Barbie (2023) – Recensione – Greta Gerwig

Barbie (2023) – Recensione – Greta Gerwig

Il film di Barbie non è un semplice film che parla di Barbie, ma è un viaggio che ti riporta alla mente tutte le storie che inventavi da bambina, mentre sognavi di crescere e diventare proprio come quella bambola “stereotipo”.
Ma Barbie non è solo questo. Barbie è un simbolo per milioni di bambine e bambini che  vogliono diventare qualcosa di più e la regista Greta Gerwig ce lo ha mostrato alla perfezione.

I’m a Barbie Girl, in a Magic World

Così cantavano gli Aqua nel 1997 e guardando la pellicola, sembra proprio di trovarsi in quel mondo magico, dove tutte le donne sono Barbie e tutti gli uomini sono Ken ( tranne Alan, di lui ce n’è uno solo ).  I personaggi principali sono la bellissima e aggiungerei bravissima Margot Robbie nel ruolo della protagonista e Rayan Gosling, che non ha bisogno di nessuna presentazione, nel ruolo di uno dei Ken. Nella prima parte del film ci viene descritta la città di Barbieland, un posto idilliaco, dove tutti i giorni sono uguali, piena di donne che ricoprono tutti i ruoli lavorativi, dal Presisente degli Stati Uniti, al Medico, dall’Avvocato, al Fisico. Quindi un mondo in rosa, dove la quota rosa corrisponde al 100%. Ma la nostra protagonista comincia sentire che qualcosa non va, che forse c’è un malfunzionamento. Questo la porterà a intraprendere un viaggio verso il mondo reale. Qui troverà le sue risposte?

E Ken? Quale è il suo ruolo se non quello di seguire Barbie? O di mettere in mostra gli addominali? La regista ha risposto anche a queste domande, infatti potrete vedere Rayan che, interpretando i panni del bel biondo amico di Barbie, compie anche lui un viaggio nel mondo reale per scoprire quale possa essere il suo vero ruolo.

Scintillio e Coreografie

In un film su Barbie di certo non possono mancare glitter, canzoni e tante coreografie e qui ce ne sono abbastanza. Ricordiamoci però che non si tratta di un musical. Nonostante ciò tutta la colonna sonora e le varie canzoni, per citarne alcune i brani “Barbie World” di Nicky Minaj o la intro di Lizzo “Pink” si sposano benissimo con la storia. Anche le coreografie sono degne di nota e i due attori protagonisti, così come il resto del cast, le hanno eseguite alla perfezione.

Per quanto riguarda la sceneggiatura la Gerwig ha fatto un lavoro impeccabile, ogni personaggio ha il suo spazio all’interno della storia e nulla è lasciato al caso. Anche le scenografie sono sufficientemente “plasticose” e rispecchiano al meglio il mondo irreale in cui vive Barbie. Il tutto è molto grottesco, ma non troppo.

La fotografia non risulta troppo stucchevole, giocando comunque sui toni del rosa che vengono un pò smorzati da alcune vicende nel corso del film.

In fine vorrei sottolineare la bellezza dei costumi, molto ben fatti e fedeli a quelli delle barbie di un tempo, create dall’ imprenditrice Ruth Handler, anche lei sarebbe sicuramente soddisfatta della realizzazione della pellicola.

Parliamo di Barbie

Non dimentichiamoci che si sta parlando di Barbie e quindi della famosa bambola Mattel, che personalmente riempiva i miei pomeriggi da bambina. Ancora ricordo la gioia nello scartare un regalo, che sia di compleanno o Natale e vedere quel marchio rosso sulla scatola. Quella diventava la protagonista delle storie più avventurose e fantasiose. Una vera e propria palestra per l’immaginazione. Se solo penso a tutti i vestiti e tutte le acconciature fatte mi torna la voglia di riprendere una bambola nelle mani e ricominciare a giocare.

Però si cresce, si mettono da parte le Barbie, si comincia a vivere nel mondo reale e come Barbie, si affrontano difficoltà, grandi o piccole che siano, presenti nella vita di tutti i giorni. Troveremo questo passaggio anche all’interno del film dove, oltre allo scintillio rosa, vengono affrontate tematiche attuali, come la parità dei sessi o la lotta contro il patriarcato, sempre però ricordando che la visione è adatta  ad un pubblico di tutte le età.

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Nata nelle terre di Heidi, è cresciuta a forza di arrosticini e vino. La tecnologia non è il suo forte, ma da quando ha comprato il suo primo computer ed ha iniziato a giocare con i videogiochi, ha abbandonato il piccione viaggiatore.