EA Sports PGA Tour – Recensione – Playstation, Xbox, PC

EA Sports PGA Tour – Recensione

EA Sports torna a far golf, dopo una pausa durata fin troppo tempo, con la licenza che era stata acquisita in esclusiva da 2K, e ci presenta il suo EA Sports PGA Tour, che promette faville… come è andata a finire? Venite a scoprirlo proprio qui sotto!

Il golf era dominio pubblico di Electronic Arts dagli anni ’90, con una sfilza infinita di titoli sviluppati per le tante piattaforme videoludiche che si sono avvicendate negli anni successivi, restando attiva sul settore golfistico fino al 2015, per poi abbandonare la nave solo un anno dopo l’addio a Tiger Woods in favore di Rory McIlroy (quest’ultimo infatti è stato presente solo nel 2015, mentre Tiger aveva fatto da padrino dal ’98 al 2013).

Ora la serie torna senza essere associata ad un atleta, così come accadde per le vecchissime versioni che ho divorato su SNES, PC e PS1 ai miei tempi, dal ’90 al ’97.

Calcolate che io sono sempre stato un grande amante di Neo Turf Masters (lo trovate videorecensito QUI), della Neo-Geo, che in sala giochi ha permesso al proprietario della sala di mandare con i miei soldi come minimo 2 figli all’università, quindi sono di bocca buona, ma pretendo prima di tutto divertimento e solo dopo bado al fotorealismo e al buon livello simulativo.

Il nuovo gioco di Electronic Arts è stato progettato per essere un’esperienza di gioco a lungo termine, con molte funzionalità e opzioni di personalizzazione disponibili, e degli elementi cosmetici acquistabili nello store in game, per cercare di attualizzare quelle che sono le meccaniche per generare ricavi dai giochi, finora mai sfruttate per la saga di PGA Tour.

Uno dei principali obiettivi di EA Sports è stato ad ogni modo quello di migliorare la fisica del golf, per rendere il gioco più realistico e coinvolgente. Questo è stato possibile grazie all’utilizzo del nuovo motore di gioco Frostbite, che ha permesso di creare ambienti (soprattutto) e personaggi (un po’ meno) dettagliati e realistici, nonchè di concentrarsi interamente sulla next-gen, con una netta ottimizzazione dei tempi di lavoro.

Ho inserito appositamente quelle diciture in parentesi qui sopra perchè sebbene gli ambienti di gioco diano un feedback superbo, con una riproduzione globale di ottimo livello, non ho visto lo stesso per quanto riguarda gli atleti… non solo nell’aspetto, ma soprattutto nelle animazioni, che mi sono sembrate discrete, ma non spettacolari. Parliamo ovviamente di minimi difetti, ma se mi sono balzate all’occhio determinate situazioni è bene che io ve ne parli.

Avremo ben ventotto campi reali disponibili, riprodotti al millimetro, grazie alla fotogrammetria utilizzata per la riproduzione di ogni particolare.

Ci sarà poi una fisica davvero credibile, che darà ancora più lustro al prodotto, nato con la collaborazione, tra le altre, di TrackMan. Il radar ad uso militare, ora riconvertito ad uso civile è stato in grado di riprodurre alla perfezione le situazioni di impatto tra mazza e pallina e i relativi sviluppi.

PGA Tour presenta poi una serie di modalità di gioco, e più precisamente quattro modalità di gioco offline e tre online. Tra queste spicca la nuovissima modalità The One, che consente ai giocatori di creare un personaggio personalizzato e di competere in una serie di tornei per diventare il miglior golfista del mondo, ma la modalità che più ho amato è stata la modalità Challenges e vi spiego il perchè.

Secondo voi chi è l’acquirente tipo di un gioco di golf? Beh non posso interfacciarmi direttamente con voi, ma vi dico la mia. L’acquirente tipo di un gioco di golf è un amante del gioco del golf. Insomma, parliamo di un pubblico di nicchia, e quindi cosa fare per mandare fuori di testa un pubblico di nicchia? Dargli tutto quello che può servire per infartare nella nicchia! E allora la modalità Challenges permette di calarsi nei panni di un vero atleta di golf di prestigio internazionale, ripercorrendo momenti chiave della sua carriera durante partite di golf che sono oramai entrate nella leggenda per antonomasia.

Uno degli aspetti più interessanti del gioco è però quello della giocabilità. La possibilità di personalizzare l’esperienza di gioco in base alle preferenze del giocatore è una feature vincente e l’ho già detto in una mia precedente recensione (la trovate QUI). Ci sono molte opzioni di personalizzazione disponibili, tra cui la scelta del livello di partenza del proprio PG, la velocità del gioco, il livello di difficoltà e molto altro ancora.

Non mi stancherò mai di dire che non c’è cosa migliore che rendere i giochi moderni come degli abiti su misura che, con degli aggiusti in corso d’opera, e delle variazioni ben determinate, riescono a venire incontro alle esigenze di qualsiasi giocatore. Tutto questo è magnifico non trovate? (Ditemi la vostra nei commenti a riguardo di questa cosa – ndr)

EA Sports PGA Tour è stato progettato per essere un’esperienza di gioco a lungo termine, con regolari aggiornamenti e contenuti aggiuntivi previsti per il futuro. Ciò significa che i giocatori possono aspettarsi di avere sempre qualcosa di nuovo da scoprire e di nuove sfide da affrontare, per un’esperienza che non invecchia e non si logora… almeno sulla carta.

Menzione finale al comparto sonoro, con effetti buoni ed un commento tecnico convincente (ovviamente non localizzato in italiano).

In conclusione, EA Sports PGA Tour è un titolo di golf che segna il ritorno di EA Sports nel mondo dei giochi sportivi. Il gioco presenta molte funzionalità interessanti e tecnicamente, salvo alcune sbavature, ci è parso in piena forma. Grazie all’utilizzo del nuovo motore di gioco Frostbite, il gioco è incredibilmente realistico e coinvolgente, e promette di offrire molte ore di gioco divertente e stimolante ai fan del golf.

Insomma, Electronic Arts è voluta rientrare dalla porta principale ed ora la lotta per la palma di miglior gioco di golf dell’anno sarà sempre più serrata! A voi la scelta…

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”