Si congiungono le strade dei protagonisti di The Falcon and The Winter Soldier, seconda serie targata Marvel Cinematic Universe approdata su Disney+, dopo un pilot più che convincente.
L’uomo a stelle e strisce
Il titolo “L’uomo a stelle e strisce” risulta perfettamente rappresentativo dell’intento principale di questo secondo arco narrativo: l’introduzione del neo-eletto Captain America, John Walker, dopo il rifiuto dell’incarico da parte di Sam Wilson, successore espressamente designato da Steve Rogers. Il nuovo “uomo a stelle e strisce” è contraddistinto (come intuito nella recensione dell’episodio precedente) da un’evidente dialettica apparenza-verità: se in superficie, infatti, Walker potrebbe rappresentare il modello del figlio che ogni madre desidererebbe, scavando in profondità si configura una personalità decisamente spinosa.
Il nuovo Cap, scelto per le sue caratteristiche fisico-motorie al di sopra della media, è un predestinato passato dall’essere il capitano della squadra di rugby della scuola, all’aver ricevuto tre medaglie d’onore per il suo contributo alla salvezza della patria, ma come ogni “enfant prodige” pecca di superbia, velata sotto una fittizia modestia. Non disdegna le pompose parate in suo onore, le attenzioni degli ammiratori e delle ammiratrici, firmare un autografo sembra per lui l’apice della realizzazione, un evento per cui gonfiarsi il petto d’orgoglio. Il marcio comincia ad emergere, gradualmente, nel rapporto con Bucky e Falcon, che, vedendo sfigurata l’aurea delle vesti divenute grandi grazie a Steve, decidono di non collaborare con il successore del loro caro amico ma allo stesso tempo di non intralciarlo. John Walker, dall’alto del suo egocentrismo, pone allora una condizione ben più stringente che suona tanto come un “o con me o contro di me“ e che va contro tutti i postulati dell’eroe senza macchia rappresentante del lato luminoso dell’America.
Terapia di coppia
Bucky Barnes e Sam Wilson, dopo aver incrociato i loro cammini, si trovano in un conflitto che li porterà all’estrema conseguenza della “terapia di coppia“: il primo rimprovera il secondo di aver disatteso la volontà di Steve rinunciando al ruolo di Captain America e, di conseguenza, condannando ad un’evitabilissima decadenza un’icona tanto importante per il popolo statunitense; d’altro canto il secondo accusa il primo di non sforzarsi minimamente per comprendere il suo gesto e la sua posizione. Anthony Mackie e Sebastian Stan dimostrano una buona alchimia sul set e il rapporto che si instaura tra i loro personaggi si fonda su solide basi narrative. Risultano un team fortemente credibile e drammaticamente interessante, con elementi di conflitto piazzati saggiamente e che, una volta risolti, porteranno ad una coesione finale fondamentale per restaurare l’onore e il lustro del nome di Captain America. Grandissima nota di merito alla chiave ironico-umoristica intrapresa in alcune scene, componente assolutamente misurata, realizzata ottimamente in fase di scrittura e in contesti sapientemente selezionati (al contrario della sempre pronta battutina irritante del personaggio di Darcy Lewis in WandaVision).
Black Falcon
L’inserimento della tematica black, seppur relegato a poche battute, si dimostra riuscito a metà. Il bambino che chiama “Black Falcon” il nostro protagonista, affermando come tale appellativo nascesse dal padre, è un modo simpatico e delicato per far comprendere l’orgoglio della popolazione nera nel vedere che anche uno di loro possa diventare un supereroe. Decisamente meno efficace e fin troppo didascalica, sull’onda delle proteste del movimento “Black Lives Matter“, è la scena che mostra un comportamento decisamente più aggressivo da parte di un poliziotto nei confronti di Sam rispetto a Bucky, trattato con rispetto nonostante fosse effettivamente l’uomo da catturare.
Il passato torna: Civil War
Appare ancora poco chiara, seppur indiscutibilmente interessante, la minaccia del gruppo dei Flag-Smasher, del quale conosciamo il nome dell’apparente leader, Karli Morgenthau, coinvolta insieme agli altri super-soldati in una sequenza di inseguimento e combattimento sopra dei tir in movimento contro Falcon, Winter Soldier, Captain America e il suo aiutante Lemar Hoskins; nel complesso tale sequenza action non si rivela perfettamente riuscita sotto il punto di vista degli effetti speciali e della regia. Bucky cerca senza successo la collaborazione del super-soldato Isaiah Bradley, ex commilitone della guerra in Corea, per fare chiarezza circa l’origine di tale fenomeno. Nel cliffhanger dell’episodio i due protagonisti arrivano ad estremi rimedi cercando le risposte alle loro domande in Helmut Zemo, pericoloso fanatico dell’Hydra che aveva già convinto il pubblico in quel di Captain America: Civil War.
Conclusioni
Nel complesso The Falcon and the Winter Soldier sembra procedere bene sfruttando ed elaborando degli spunti forti ed interessanti; le sbavature segnalate non compromettono affatto la visione della serie, sempre più godibile e coinvolgente episodio dopo episodio.
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