RECENSIONE – The Mandalorian Stagione 3 Episodio 6

The Mandalorian stagione 3, episodio 6 devia inaspettatamente dalla rotta che tanto mi stava piacendo. Questo colpo di coda ha interrotto in maniera ancor più marcata il ritmo, dando una svolta davvero poco piacevole alla narrazione.

Nonostante racconti una storia un po’ irrilevante nella trama principale dell’episodio, The Mandalorian stagione 3 episodio 6 ha un finale importante, che significa grandi cose per gli ultimi due episodi della stagione. Gran parte della stagione 3 di The Mandalorian episodio 6 si è svolta su Plazir-15, un pianeta governato da una duchessa eletta democraticamente e membro del New Republic Amnesty Program. Il capitolo 22: Guns For Hire ha visto Din Djarin e Bo-Katan indagare su una cospirazione di droidi.

Sebbene la trama principale dell’episodio fosse drasticamente estranea alla storia più ampia della stagione 3 di The Mandalorian, è stata usata come ostacolo per consentire a Din e Bo-Katan di parlare con Axe Woves e Koska Reeves. Dopo la missione di riconquistare Mandalore che l’Armaiolo ha stabilito alla fine dell’episodio 5,  Bo-Katan intendeva riconquistare Koska e Axe al suo fianco.

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Questo capitolo ci offre comparsate davvero di spessore. Spessore legato al bagaglio cinematografico e non, che i due attori si portano dietro. The Mandalorian Stagione 3 Episodio 6 offre una narrazione davvero deludente e sottotono. Sembra quasi che gli stessi produttori fossero a conoscenza di tale debolezza e hanno cercato un appiglio inserendo due figure autorevoli, ma soprattutto amate, come Jack Black e Christopher Lloyd. Missione drasticamente fallita. La narrazione centrale, oltre che riempitiva offre una ostacolo di ritmo al tanto atteso atto finale dell’episodio. Momento che vorrei non aver mai visto, ma invece è davvero accaduto.

The Mandalorian Stagione 3 Episodio 6

The Mandalorian stagione 3, episodio 6: la trama

Il viaggio di Bo-Katan e Din Djarin li porta sul pianeta indipendente di Plazir-15, dove i Nite Owls sono stati assunti come corsari. Il loro tentativo di andare direttamente al loro campo è ostacolato dai sistemi automatizzati del pianeta, spingendoli invece a dirigersi verso le strutture ostentate per incontrare la leadership di Plazir-15. È lì che incontrano il Capitano Bombardier (Jack Black) e sua moglie (Lizzo) che stanno organizzando un pasto piuttosto sontuoso e colorato. Dopo un breve retroscena, che rivela che il Capitano Bombardier era precedentemente un membro dell’Impero che ha trovato una nuova vita e amore attraverso il programma Amnesty, la coppia rivela che per concedere a Bo-Katan e Din l’accesso ai Nite Owls, devono essenzialmente completare una ricerca per loro. Plazir-15 sembra essere l’immagine della tranquillità, ma sotto la superficie hanno avuto a che fare con un’improvvisa ondata di attacchi di droidi e le loro regole elette democraticamente non gli permetteranno di gestire la situazione da soli. L’accordo è ulteriormente addolcito per Bo-Katan quando Bombardier si offre di riconoscere Mandalore come sistema sovrano, se completano il compito per loro.

Inizio della fase riempitiva

Bo-Katan e Din hanno deciso di risolvere il mistero, che trasforma “Guns for Hire” in qualcosa di un episodio di una classicissimo giallo. Completo di loschi funzionari governativi, squallide cantine e obitori di droidi. La loro prima tappa è visitare Helgait (Christopher Lloyd) che gestisce la sorveglianza in tutta la città. Mostra loro filmati di una manciata di attacchi di droidi, che li aiuta a costruire una teoria sulla situazione. Quando Din suggerisce di disattivare i servizi droidi, Helgait spiega che i cittadini hanno votato contro l’interruzione dei servizi perché non vogliono lavorare, vogliono rilassarsi e lasciare che i droidi gestiscano tutto per loro. Bo-Katan è convinta che ci sia qualcosa di più grande in atto, ma Din è pronto a presumere che siano solo droidi da battaglia, sottolineando il suo rapporto davvero ostile verso i droidi.

Ugnaught

La loro prossima tappa li porta giù per visitare gli Ugnaught, che sono responsabili della forgiatura e del lavoro sui droidi. Si affrettano ad affermare che non ci sono droidi malfunzionanti, ma dopo alcune educate manovre da parte di Din, forniscono loro informazioni sui droidi che stanno cercando, il che porta i due alla banchina di carico. È lì che trovano i droidi da battaglia riadattati e apparentemente docili che trasportano merci, sebbene Din sia ansioso di inimicarli alla violenza. Una volta attivato il droide da battaglia compromesso, Din e Bo-Katan lo inseguono per la città e riescono a distruggerlo. È su questo droide che individuano una scintilla per la barra dei droidi The Resistor, che li avvicina un po’ di più alla soluzione del mistero.

Quando arrivano a The Resistor, Bo-Katan dice a Din di permetterle di gestire le cose a modo suo, ma non può farne a meno quando si tratta di droidi. Nel momento in cui il barista cerca di eludere l’interrogatorio di Bo-Katan, Din salta dritto in una minaccia di violenza contro i droidi, il che, ammettiamolo, li rende un po’ più disponibili. Viene rivelato che, mentre Helgait ha suggerito che gli umani su Plazir fanno affidamento sui droidi per tutto, i droidi sono in realtà piuttosto preoccupati di essere sostituiti dagli umani. È una trama piuttosto divertente quando nella vita reale gli umani sono preoccupati che la tecnologia li sostituirà. Il droide barista spiega che, a differenza delle cantine non droidi, ai droidi di The Resister viene servito solo un drink: Nepenthé. Scoprono che tutti i droidi malfunzionanti provenivano dallo stesso lotto di Nepenthé, apparentemente contaminato da qualcosa.

The Mandalorian Stagione 3 Episodio 6

Scoperto il mistero

All’obitorio, Bo-Katan e Din continuano le loro indagini e scoprono che il Nepenthé nel droide da battaglia recentemente distrutto conteneva sub-particelle. Ma prima che possano andare molto oltre con la spiegazione, il droide medico va in tilt e inizia ad attaccarli. Din sconfigge rapidamente il droide con la Darksaber, e viene quindi rivelato che il Nepenthé contiene nano-droidi al suo interno, che presentano un codice a catena che li indirizza verso Helgait. Viene quindi rivelato che Helgait è colui che ha commissionato gli attacchi dei droidi per interrompere e attaccare lo stile di vita su Plazir. Sebbene la convinzione iniziale sia che debba essere un simpatizzante imperiale che cerca di devastare Plazir, in realtà rivela di essere un separatista e un ardente sostenitore del defunto conte Dooku.

Con Helgait esiliato sulla Luna di Paraqaat e la minaccia dei droidi ben gestita, a Bo-Katan e Din viene concessa l’udienza con i corsari mandaloriani. Ma prima ricevono alcuni onori. A Bo-Katan viene donata la chiave della città. A Grogu, che viveva la bella vita con Lizzo mentre Din dava la caccia ai droidi, riceve il titolo di cavaliere. The Mandalorian stagione 3, episodio 6 segue la filastrocca che tanto viene cantata attorno a questa serie, ovvero, sembra essere in un videogioco. Mille sotto-missioni prima di arrivare al cattivo finale. Ma in questo caso riconosco la debolezza estrema di questa decisione. Nonostante fino a qui, la terza stagione del Mando aveva elettrizzato la mia visione in svariati momenti, The Mandalorian stagione 3, episodio 6 ha davvero deluso in ogni suo aspetto.

The Mandalorian Stagione 3 Episodio 6

L’evento chiave

Probabilmente il più grande evento della stagione 3 di The Mandalorian , il finale dell’episodio 6 è stato il ritorno di Darksaber in possesso di Bo-Katan. Dopo aver sconfitto Ax Woves in combattimento, Bo-Katan insiste per unirsi ancora una volta ai suoi ranghi. Woves afferma quindi che di diritto è Din a governare Mandalore, poiché possiede ancora la Darksaber. Dopo aver sentito questo, Din afferma di essere stato sconfitto dalla creatura sotto le miniere di Mandalore, che Bo-Katan ha poi sconfitto usando la Darksaber. Su questo tecnicismo, i Mandaloriani concordano sul fatto che lei sia ora la rinnovata legittima proprietaria dell’arma.

Il tanto atteso combattimento, o per lo meno la tanto attesa risoluzione del possesso della Dark Saber si è risolta nella maniera più imbarazzante possibile. Chi la presa meglio potrebbe dire nella maniera più diplomatica, ma io continuo a sottolineare l’imbarazzante scelta narrativa. Neanche una banale partita tra giovani amici a sasso, forbice e carta finirebbe con tanto buonismo. Vero, a Din Djarin non è mai importato di essere il paladino di Mandalor, ma le opzioni narrative erano molteplice per non finire con il sesto episodio di The Mandalorian 3.

Non voglio tralasciare l’aspetto tecnico del combattimento tra Bo-Katan e Ax Woves, sottotono rispetto a quello che la serie ci ha sempre abituato. Noiso, scontato e prevedibile. Insomma questo sesto episodio non ne ha imbroccata mezza.

Concludo con una riflessione. Mancano due episodi alla fine e piano piano il nostro protagonista sta passando sempre più in secondo luogo a favore di Bo-Katan. Nonostante l’enorme delusione per gli avvenimenti di questo episodio, resto curioso, forse più di prima, di vedere questi ultimi due capitoli.

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Scrive come tesi di laurea “ Il cinema nella mente” perché per lui la relazione tra cinema e psicologia è tutto. Ama vivere nel sogno, o semplicemente far vivere i suoi di sogni, purché questi vengano vissuti in maniera personale. Non dimentica mai che “In ogni strada di questo paese c'è un nessuno che sogna di diventare qualcuno” e in quel viaggio cosi folle “ Perdersi è meraviglioso”.