Alan Wake – PC, Xbox 360 – Recensione

Alan Wake – PC, Xbox 360 – Recensione

Alan Wake è un thriller action sviluppato da Remedy e pubblicato da Microsoft Studios nel 2010 come esclusiva Xbox 360 e due anni dopo per PC Windows.

LA STORIA

Alan Wake è uno scrittore (poco allenato nell’attività fisica) che dopo essere arrivato all’apice del successo, grazie ad una fortunata serie di libri gialli, si ritrova in un totale stato di blocco dello scrittore ormai da due anni.

Per questo motivo sua moglie Alice organizza una vacanza in una località turistica chiamata Bright Falls, senza però dirgli che tutto è un espediente per fargli tornare l’ispirazione (o forse sperava potesse fargli fare un po di jogging per allenare il fiato).

I due prendono in affitto un cottage a Cauldron Lake, un lago che si trova proprio in mezzo ai boschi e su cui gira un alone di leggende e misteri.

Il risultato, però, è inaspettato: una misteriosa forza oscura, di notte, entra nel cottage, rapisce Alice e fa perdere i sensi al nostro Alan (ma dai!). Al suo risveglio il nostro scrittore si accorge che non esiste alcun cottage su Cauldron Lake!

Armato dunque solo di una pistola e una torcia, il nostro eroe dovrà comprendere cosa fosse quella forza oscura, cosa stia accadendo agli abitanti di Bright Falls e come salvare sua moglie, tutto questo scappando a destra e a sinistra stanco morto dopo due passi!

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DEPARTURE

Il gioco ci viene presentato con caratteristiche narrative proprie di un romanzo thriller, offre spunti e citazioni a celebri romanzi di Stephen King, ed è ben fatto in questo senso.

Per la maggiore, la storia ci viene narrata, man mano che la vediamo, proprio da Alan Wake come se si trattasse di un libro che sta leggendo o meglio, scrivendo.

Ebbene sì, tutti gli eventi che accadranno nel gioco saranno descritti in maniera puntuale e minuziosa nel manoscritto di un romanzo chiamato Departure, romanzo che Alan non ricorda di aver mai scritto (un po come la facoltà di correre, non ne ha memoria a giudicare dallo straccio fisico che è dopo pochi passi), ma di cui continua a trovare le pagine, che gli danno la possibilità di conoscere gli eventi prima che abbiano effettivamente avuto luogo, senza però avere modo di evitarli oppure prevenirli.

Sul finale non vi spoilero niente eventualemente ci fosse ancora qualcuno che non ha avuto il piacere di conoscere Alan Wake. Vi dico solo: “lasciate ogni speranza voi che giocate”.

A livello narrativo dunque, il gioco è comunque intrigante fin dalle prime battute. La trama tra l’altro è sviluppata in modo interessante e per certi versi ricorderà anche una serie tv, cosa voluta come dimostra la divisione in episodi data ai capitoli del gioco.

NOTE PERSONALI

A livello artistico invece questo gioco merita un elogio particolare.

La grafica è quella che è, si parla di un gioco del 2010 e tutto il resto, ma nonostante ciò sono convinta che regga bene il confronto con i tempi moderni.

Il gioco, peraltro, basa tutto il suo gameplay e la sua storia sulla contrapposizione tra luce ed ombra e la stessa cosa è stata fatta a livello grafico in maniera a mio modesto parere buona.

La cosa per cui ricorderò maggiormente questo titolo (oltre allo stato “bradiposo” di Alan a livelli imbarazzanti che non finirò mai di sottolineare in ogni parentesi tonda) sono le musiche.

La colonna sonora, composta da Petri Alanko, rende perfettamente la giusta atmosfera, ma il tutto viene accompagnato, alla fine di ogni episodio, con una canzone utilizzata su gentile concessione di altri artisti, canzoni che sono sempre semplicemente fantastiche e ti portano a non voler skippare la semplice scritta “End of chapter” per poterle sentire tutte (cosa che invece io ho dovuto fare nei miei video per via del copyright).

Una menzione speciale va alla canzone “War” dei Poets of the Fall, gruppo finlandese che ha composto per il gioco altre due canzoni, fingendosi gli Old God of Asgard, gruppo hard rock di Bright Falls.

LE NOTE DOLENTI

Purtroppo il gameplay si riduce ad un “vai dal punto A al punto B” (e con le carenze fisiche notevoli e lampanti del protagonista, immaginate la fatica quando venivo attaccata dalle ombre) quindi nonostante l’idea di base, davvero interessante, durante i nostri percorsi tutto quello che affrontiamo si ripete, obiettivo dopo obiettivo, rendendo il gioco molto ripetitivo.

Interessante l’idea di inserire come arma una torcia, o anche l’inserimento di lampioni per il salvataggio.

CONCLUSIONI

Un gioco da recuperare se non lo avete giocato, ma forse solo se siete veramente curiosi di scoprire questo titolo atipico che ripeto, di base parte benissimo, ma come quasi tutti i giochi non è privo di difetti, finendo per risultare alla lunga leggermente debole per delle limitazioni nel gameplay.

Alessia Lara Padawan – Romana, youtuber, nerd fino al midollo, adora film, serieTV, cartoni animati ed è malata da anni di una grave forma di dipendenza dai videogames. Il suo motto è: “Se credi anche lontanamente che ne valga la pena… allora GIOCALO!”