Conferenza Stampa Play 2023 – Giocare è una cosa seria

Play 2023 – Conferenza stampa

Riconosciuta a livello nazionale come una delle fiere più importanti sul gioco “analogico” e nota anche a livello internazionale, quest’anno la quattordicesima edizione si presenta con più di 700 eventi, un tema dedicato alla narrativa nel mondo del gioco e una frase di battaglia importante: “Giocare è una cosa seria”.

Lunedì 15 Maggio si è svolta la conferenza stampa del Play 2023, dove è stato presentato un programma molto corposo, con eventi anche nettamente diversi tra loro ma tutti dedicati al 100% al mondo del gioco analogico (gioco da tavolo, GDR, miniature, gioco di carte, LARP eccetera). Si tratta di una manifestazione che si è espansa non solo a livello di visitatori ed espositori partecipanti, ma anche di spazi effettivi come ci spiega Marco Momoli, consigliere delegato di Modena Fiere:

“Parliamo di quasi trentamila metri quadrati di area coperta, 5 padiglioni, 150 espositori. Ci sono oltre 2500 tavoli di gioco che sono stati posizionati con più di 7000 sedie. È una manifestazione che per noi è un punto d’onore e una medaglia, che è stato possibile costruire in tutti questi anni grazie ad un network saldo, con ottimi rapporti tra le varie parti e che lavora gomito a gomito durante i mesi preparativi. Play non è una fiera ma un festival del gioco: è un evento dove le persone non vengono solo a vedere gli stand ma anche a provare, giocare e a fare un’esperienza di gioco; è un modo per tutti per venire e sperimentare, per avvicinarsi ai giochi e provare a giocare anche con persone di rango mondiale.”

E gli spazi di Modena Play non si limitano soltanto alla zona del quartiere fieristico, ma si espandono anche alla città stessa, con il Fuorisalone “Play in the city” nel centro storico, nelle biblioteche, all’interno della Galleria Europa del Comune di Modena e per la prima volta presso la Fondazione San Carlo con un programma di attività interamente gratuite. Dallo spettacolo interattivo dedicato all’affascinante storia dei partigiani della Brigata Maiella, al live role play della Croce Rossa Italiana “Hold the line”, all’escape room preparate assieme all’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, all’urban game con la collaborazione dell’Istituto Storica di Modena e molto altro ancora, le proposte in città fatte ai visitatori sono variegate e accessibili a tutti.

Inoltre il tema del Play di quest’anno è dedicato nientemeno che alla Narrazione, un elemento molto importante nel mondo ludico in generale. Ce lo spiega brevemente Andrea Ligabue, direttore artistico della fiera:

“Quest’anno, per festeggiare i 100 anni dalla nascita di Italo Calvino, abbiamo deciso di porre come tema “narrazioni incrociate”, il gioco come macchina narrativa. Lo riteniamo importante perché il gioco è un potentissimo strumento di narrazione a più livelli, sia come intrattenimento sia come contenuti ; e attorno a questo si sviluppa il festival che, oltre ad essersi affermato come evento di settore importante a livello italiano, è anche riconosciuto a livello internazionale. È un evento che coinvolge oltre 200 marchi ma sopratutto diverse centinaia di associazioni e realtà, parliamo anche dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’istituto Nazionale di Astrofisica, 3 università così come l’associazione Veronesi e quella di Public History…”

E sempre sul tema del gioco e della narrativa uno degli eventi più interessanti sarà molto probabilmente “Play History 2023”, il primo convegno scientifico dedicato al rapporto tra gioco e Storia, che coinvolge 5 università italiane (Torino, Genova, Modena, Milano e Bari), diversi centri di studio e ricerca da tutta Italia; il professor Giaime Alonge, del Dipartimento di Studi Umanistici dell’università di Torino, ha parlato del valore dietro questo convegno:

“La questione della centralità del gioco investe tutti i dipartimenti umanistici: siamo in un momento di straordinaria rinascita del gioco analogico, inaspettata dato che si pensava che, con lo sviluppo del videogioco, l’analogico sarebbe diventato un gioco irrilevante. Questa grande vitalità ha fatto in modo che la scuola e la public history si dedicasse in anni recenti di tutto questo. Nell’università ci sono ambiti in cui v’è consapevolezza che questo mondo è importante, non solo nella divulgazione e nella didattica, ma anche dal punto di vista della ricerca: tutto ciò che riguarda la questione della storia contrafattuale del “what if” investe direttamente la dimensione del gioco. È una realtà molto stimolante e occasioni come queste sono importanti per l’università per rilanciare e reinventare gli studi umanistici.”

E l’uso del gioco a scuola e, di conseguenza, il gioco per lo sviluppo del bambino e dell’adolescente è un altro punto importante della quattordicesima edizione del Play. Il direttore artistico Ligabue ha illustrato questa tematica:

“Un altro punto importante della fiera è creare i giocatori del domani. Ci siamo posti il problema che Play è destinata a crescere, che il gioco fa parte della nostra cultura e abbiamo posto particolare attenzione ai giocatori del domani: abbiamo incrementato in maniera enorme il progetto con le scuole e quest’anno abbiamo oltre 100 classi provenienti da tutta Italia, che vengono in visita al festival per fare scuola tramite il gioco. Abbiamo attivato 4 progetti PCTO con delle classi che saranno non spettatrici ma partecipi attivi della costruzione dell’evento, ma soprattutto abbiamo fatto una politica di ingressi e promozioni che guardano alle famiglie e ai giocatori del domani con particolare attenzione: ai bambini sotto gli 11 anni l’ingresso è gratuito, i minorenni avranno sconti sul biglietto, abbiamo una convenzione con la Younger Card e abbiamo creato dei contenuti specifici sia per i giovani che per i bambini. Abbiamo un padiglione family con diverse offerte e creato un programma che fosse attraente anche per adolescenti e giovani adulti, coinvolgendo anche influencer, doppiatori italiani della marvel e il gruppo degli Inntales.”

Quest’anno Play vuole vuole essere una fiera a 360°, con una programmazione ed eventi che guardano ai più giovani e al tempo stesso proposte innovative dentro il quartiere fieristico e dentro la città stessa; una fiera che vuole dimostrare che il gioco “è una cosa seria” attraverso convegni anche della AUSL di Modena per parlare di “Buon gioco”, come ci racconta Chiara Gabrielli, direttore del programma “Dipendenze Patologiche”.

“Giocare fa bene a tutte le età, non solo ai bambini: fa bene mantenere una testa in grado di giocare, poiché i giochi mettono in contatto le persone con parti anche nascoste di sé e con il mondo circostante, con le esperienze che si fanno. I giochi ci accompagnano fin da piccoli e sono un racconto della nostra vita. La parte più triste è che i giochi s’interrompano nella nostra vita e nella comunità e Play serve a portare avanti il gioco nella comunità. Il gioco è protettivo rispetto alle cose dannose, al malessere e al disagio. Per approfondire gli argomenti abbiamo scelto di far giocare le persone in dei laboratori e poi dopo insieme approfondiremo con esperti del settore e di coloro che si occupano di quando il gioco perde il controllo. Le caratteristiche del gioco buono sono specifiche, ne raccontiamo per evitare rischi e per dire che il gioco fa sempre bene.”

Non dimentichiamo però che Play è, soprattutto, la fiera del gioco: più di 700 eventi che si dipanano tra i vari tipi di giochi analogici, come ci racconta il direttore Ligabue:

“Per il gioco da tavolo abbiamo la fortuna di avere tutti i rappresentativi del gioco da tavolo con le loro novità editoriali; abbiamo anche pensato ad un padiglione specifico da usare come Ludoteca, in cui sarà possibile prendere in prestito giochi, non solo le novità del momento ma anche i grandi classici. Ci saranno due aree di cui una è dedicata ai giochi da due persone e l’altra dedicata ai premi internazionali. Sul gioco di ruolo abbiamo un’area più grande rispetto alle precedenti edizioni e una particolare attenzione alle avventure multi tavolo: le principali avventure si svolgeranno dentro Play, ma una avverrà il sabato sera che avrà come ospite Joshua Fox, autore di fama internazionale. Abbiamo anche creato, per il mondo del tridimensionale, un’area dedicata che si chiama “Play War Pit” in cui, oltre al gioco, ci saranno anche corsi di pittura delle miniature.

Intorno ai padiglioni abbiamo creato il Play Village, un insieme di proposte basate sul gioco di ruolo dal vivo, arene e spettacoli, momenti che possono dare l’opportunità di giocare o di veder giocare a chi sta nella parte esterna; il tutto gira attorno alla “Taverna del Moongha”, la mascotte della fiera, ed è strutturata come una vera osteria dove si può giocare, fare incontri, incontrare gli ospiti, partecipare in un’atmosfera giocosa agli eventi.”

Tanti eventi e tantissimi ospitati invitati per questi tre giorni di gioco. Nota di merito a Francesco Lancia, Creatore di Dungeon and Deejay sulla nota Radio Deejay, che non solo modererà “Videogiochi Improvvisato”, sessione sperimentale di design di un videogioco tra il pubblico e i designer Mauro Vanetti e Jacopo Rovida, ma che ha proposto #Play4Charity: una sessione di gioco di ruolo masterata da Lancia dove i giocatori di aggiudicano un posto al tavolo tramite un’asta di beneficenza a favore dell’AIRC e condotta da CharityStars. Al tavolo con i vincitori si siedono anche Federica Cacciola e Matt Aster di InnTales, quest’ultimo ospite del Play 2023.

Play quest’anno ha presentato un evento di portata gigantesca, e noi come Nerdream saremo lì a godercelo. Vi aspettiamo!

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Appassionata di storie in ogni loro possibile forma e appassionata nel raccontarle in ogni modo possibile, dal gioco alla scrittura. Da sempre giramondo, viene da un luogo conosciuto ma misterioso al tempo stesso, il MOLISE. La sua frase chiave? "Troppo caotica per avere una frase chiave!"