C’è Ancora Domani – Recensione – Paola Cortellesi
Paola Cortellesi al suo esordio come regista, porta nelle sale C’è Ancora Domani un film emozionante ambientato nel secondo dopo guerra, ed ecco la nostra recensione.
Paola Cortellesi donna dai mille talenti aggiunge al proprio arco una nuova freccia quella da regista, portando nelle sale italiane il suo film C’è ancora domani, commedia drammatica ambientata in una Roma post seconda guerra mondiale, che ti rapisce per tutta la durata del film regalandoti anche momenti di riflessione, portando lo spettatore a valutare divere chiavi di lettura.
La Trama
In una Roma del Dopo Guerra a ridosso delle prime elezioni politiche con diritto di voto alle Donne, conosciamo Delia (Paola cortellesi) una madre e moglie vittima di un sistema patriarcale fin troppo radicato e tossico, la cui vita oscilla in un loop che la vede sia come angelo del focolare, sia come donna disposta a fare tanti piccoli lavoretti pur di sbancare il lunario ed aiutare il marito Ivano ( Valerio Mastrandrea).
Delia vive una vita di stenti, succube di un marito estremamente violento e di un suocero bisbetico, vita che sopporta privandosi anche delle piccole gioie pur di garantire un futuro migliore alla sua primo genita Marcella (Romana Maggiora Vergano), ormai in età da matrimonio e vittima anche lei di un sistema patriarcale pronta ad incastrala per sempre in un circolo ripetitivo, circolo che Delia deciderà in qualche modo di interrompere dopo l’arrivo di una misteriosa lettera che farà nascere in quest’ultima un desiderio.
Lato tecnico
L’intera pellicola è realizzata totalmente in bianco e nero, ispirandosi alle pellicole d’epoca ricreando quella magia del cinema di una volta, la narrazione del film è scandita da un comparto sonoro di rilievo che riesce a far crescere nel pubblico emozioni non indifferenti sia nelle scene di transizione sia nelle scene dove la carica emotiva è preponderante.
Una regia che cerca di divulgare al meglio il periodo storico in cui ci troviamo, non lesinando su nulla anzi facendoci vedere ogni singolo momento da quella felice a quello più cupo, ad esempio nella prima scena in cui vediamo Ivano malmenare Delia, al Cortellesi non tralascia nulla, facendo salire nello spettatore la sensazione di fastidio per quanto sta succedendo davanti ai suoi occhi, ma lo fa giocando con una sorta di ballo ironico, lasciando lo spettatore tra la risata e il fastidio per quanto sta succedendo.
Paola Cortellesi con questo film devo ammettere mi ha stupito ed emozionato come da tanto non succedeva con una pellicola italiana, un finale d’impatto e con un messaggio veramente significativi, rivolti sia al pubblico femminile sia a tutti, in quanto si è vero la pellicola parla alle donne e valorizza tantissimo la scena del primo voto di tutte le attrici comparse anche solo per un frame sullo schermo, ma parla anche a tutti noi a tutta l’Italia secondo me, ci grida ci sprona a non rimanere in silenzio a non voltarci dall’altra parte davanti ai problemi, anzi tutt’altro grida forte e chiaro se qualcosa non va, se anche tu identifichi che ce un problema lotta per cambiare e risolvere, così come fecero migliaia di donne alle loro prime elezioni presenziando in massa e iniziando una lotta che da allora non si è più fermata per far sentire la loro voce, per poter dire io esisto e ho diritto di dire la mia.
In conclusione vi invito a recuperare questo film al cinema e di dare ancora una speranza al cinema italiano, cinema che in mano a registi volenterosi di raccontare una storia, se pur alle prime armi, sa ancora regalare tanta magia.
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