YoRHa – Assalto a Pearl Harbour – J-POP – Recensione volume 1

YoRHa – Assalto a Pearl Harbour – J-POP – Recensione volume 1

YoRHa – Assalto a Pearl Harbour – Recensione – 2B è tornata!

Per tutti i fan della serie di Drakengard/NieR, c’è nuovo materiale sul mercato, dopo la serie anime di NieR. YoRHa – Assalto a Pearl Harbour, edito in Italia da J-POP, si presenta come “una storia di NieR:Automata”. Le unità d’assalto YoRHa, e la nostra amata 2B, sono tornate con una nuova avventura, prequel rispetto agli avvenimenti del gioco.

Questa “nuova storia”, disegnata da Megumu Soramichi e supervisionata dal maestro Yoko Taro, mostra le unità d’attacco per la riconquista del pianeta terra, impegnate in una missione che ribalterà gli equilibri interni della fondazione stessa, ma andiamo con ordine.

Dal primo volume del manga, si può evincere essere impostato come una storia a sé stante. Ciò lo rende adatto alla lettura sia dei veterani della lore di NieR, che ai novizi. Facciamo prima, però, un passo indietro.

Cosa sono le unità YoRHa?

Anno 11945, l’umanità ormai si è stabilizzata sulla Luna, costretta ad abbandonare il pianeta Terra diversi secoli prima per via di un’invasione aliena. Sono stati fatti diversi tentativi di riconquista del suolo terrestre e le nostre amate unità d’assalto non sono di certo il primo. Nei quasi 9000 anni che separano il nostro presente dal loro, l’umanità si è effettivamente data da fare più e più volte. Unità no. 2 è una recluta con performance e personalità modeste, nella media. Si, insomma, non eccelse ma sufficienti per trovarsi dove si trova, nell’organizzazione il quale scopo è la riconquista della Terra.

Durante la prima missione (nel fumetto), un plotone di 16 unità vengono decimate dall’azione difensiva delle biomacchine, i tanto temuti nemici dell’umanità. Il capo del gruppo, l’Unità no. 1, viene abbattuta, ed il comando della missione passa a No. 2 la quale, estremamente riluttante, giura a sé stessa di fare il possibile per salvare lei e le sue compagne, costrette a portare a termine la missione.

Il plotone incappa, però, in un agguato delle biomacchine, di gran lunga superiori al numero atteso. Fanno qui l’incontro con un gruppo di soldati androidi che le salvano, nonostante non si fidino di loro. Il nemico del mio nemico è mio amico, certo, ma quando le biomacchine si ritirano, inizia uno stallo alla messicana di difficile risoluzione…

NieRs legacy

Il primo volume promette veramente bene. Getta fondamenta solide per raccontare una storia che segue la falsariga dell’anima della saga videoludica. Solo il tempo ci dirà se è davvero all’altezza. Se la filosofia, l’epicità, lo struggimento ed il senso di perdizione dei giochi sono mantenuti anche qui. Il tutto in un prodotto che mostra sé stesso senza dare nulla per scontato, spiegando tutto al lettore. E, soprattutto, iniziando a fornire le giuste informazioni che, a tempo debito, si andranno ad unire nel puzzle della storia dell’umanità, della loro sconfitta e della loro, tentata, rivalsa.

Per chi conosce la lore, per chi la sta scoprendo, per chi la scoprirà. cit.

Note stonate

Nonostante la sinfonia che rappresenta il primo numero della nuova serie, dolce e malinconica, che rievoca dolci ricordi, ci sono diverse note stonate, tutte dello stesso dominio.

Siamo tutti ben consci degli archetipi di scrittura personaggio presenti nella cultura manga. Un problema del prequel riguarda il suo essere eccessivamente “spudorato” nel presentare personaggi (nuovi) basati interamente su questi archetipi. Il tutto si traduce in un palese intento di fanservice. Per ogni gusto c’è un personaggio! Non è fantastico? Non esattamente, quando ciò è veramente troppo palese. Senza considerare che questo approccio di scrittura porta a personaggi che si alternano tra il sembrare stereotipi su gambe e figure poco approfondite che col corso del tempo impareremo a conoscere. Per poi tornare sullo spudorato fanservice, che rischia di rovinare l’atmosfera.

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Da sempre appassionato di cinema (meglio se horror/slasher e sci-fi), serie tv, libri, anime e manga, musica (meglio se metal) e qualcosina di gaming. Vive nel suo piccolo mondo felice, completamente dissociato dal mondo, rischiando di perdersi l'80% delle nuove uscite. Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn.