato e possiamo eliminare il pericolo di una strategia dominante. All’inizio ho pensato che avanzare per primo sulla bacchetta magica potesse diventare troppo vantaggioso e ripetitivo, ma poi in realtà ho capito che quel tracciato necessita di un timing particolare e di un’importante correlazione con le altre sezioni di gioco. Ad esempio, se avanzo per primo ma di fretta, otterrò più azioni bonus, ma meno punti dalle caselle grigie, mentre se “preparo prima il terreno” e poi avanzo sulla bacchetta, avrò meno azioni bonus a disposizione, ma guadagnerò più punti dalle caselle grigie.

Come ho detto già prima, pur essendo Witchstone un titolo di un certo peso, i turni di gioco scorrono via molto velocemente senza troppi fronzoli: il rischio di un po’ di paralisi d’analisi c’è, ma se un giocatore riesce a pianificare le proprie mosse durante i turni degli altri, questo rischio si annulla quasi del tutto. Da qui, deriva una scalabilità davvero ottima, da due a quattro giocatori il gioco scorre alla stessa maniera, se non per un piccolo, ma fisiologico, aumento della durata generale. Per quanto riguarda i materiali, anche qui non posso che esprimermi positivamente: i disegni sono molto belli e con una palette di colori vivaci e d’impatto, mentre i componenti sono di buona fattura e ben progettati: su tutti, i meeple strega e la plancia calderone (ma anche il mega-tabellone non scherza!). Componenti che potrete riporre comodamente nella scatola, grazie al pratico organizer integrato.

Unica nota negativa, riguarda la traduzione, o meglio la scheda riassuntiva che viene consegnata ad ogni giocatore. Essendo una scheda che aiuta a ricordare le azioni di gioco e le varie simbologie, è un peccato non averla tradotta. Anzi, è stata tradotta, ma trovarla stampata alla fine del regolamento non ha molto senso: questo costringe a passarsi sempre il regolamento, cosa non di certo comoda. Non una pecca grave sia ben chiaro, solo un piccolo dettaglio tralasciato.

In conclusione, non posso che ribadire il mio entusiasmo per Witchstone, titolo che è entrato subito nel mio scaffale dei “giochi preferiti” da me e mia moglie. Una partita è bastata per impararlo perfettamente, due per imbastire la nostra prima vera strategia di gioco. Durante ogni partita, si ha l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda la composizione del calderone: le possibilità di piazzamento sono enormi e risulta divertente (almeno per me) provare ogni volta a puntare su strategie diverse. Quindi, se non riesce proprio dei neofiti al primo stadio e volete un titolo che vi diverta ed appassioni senza impegnarvi troppo, beh allora Witchstone potrebbe fare sicuramente al caso vostro!

Un grosso grazie a TE per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ti ricordo che puoi seguirmi anche su Instagram (AleboardGamer) e su Youtube (La Ludoteca di Aleboardgamer). Ci si vede alla prossima recensione!

Alessandro “AleBoardGamer” Pugliese

 

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.