Le Cronache del Ragnarok – Recensione Fumetto – Dark Zone

Le Cronache del Ragnarok – Recensione Fumetto – Dark Zone

Di recente è uscito il terzo e ultimo volume di Le Cronache del Ragnarok, fumetto edito Dark Zone, scritto da Debora Mayfair e disegnato da Elisa Yori Sabato.

Ho potuto leggere questa saga grazie alla casa editrice che ha deciso di mandarmi i 3 volumi perché li recensissi in un articolo, quindi eccoci qua.

A questo punto però vorrei fare alcune premesse:

  • Non sapevo che il fumetto fosse basato su una serie di tre romanzi, ma l’ho intuito nella lettura e ne ho avuto conferma cercando sul sito di Dark Zone, va da sé che il mio parere si basa solamente sulla versione a fumetti;
  • Ho una conoscenza quasi nulla dei miti nordici, dei quali vuole parlare – almeno in parte – questa storia;
  • Nella mia recensione devo per forza farvi alcuni spoiler, altrimenti per me sarebbe impossibile parlarne sperando che capiate davvero di cosa tratta, e quali siano le mie considerazioni su questa lettura.
  • Man mano che vi parlerò del fumetto vi darò già, a pezzi, il mio parere, per poi tirare le somme alla fine. Questo perché ci sono tantissime cose che vorrei dire, perciò preferisco commentare il tutto man mano.

Detto questo, iniziamo!

Le cronache del ragnarok

La trama di Le Cronache del Ragnarok

Ci troviamo in un mondo nel quale esistono re, regine, cacciatori, lupi e incubi. Infatti la storia si apre con Bianca, la prima delle protagoniste, che apprende queste nozioni dalla madre.

Re e regine non sono però veri e propri regnanti, bensì persone che hanno delle capacità. Per esempio esistono re della bontà, ma anche della persuasione e dell’energia. Cosa significa? Lo lascio alla vostra immaginazione: dopotutto, nell’opera non viene mai davvero spiegato.

Una cosa che non è chiara è se tutte le persone del mondo narrativo di Le Cronache del Ragnarok ricoprono uno di questi ruoli, o se alcune vivano restandone completamente all’oscuro. Ma lasciamo perdere.

Vediamo poi Bianca da adulta e scopriamo che ha appena passato la notte con un ragazzo che, la mattina successiva, scopre sia il suo ex. Si tratta di Hallbjörn.

Bianca adesso sta insieme a Teo, però ha dimenticato i trascorsi con lui perché gli incubi la attaccano ogni notte, cancellandole i ricordi.

Inoltre scopriamo che lei è una regina degli spiriti, ovvero ha il potere di piegare gli spiriti al suo volere. Vedremo questo potere in azione nell’opera? Assolutamente no. Quello che vediamo invece è che è una veggente con la capacità di prevedere il futuro quando guarda negli specchi.

La nostra Bianca si trova in una situazione scomoda adesso, perché ha inizio una convivenza non solo con il suo ragazzo, ma anche con l’ex che non ha mai davvero dimenticato.

La trama sul sito dell’editore

Sinceramente mi è difficile parlare davvero della trama, questa più che altro è la situazione iniziale, perciò mi rifaccio al sito dell’editore:

Quello che ci definisce sono le esperienze che abbiamo vissuto, ma… se non ci ricordassimo più chi siamo o cosa siamo in grado di fare?

Bianca non immagina nemmeno di doversi difendere dagli Incubi, o che gli ingranaggi del Ragnarok, creati da lei stessa in un tempo dimenticato, stanno iniziando a muoversi e incastrarsi a ogni suo passo.

Il futuro del mondo è nelle sue mani.

Okay, penso che questa trama abbia fatto ben poca luce sulla questione. Inoltre, a me che mi sono sentita confusa e spaesata mentre leggevo l’intero primo volume, ha confuso ancora di più.

Bianca stessa aveva creato gli “ingranaggi” del Ragnarok, ovvero della fine del mondo per come viene raccontata nella mitologia nordica? Okay, buono a sapersi.

Dato che il fumetto si basa su un romanzo, vediamo qual’è la trama dell’opera originale:

Bianca sta finalmente ritrovando il suo equilibrio.

Ha chiuso la relazione affettiva con Teo, ma non il suo rapporto con l’uomo, disposto a tutto, anche a mettere a repentaglio la sua vita, per proteggerla. Lui è il suo Cacciatore. Lei una Regina degli Spiriti. Il legame che li unisce è saldo come l’acciaio. O almeno è quello che credono entrambi.

Il ritorno del primo amore di Bianca, Hallbjörn, dall’Islanda, metterà infatti a dura prova non soltanto il rapporto tra lei e Teo, ma anche la salute psichica della ragazza, messa sempre più in crisi dalle frequenti lacune nella sua memoria.

Enormi falle nei suoi ricordi le impediscono di rammentare fino in fondo chi lei sia e quale sia il suo ruolo.

Quello che infatti Bianca non immagina è che gli ingranaggi del Ragnarök, creati da lei stessa in un tempo dimenticato, stanno iniziando a muoversi e incastrarsi a ogni suo passo. Il destino dell’universo è appeso a un filo e alla sua capacità o meno di ricordare…

Anche qui noto degli elementi che purtroppo non si possono cogliere nella lettura del fumetto, ma lasciamo perdere.

Ci viene detto che “il futuro del mondo è nelle sue mani” e che “il destino dell’universo è appeso a un filo e alla sua capacità o meno di ricordare”, ma la verità è che nella lettura i personaggi sembrano procedere perché trascinati dagli eventi verso un unico possibile epilogo.

Le cronache del ragnarok

 

I personaggi e i rapporti che li legano

Come avrete intuito, la mia esperienza di lettura del primo volume è stata estremamente confusa. A peggiorare la situazione ci sono le pagine di diario della protagonista che raccontano qualcosa dei suoi ricordi ormai perduti.

Almeno per una parte del volume esse si alternano alla storia che procede in fretta, senza indicazioni di tempo o di luogo.

Quello che ci viene mostrato, oltre agli incubi che attaccano la protagonista di notte, è la sua relazione con i due ragazzi che formano con lei un triangolo amoroso.

Solo a fine lettura, sentendo il bisogno di informarmi su ciò che avevo appena letto, ho scoperto che è un paranormal romance. Sinceramente non lo avrei detto, mi è sembrata solo un’opera fantasy dal contesto molto vago.

La storia d’amore, per quanto presente in ogni singolo volume, non riesce assolutamente a coinvolgere, forse perché circondata da elementi che mettono confusione e basta.

Eppure è presente in ogni volume, e in ognuno di essi ci propone dei triangoli amorosi! Triangoli che però non riescono a far “tifare” per l’uno o per l’altro personaggio, né rendono interessante la lettura in alcun modo.

Le cronache del ragnarok

Purtroppo, invece che parlarsi chiaramente, i personaggi di questa saga preferiscono disseminare indizi e scappare. Così Bianca fugge in Francia in quello che sembrerebbe un tentativo di buttarsi tutto alle spalle, quando invece sta solo aspettando di essere raggiunta dall’interesse amoroso designato.

L’altro ragazzo invece si spinge al coma pur di proteggerla nei sogni, facendola solo arrabbiare, per poi ricomparire come se niente fosse. Inoltre solo una volta lo vediamo che la protegge e non si sente affatto il peso della situazione, perciò questa sua azione (come il suo ritorno, che passa inosservato) perde completamente di significato. Stupendo!

E non l’ho detto prima, ma uno dei due ragazzi è un cacciatore e quindi ha il compito di proteggere lei, in quanto regina. L’altro invece è un lupo, perché lo erano i suoi antenati perciò conserva i loro istinti animaleschi.

E perché Bianca deve essere protetta? Perché gli incubi stanno cercando di farla cedere al gelo, che la renderebbe un incubo a sua volta.

Sarebbe tutto molto più facile, in questa saga, se i personaggi parlassero invece di disseminare indizi o tenere tutto per sé. Purtroppo non è così, e quindi la lettura è resa spiacevole non solo dalla confusione generale, ma anche da questo.

In ogni caso, la sua fuga in Francia le permette di conoscere due personaggi che saranno presenti nei due volumi successivi.

Non tutto è chiaro in questo primo volume, anzi gli elementi confusi sono più di quelli comprensibili.

Nel secondo volume abbiamo un cambio di protagonista e così conosciamo Iris, la sorella di Hallbjörn.

Anche Iris è divisa tra due possibili interessi amorosi: Etienne e Manuel, detto Máni. Ebbene sì, amanti della mitologia nordica, avete capito. O forse le cose non andranno come credete, chissà.

Infine, nel terzo volume la protagonista è Margot, di cui scopriamo man mano i poteri. Margot non è una regina, bensì una cacciatrice, ma ha un ruolo molto importante nella vicenda.

Un ruolo già scritto in un destino che deve avverarsi, verso il quale tutti i personaggi sono trascinati senza possibilità di appello. E non c’è premonizione che tenga, non per provare a cambiare il futuro almeno.

Anche Margot è divisa tra due interessi amorosi – inaspettato, vero? – per i quali non si riesce a fare il tifo fino in fondo.

Da appassionata di storie d’amore mi spiace dire che non ho percepito affatto il peso della componente romantica in Le Cronache del Ragnarok, anzi le parti dedicate alle protagoniste insieme ai loro interessi amorosi le ho trovate inutili.

Inutili, se non per il fatto che era necessario che una di loro avesse dei figli, ai fini della trama e di un futuro già scritto. Ma anche qui, le cose succedono talmente in fretta che non si riesce a rimanere coinvolti, o sorpresi, ma solo confusi.

E a cosa servivano i triangoli amorosi tra i personaggi? A coinvolgere il lettore, a incuriosire e a tifare per l’uno o per l’altro, no di certo, perché tutto sembra solo piatto, veloce e confusionario.

Le cronache del ragnarok

I riferimenti alla mitologia nordica

A questo punto ci tengo a ripetere che ho una conoscenza quasi nulla della mitologia nordica, e mi sono approcciata a Le Cronache del Ragnarok senza saperne niente. Mi aspettavo dei riferimenti, certo, ma sono rimasta decisamente delusa.

Sicuramente ci sono, magari anche dove non li ho minimamente colti, il punto è che noi lettori non abbiamo i mezzi per capirli.

Vorrei prendere il discorso alla larga, nella speranza di riuscire a farmi capire meglio:

La mitologia greca è un argomento di cui non tutti sanno qualcosa ma, almeno in una minima parte, si presume che l’abbiamo studiata a scuola, oppure che l’abbiamo vista in qualche film. Eppure quando parlo di fumetti che riguardano o rivisitano i miti greci, spesso mi ritrovo davanti persone confuse che non capiscono i riferimenti ai personaggi.

La mitologia nordica, come conoscenza generale, è ancora meno diffusa. Magari conosciamo alcuni dettagli o i nomi di alcune divinità, a furia di sentirli citati in film e altre opere, ma il resto non lo abbiamo mai nemmeno sfiorato, se non siamo appassionati di queste cose.

Il Ragnarok, per esempio, è il termine che si riferisce alla fine del mondo, e magari qualcuno di voi non lo sapeva anche se ho voluto lasciarlo sottinteso fino a questo punto della recensione.

Leggendo Le Cronache del Ragnarok non è possibile capire quali siano questi riferimenti alla mitologia nordica, a meno che non ne siamo già appassionati.

A questo proposito, avrei preferito trovare delle note che li facessero notare, o delle brevi spiegazioni/citazioni tra un capitolo e l’altro.

Ma, come non sono indicati i riferimenti ai luoghi e al tempo che passa, non ci sono neanche queste.

E così a fine lettura, confusa anche dopo ciò che ho letto nel terzo e ultimo volume, ho dovuto cercare da sola, su Google, tutto ciò che potesse essermi utile a capire.

Quindi ho capito che il gelo a cui possono cedere re e regine, provocato in qualche modo dagli incubi, sarebbe un segno dell’inizio del Ragnarok.

Ho capito che Hati e Sköll, il lupi nominati più volte nel racconto e che dovrebbero inseguire rispettivamente sole e luna, si rifanno alla mitologia nordica.

Ho capito anche che il Ragnarok non è solo fine ma anche rinascita, sebbene sia la fine che il nuovo inizio in questo fumetto non vengono né mostrati davvero né fatti comprendere.

E purtroppo non ho capito cosa c’entri la dea egizia Bastet con la mitologia nordica, né cosa sia questa storia di re, regine, incubi e chi più ne ha più ne metta.

Mi sembra impossibile che il fumetto sia destinato solo ai lettori che possono capire da soli tutti i riferimenti, eppure sembrerebbe così, perché gli altri restano all’oscuro fino alla fine.

Le cronache del ragnarok

I disegni di Le Cronache del Ragnarok

L’unica cosa che mi sento di salvare di quest’opera sono i disegni, a cura di Elisa Yori Sabato. Conoscevo già il suo tratto perché ho letto le sue opere precedenti, autoproduzioni che lei ha definito come degli esperimenti, ma che sono decisamente interessanti.

In una di esse, dal titolo Eris, le autrici rivisitano le divinità greche concentrandosi proprio sulla dea della discordia, raccontandocela in una chiave del tutto nuova. Inoltre in quel fumetto compaiono anche delle divinità norrene, a intrecciarsi con quelle greche. Ne avevo parlato in un video dedicato sul mio canale YouTube.

In Le Cronache del Ragnarok, Elisa Yori Sabato si è occupata solamente dei disegni, mentre la sceneggiatura è stata realizzata da Debora Mayfair, autrice dei romanzi originali.

E i disegni, per quanto io abbia notato comunque qualcosa di strano in alcune tavole, sono davvero piacevoli; soprattutto nelle illustrazioni all’inizio dei capitoli, che ci mostrano i diversi personaggi, ma anche nelle pagine più particolari dove vediamo i sogni o le premonizioni.

Non posso giudicare davvero i disegni perché sono solo una lettrice con nessuna competenza in merito, ma posso dire di averli trovati molto piacevoli.

Le cronache del ragnarok

Tirando le somme

Il mio stato d’animo nel corso della lettura di questi tre volumi è stato immutabile: ho provato solo confusione.

Il terzo volume è stato un po’ più interessante perché qui si scoprono un po’ di cose. Inoltre scopriamo la natura circolare dell’opera (che la rende perfetta per essere letta tutta d’un fiato, senza attese tra un volume e il successivo).

Però anche quest’ultimo volume è una confusione totale, infatti non capiamo né cosa sia successo al mondo né perché uno dei personaggi si sia infiltrato in un circo. Giusto per nominare due cose.

Il finale non riesce a salvare il mio parere, perché ho dovuto fare da sola le mie ricerche e non sono riuscita comunque a capire completamente quello che ho trovato nelle pagine di Le Cronache del Ragnarok.

È un’opera che procede di fretta, mostrandoci a pezzi la vita delle protagoniste mentre il tempo corre e gli eventi si susseguono, ma non si fanno comprendere davvero.

Procede così in fretta che ho pensato sembrasse l’adattamento uscito male di un libro, ancor prima di fare le mie ricerche e scoprire che effettivamente si basa su una trilogia di romanzi.

Sempre facendo ricerche ho scoperto che è un paranormal romance, quando io lo avrei definito “fantasy dal contesto vago”, come dicevo.

A questo proposito sarebbe stato bello trovare una parte narrata che accompagnasse le scene e i dialoghi, almeno per spiegare certe parti che non si riescono a capire davvero.

Allo stesso tempo sarebbe stato bello trovare delle indicazioni dei luoghi e del tempo, almeno per capire quanto ne fosse passato tra una scena e l’altra.

Le pagine di diario di Bianca nel primo volume potrebbero essere interessanti per capire quanto di lei ancora non sappiamo (e soprattutto, lei non ricorda più). Purtroppo non riescono davvero a incuriosire anzi sono un altro elemento di confusione. Questo perché si alternano a momenti in cui Bianca è con Teo o con Hallbjorn, ambientati nel presente, che sembrano fini a loro stessi.

E tutto quanto viene raccontato in un modo superficiale, che ci trascina di corsa verso un finale già previsto, destino apparentemente immutabile.

Nelle ultime pagine è chiaro che qualcuno abbia fatto una brutta fine, ma non è chiaro cosa sia successo al mondo, o a tutti gli altri. Almeno finché non ci si fa da soli le proprie ricerche, per capire cosa prevede il Ragnarok nella mitologia nordica!

Fosse per il fumetto, resteremmo confusi o con certezze sbagliate fino all’ultima pagina. Ma per fortuna c’è Google e possiamo consultarlo per toglierci i dubbi e avere le nostre risposte, e quindi va bene così. Giusto?

L’opera funziona così bene che non si percepisce chi sia il vero nemico. L’incubo di nome Manuel? La dea egizia Bastet? O forse il Ragnarok stesso, destino impossibile da fermare?

Sinceramente non so dirlo, posso solo affermare che il finale non dà alcuna soddisfazione nemmeno in questo senso.

Le cronache del ragnarok

Le protagoniste della storia

Tra i personaggi, quello che conosciamo meglio di tutti è Bianca. Peccato che lei stessa non si conosca, perché sta perdendo gradualmente i ricordi. La conseguenza è che viene sballottata da una parte all’altra da gente che le tiene segreta la verità (ve lo dicevo, sarebbe stato troppo bello se i personaggi si fossero parlati tra loro, anziché fare sempre i misteriosi), o che vuole manipolarla e ci riesce benissimo.

Alcune sue scelte risultano proprio incomprensibili, possiamo spiegarcele (solo fino a un certo punto) proprio dicendoci che è stata manipolata, cosa che senza dubbio avviene.

Questa è la nostra protagonista e no, non c’è un vero e proprio “riscatto” alla fine, quindi nessuna soddisfazione neanche qui.

E le altre protagoniste?

Iris viene sballottata tra un interesse amoroso e l’altro per poi tornare a essere un personaggio secondario. E adesso mi domando, tutto ciò è servito a qualcosa? Non mi sembra.

Ah no, scusate! Anche lei si fa manipolare e questo sì che ha delle conseguenze.

Su Margot non voglio esprimermi invece, per non fare ulteriori spoiler, visto che il suo volume è l’ultimo.

I giorni successivi alla lettura, per schiarirmi le idee e capire come impostare la mia recensione, oltre a fare ricerche ho parlato dell’opera ad altre persone. L’impressione che hanno avuto è che in questa saga ci siano troppi elementi e succedano troppe cose tutte insieme. Così tante che il risultato sembra un “voler raccontare più libri in uno”, e in effetti leggendo non ho percepito una linearità chiara, tanto da non aver saputo raccontarvi la trama come si deve.

Se poi aggiungiamo che ogni cosa non viene spiegata e non se ne capisce davvero il senso, direi che abbiamo il quadro completo.

Le cronache del ragnarok

A chi consiglio Le Cronache del Ragnarok

Mi viene sinceramente difficile consigliare questo fumetto, devo ammetterlo, però ecco chi potrebbe volerlo leggere:

  • Chi ha apprezzato la trilogia dei romanzi e vuole riviverli in una chiave diversa;
  • Chi è già appassionato di mitologia nordica, e quindi ha i mezzi per capire i riferimenti.

Mi piacerebbe proprio sentire il parere di qualche appassionato, così da scoprire se i riferimenti sono solo i pochi che ho notato, o se c’è molto altro che il fumetto in sé non permette di capire. Inoltre mi piacerebbe scoprire quanto è stato preso dalla mitologia e quanto è stato rivisitato dall’autrice.

Purtroppo a me questa lettura non ha lasciato niente, se non tanta confusione.

L’unica cosa che vi raccomando, se volete buttarvi in questa avventura, è di comprare tutti e tre i volumi. In questo modo potrete apprezzarli insieme, sia per non dimenticare nessun dettaglio nell’attesa tra un volume e l’altro (i dettagli che si capiscono sono pochi, sarebbe un peccato dimenticarli), sia perché la storia ha una struttura circolare, e quindi è fatta per essere letta per intero.

Non vi posso però garantire che alla fine capirete tutto, giustificherete davvero le azioni delle protagoniste e vi troverete soddisfatti dell’esperienza di lettura.

In conclusione

Forse bisognerebbe leggere i romanzi originali per capire davvero tutto quanto, ma ciò che ho trovato nei fumetti non mi ha incuriosita assolutamente riguardo ai romanzi. Anzi, non mi stupirei se in un prossimo futuro li trovassi recensiti da alcuni personaggi del web noti per le loro recensioni di libri di dubbio gusto.

Inoltre penso che un fumetto debba essere un prodotto finito, un buon prodotto, anche se si basa su un romanzo. Chiaramente non può essere adattato tutto, è ovvio che qualche dettaglio mancherà. Infatti potrebbe far venire la voglia di leggere anche il romanzo, per scoprirne le piccole e grandi differenze.

Però, se il fumetto non si può godere come opera a sé stante ma diventa solo fonte di confusione e insoddisfazione, che senso ha?

Cosa sarebbe successo se la casa editrice, prima di pubblicare il fumetto, l’avesse dato in pasto a qualcuno completamente digiuno sia dei romanzi originali sia della mitologia nordica? Forse avrebbe manifestato la mia stessa confusione, e sarebbe stato chiaro dove rimettere mano all’opera prima che fosse troppo tardi.

Nello specifico si potevano inserire delle note riguardanti gli elementi della mitologia nordica, ma anche una narrazione che accompagnasse eventi e dialoghi, se proprio non andavano toccati trama e personaggi. Tutto avrebbe funzionato molto meglio.

Ringrazio come sempre Dark Zone per la fiducia, per avermi mandato i tre volumi di Le Cronache del Ragnarok chiedendomi una recensione sincera.

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Appassionata di Manga e di Fumetto in generale, gestisce un canale Youtube e una pagina Instagram dove condivide le sue letture. Fan di Star Wars da sempre, si è aperta ultimamente ad altre saghe nerd scoprendo un mondo meraviglioso. Con due amici porta avanti un progetto per sostenere il Fumetto Italiano in tutte le sue forme, dalle case editrici più conosciute alle piccole realtà indipendenti. Nella “vita vera” studia Grafologia con l’intento di approfondire ogni applicazione della disciplina, per poter lavorare in questo campo, un giorno. “Noi siamo ciò che scriviamo.”