Federico Zampaglione – INTERVISTA – Vi parlo di The Well e non solo…
Quando manca davvero poco all’arrivo nelle sale cinematografiche del suo ultimo film horror, intitolato The Well, di cui vi avevamo già parlato (QUI), abbiamo avuto il piacere di fare due chiacchiere con Federico Zampaglione. Ecco tutto quello che siamo riusciti a tirargli fuori di bocca minacciandolo di gettarlo in un pozzo!
DOMANDA 1
Ciao Federico, benvenuto sulle pagine di Nerdream e grazie per il tempo che ci stai dedicando con questa intervista che ci accompagnerà verso l’imminente uscita del tuo nuovo film al cinema. Voglio però iniziare in modo “classico” facendo un salto indietro nel tempo e avanzando pian piano verso The Well.
Sebbene i Tiromancino siano nati nell’89, per me che sono un classe ’83, l’amore per il gruppo nacque con l’uscita dell’album “La descrizione di un attimo“, nel 2000 di cui ricordo praticamente a memoria lo splendido videoclip del singolo omonimo, con un Tarzan Mastandrea da Oscar ed una super Paola Cortellesi. Se beccavo il video in TV rimanevo inebetito, era quasi come vedere un piccolo cortometraggio. Secondo Wikipedia la paternità del videoclip non è tua, ma quanto Zampaglione c’era in quel video? Ed osservando la qualità dei videoclip dei Tiromancino, possiamo dire che c’era già qualcosa che ti frullava nella testa prima del salto dalla musica al cinema?
(Per me il videoclip sarebbe assolutamente da rimasterizzare in FullHD stile operazione fatta dal Piotta con Supercafone, perchè è una perla che andrebbe ri-portata al giusto splendore per i posteri – ndr)
Quel video, in effetti, è un video veramente molto divertente che ricalcava le gag di Vianello e della Mondaini. Fu un’idea di Frankie Hi-NRG, e poi la regia la fecero Frankie e Riccardo Sinigallia. Mi piacque da subito quando mi proposero l’idea, perché inizialmente c’era stata un’altra idea per il video che però non mi aveva convinto del tutto… una roba con delle candid camera. Invece, quando venne fuori questa idea, mi piacque molto. Fu un’esperienza anche a girarlo ed è incredibile pensare a tutto il cast presente in quel video. Incredibile perchè nel video c’è praticamente tutto il cast di “C’è ancora domani“, Lele Vannoli e tutti gli altri. Sarebbe bello rimasterizzarlo in alta qualità, magari per distribuirlo nuovamente. La casa di produzione potrebbe farlo.
DOMANDA 2
Arriva il 2007 e decidi di “fare il salto”, e ti lanci con il tuo primo film, quel Nero Bifamiliare che andai a vedere al cinema e che seppur non trovai essere un capolavoro mi lasciò piacevolmente colpito, perchè per essere un debutto lo trovai davvero ben fatto. Quanto ti senti cambiato come regista da quel debutto?
Il primo film non si scorda mai. È stata un’esperienza incredibile in tutti i sensi. Da un lato, c’è la bellezza della macchina creativa del set, un luogo dove collaborano così tante persone. Dall’altro lato, ci sono le difficoltà oggettive e tutte le responsabilità che devi assumerti come regista. Nessuno decide per te, e se scegli bene, le cose vanno bene. Se sbagli, il set si blocca in un attimo: il tempo si perde, i costi aumentano. Quindi, è stata un’esperienza molto impegnativa, ma alla fine è venuto fuori un film con una sua personalità.
Ricordo che io propendevo per un giallo dark come mood del film, mentre invece la produzione preferiva che il film avesse anche una vena più comica. Questa parte mi rappresenta di meno e, infatti, con il passare degli anni, ho completamente messo da parte quel genere, dedicandomi invece a progetti con atmosfere sempre più dark. Tuttavia, è stato importantissimo per me. In quel momento, ho capito che fare film doveva essere qualcosa di estremamente interessante per me.
DOMANDA 3
Arriviamo poi ai giorni nostri ed a breve nelle sale cinematografiche arriverà questo The Well che siamo riusciti a vedere in anteprima. Personalmente ho trovato il film molto ispirato. Se a tratti mi è sembrato un tributo moderno ed originale ad alcuni miti del cinema horror nostrano del passato, alla fine l’ho trovato tanto tuo, con questa vena gotica e con quel gore che punta dritto a destabilizzare lo spettatore, tant’è che il film sarà vietato ai minori. Quanto ti sei stufato del fatto che se si fa un film di genere bisogna per forza essere etichettato unicamente come derivativo, citazionista, celebrativo ecc.ecc.? Pensi anche tu che sia impossibile non essere influenzati dalla storia e dal passato, ma che poi si possa fare la differenza sviluppando qualcosa mettendoci testa, cuore e personalità?
Innanzitutto, grazie per aver apprezzato il film e per averlo definito ispirato. In effetti, credo che lo sia: un film che ha ispirato me e ha ispirato tutti quelli che ci stavano lavorando. Credo che questo sia evidente dal risultato finale. Nel film ci sono dei rimandi, in alcuni segmenti del passato, come a “La casa dalle finestre che ridono” per via delle atmosfere misteriose, o le stregonerie presenti in “Suspiria“. Tuttavia, sto cercando di sviluppare un mio linguaggio, un mio modo di fare le cose in maniera del tutto personale, che unisca magari il classico con il moderno, senza per forza adottare un atteggiamento commemorativo del passato.
Bisogna guardare anche al presente, altrimenti si finisce per essere nostalgici, cosa che non mi interessa essere. Anche con la musica, ho utilizzato elementi dei cantautori degli anni ’70 e ’80, ma poi li ho rimescolati e rifatti a modo mio. Questa è un po’ la mia caratteristica. Del resto, se lo fa Tarantino all’estero va tutto bene, mentre in Italia sembra che a qualcuno non piaccia fino in fondo riprendere elementi del passato. Tuttavia, l’arte non ha un tempo: sono belle sia le cose antiche sia quelle moderne. Io cerco il mio linguaggio, e questo è il fatto più importante per me.
DOMANDA 4
Nel cast, che per me si è comportato davvero egregiamente, c’è Claudia Gerini con la quale di lavori ne hai fatti a bizzeffe, ma (credo) per la prima volta hai diretto tua figlia Linda. Com’è per un regista dirigere un’ex moglie e una figlia assieme? E soprattutto per quanto riguarda Linda, si riesce a dividere il ruolo di regista da quello di genitore?
Sì, è stato un altro lavoro che ho fatto con Claudia. Del resto, lei è un’attrice che conosce il genere, e avere un attore che conosce questo genere è importante perché, per quanto tu possa essere bravo, è tutto un mondo a parte. Se non l’hai mai frequentato, quando ti trovi sul set in certe situazioni si vede che non conosci lo stile. Viene erroneamente considerato un genere facile da fare, ma non lo è assolutamente, perché si regge molto sull’interpretazione del corpo, dello sguardo, degli occhi; altrimenti diventa qualcosa di artificioso.
Con Claudia c’era già questa intesa da altri film. Inoltre, lei parla benissimo l’inglese, perfettamente, quindi in questo film, che era tutto recitato in inglese, era importante che la lingua fosse pronunciata e interpretata nel modo giusto. Mia figlia aveva già fatto dei lavori in inglese, quindi nel corso degli anni Linda ha potuto avvicinarsi al genere horror. Abbiamo fatto dei cortometraggi insieme, e poi, ovviamente, le ho mostrato un po’ di roba horror, senza esagerare, ma comunque qualcosa di soprannaturale, rendendo il genere un po’ familiare per lei.
Sul set c’era un rapporto professionale, simile a quello che ho con il resto del cast: regista e attore. Poi, magari quando tornavamo a casa, tornavo a essere papà e marito, ma sul set cercavamo di mantenere sempre un assetto professionale. Devo dire che tutto il cast, sia la parte americana sia quella italiana, si è fuso in un’unica energia. È stato molto bello dirigere questi attori, veramente un’esperienza fantastica.
DOMANDA 5
Tornando al cast in generale, ho trovato particolarmente ispirate tutte le prove attoriali, ma quella di Lorenzo Renzi mi ha colpito moltissimo. Pur senza dire una sola parola per tutto il film è stato letteralmente magnetico nelle scene che lo vedono protagonista. Quanta cura metti nella gestione dei tuoi attori e quanto sei soddisfatto delle loro performance?
Lorenzo Renzi si è dimostrato davvero eccezionale in questo film. Come hai osservato tu, pur non avendo nemmeno una battuta, Renzi riesce a comunicare moltissimo attraverso le sue espressioni e il suo linguaggio corporeo. La sua interpretazione di un personaggio inquietante è perfetta, capace di trasmettere terrore solo con la sua presenza.
Il lavoro su questo personaggio oscuro, imponente e spaventoso è stato davvero notevole. Pensiamo che Renzi abbia guadagnato circa 30 kg per interpretare questo ruolo, un cambiamento fisico che contribuisce notevolmente alla sua presenza scenica e al senso di minaccia che trasmette.
Nel lavoro sui villain, è fondamentale creare una backstory solida. Ho sempre cercato di costruire una storia di fondo per i personaggi, conferendo loro un passato, delle abitudini e delle caratteristiche che vadano oltre il semplice ruolo nel film. Con Renzi, abbiamo fatto uno studio approfondito anche su determinati animali, come il maiale che vive di scarti, e questo ha influito sui suoni unici, che Renzi ha prodotto per il suo personaggio.
È cruciale non sottovalutare questi dettagli e non ridurre l’attore a una figura bidimensionale in un film horror. L’obiettivo è evitare di avere un personaggio che serve solo a fare paura senza una reale umanità o profondità. Il lavoro di Renzi è stato essenziale per conferire al personaggio una dimensione autentica e inquietante.
DOMANDA 6
Il lavoro fatto sugli effetti speciali con il maestro Diamantini è pregevole e da amante degli horror old school mi sono goduto ogni scena ed ho apprezzato tantissimo la scelta di eliminare quasi del tutto la CGI, perchè per quanto possa essere fatta bene non appaga allo stesso modo. Il problema è che mi è preso un coccolone quando invece poi è arrivata quella scena (non spoilereremo quale) dove si è optato per usare il digitale e… non mi è piaciuta per niente :D. Non si poteva fare nulla per evitarla? Un film horror CGI Free è ancora possibile?
Abbiamo utilizzato effetti prostetici realizzati da Diamantini, sui quali abbiamo progettato e lavorato intensamente. Il ricorso al digitale è stato limitato al minimo indispensabile, riservato a piccole correzioni e integrazioni.
In particolare, per la scena di cui parli, è stato fatto un lavoro molto analogico, con l’uso di trucco e stati transitori. Anche in questo caso, non è stato utilizzato il digitale puro; piuttosto, si è fatto un passaggio attraverso il trucco vero e varie fasi di transizione.
Non sono favorevole all’uso del digitale in modo isolato, prendendolo e buttandolo lì tanto per… preferisco usarlo piuttosto per integrare delle scene e migliorarle o integrarle.
DOMANDA 7
Musica, videoclip, cortometraggi, lungometraggi, un romanzo… mancano all’appello un fumetto e un videogioco e dopo possiamo erigere una tua statua in redazione. Hai mai avuto la passione per un fumetto o per un videogioco? Se si, qual’è stato o quali sono stati?
Ho amato moltissimi fumetti e ne ho anche collezionati diversi. Ricordo con affetto la mia collezione di Alan Ford e il Gruppo T.N.T., così come la mia passione per Zagor, di cui avevo una quantità notevole di numeri.
Quando ero più giovane, non perdevo mai un appuntamento con l’Almanacco della Paura! Era per me un evento imperdibile.
Recentemente, con l’arrivo di Barbara Baraldi come curatrice di Dylan Dog, sono tornato a leggere le avventure dell’Indagatore dell’Incubo. La serie ha ritrovato una dimensione più puramente horror, distaccandosi da un’impronta troppo intellettualoide e metafisica, permettendomi di riscoprire un grande amore che è sempre rimasto nel mio cuore.
Grazie di cuore per il tempo che ci hai dedicato ed in bocca al lupo per ogni nuovo progetto Federico.
E allora non vi resta che attendere il debutto del suo nuovo lavoro, The Well, dal primo agosto nei migliori cinema! Restate sintonizzati per una imminente recensione completa, visto che lo abbiamo potuto vedere in anteprima.
Vota o Commenta