Jagan – Recensione – Star Comics
Ultimamente ho terminato la lettura di Jagan, manga seinen edito Star Comics, e ho deciso di parlarne in questo articolo. L’opera in Italia si è conclusa di recente con il volume 14.
La trama
Jagasaki è un poliziotto frustrato dalla sua vita quotidiana. Vorrebbe sparare a tutti, ma si trattiene e continua a vivere come se niente fosse. All’improvviso una pioggia di rane colpisce la città in cui vive, cambiando tutto.
Le rane pazze si fondono con le persone che reprimono i loro desideri e le fanno diventare qualcos’altro, creature senza pietà spinte solo dai desideri repressi, che vengono ingigantiti in modo grottesco.
Quando i primi casi si verificano portando morte e distruzione, Jagasaki affronta uno di questi cosiddetti uomini guasti e rischia di morire. I desideri che stava reprimendo, però, si scatenano e lui scopre di poter trasformare il suo braccio in un’arma con la quale sparare.
È così che diventa Jagan, guerriero guasto con il compito di uccidere gli uomini guasti e recuperare tutte le rane pazze. Con lui c’è Doku, gufo parlante che gli spiega ciò che serve sapere sul suo nuovo compito.
Ma non è tutto perché Doku, divorando le rane pazze, può produrre le hunger ball, una sorta di medicina che impedisce a Jagasaki di guastarsi del tutto e di perdere il senno. Questo perché dentro di lui non c’è una rana pazza, bensì un girino pazzo che si sta ancora sviluppando.
Qualche dettaglio interessante
Con queste premesse, il manga ci mostra una città in cui gli attacchi degli uomini guasti sono all’ordine del giorno, eppure le persone ci mettono un po’ a prenderne atto.
Così Jagasaki si muove quasi indisturbato, uccidendo queste creature per salvare se stesso o gli altri. Il suo carburante sono i suoi desideri e la possibilità di soddisfarli sparando, come aveva sempre sognato.
La sua è una battaglia alla quale non si può sottrarre, non solo perché in città rischia la vita ogni giorno. Se non combatterà, infatti, il girino dentro di lui crescerà fino a diventare una rana e lui perderà la ragione.
Allo stesso tempo, però, combattendo forza la trasformazione rischiando di arrivare al punto di non ritorno. È proprio in questi casi che le hunger ball diventano fondamentali.
Nella lettura del manga, in proposito a questo aspetto mi è venuto naturale fare un’analogia con Puella Magi Madoka Magica. In quell’opera le maghette combattono le streghe, nel farlo però sporcano la propria soul gem, che va purificata con i grief seed ottenuti uccidendo una strega. E se non purificano la loro soul gem in tempo, beh…
Chi conosce la serie avrà capito il senso di quest’analogia.
Jagan però non combatte solo per poter dare libero sfogo ai suoi desideri. Ha anche un obiettivo personale, ma esso si scopre nel secondo volume perciò non voglio dirvi niente a riguardo.
Inoltre presto scopriamo che lui non è l’unico guerriero guasto. Ma gli altri sono alleati, rivali oppure nemici del protagonista?
I contenuti
Premettendo che si tratta di un seinen, quindi un manga che ha come target un pubblico adulto, il contenuto dell’opera non è certo adatto a tutti.
Innanzitutto per l’elemento action e gore, rappresentato non solo dai combattimenti ma anche dal modo in cui gli uomini guasti seminano distruzione brutalmente prima di essere fermati.
Inoltre il manga ha un contenuto sessualmente esplicito molto presente, anche se dal primo volume sembrerebbe solo accennato.
Il fatto è che non ci sono solo gli uomini guasti, cioè quelli che hanno perso il senno, e i guerrieri guasti come il protagonista. Ci sono anche altri personaggi che sono forse una via di mezzo. Si tratta di persone in grado di guastarsi, che riescono però anche a controllare la trasformazione. Insomma, sfogano i loro desideri e poi tornano normali, mimetizzandosi tra la gente comune.
Il primo di questi personaggi compare già nel volume 1, ma lo conosciamo davvero a partire dal secondo. In ogni caso, non sarà l’unico uomo mezzo guasto di questo manga. A questo punto devo specificare che le scene esplicite compaiono soprattutto nelle pagine dedicate ai personaggi secondari, che approfittano del loro nuovo “potere” per sfogare i desideri sessuali in modo più o meno consensuale.
Dividono lo spazio con il protagonista mostrandoci un’altra faccia di questa situazione, nella quale i desideri repressi la fanno da padrone. Da una parte, infatti, abbiamo lui che vuole combattere e gli uomini guasti che non fanno altro che uccidere senza pietà. Dall’altra però abbiamo qualcun altro che è alla ricerca di sesso, amore o ammirazione, ma non insegue questi desideri in un modo sano e normale.
In questo contesto trovano spazio anche discorsi sulla pace e sulla giustizia, che però sembrano ipocrisie o utopie irrealizzabili. Comunque non sembrano discorsi che si possono portare al di fuori del manga, quanto più riflessioni che riguardano soltanto ciò che vi succede. O almeno, io ho avuto questa impressione.
Non mancano poi l’amicizia, l’amore, ma anche le perversioni e le grandi ingiustizie. E ovviamente, in una storia nella quale i desideri repressi si scatenano in modo grottesco e brutale, è l’egoismo che regna.
“Siamo fuggiti da una vita che ci stava uccidendo… e siamo rinati come uomini guasti!”
Quindi, se da una parte vediamo persone con desideri distruttivi che si trasformano e creano il caos, dall’altra abbiamo individui che non avevano represso la rabbia o la voglia di uccidere, bensì le frustrazioni sessuali o il bisogno di essere ammirati. È così che assistiamo alla comparsa di un diverso tipo di uomo guasto, che mantiene il controllo su di sé e riesce ad appagare i suoi desideri in un modo che non è comunque sano, ma non è per forza distruttivo.
“Tu e io rappresentiamo sia il meglio che il peggio degli uomini guasti, capaci di vivere solo in questo modo.”
Il manga, comunque, ci abitua a vedere delle persone che si guastano diventando delle mostruose rappresentazioni dei loro desideri. A un certo punto, però, qualcosa cambia. Iniziamo quindi a vedere degli individui già guasti dei quali non conosciamo l’aspetto né la storia, quasi fossero semplicemente dei mostri.
Inoltre dal volume 10 in poi la storia prende una piega inaspettata, l’atmosfera cambia e con essa anche il colore principale delle costine dei volumi, che passa da bianco a nero.
In tutto ciò le vicende dei personaggi secondari, nelle quali vediamo tutt’altro, si incrociano sorprendentemente con quelle del protagonista.
Protagonista che nei primi volumi ha uno scopo e un suo ideale di giustizia, ma che gradualmente perde quest’ultimo scontrandosi con quello ipocrita degli altri, fino a diventare solo il guerriero guasto Jagan.
E se i discorsi sulla pace e sulla giustizia si riferiscono proprio a ciò che succede nel manga e difficilmente riusciamo a slegarli dalle vicende, ciò che ci lascia l’opera è un’immagine di quanto distorto sia l’animo umano, che se insoddisfatto può degenerare in modo violento e osceno.
E lo scoppio dei desideri degli uomini guasti non nasce solo da insoddisfazione e frustrazione, ma anche dalle profonde ingiustizie che hanno subito e dai grandi dolori irrisolti della loro vita. Insomma, il problema spesso è l’essere umano che ha permesso tutto questo.
È così che non mancano i momenti tristi, con protagonisti soprattutto gli uomini guasti stessi dei quali ci viene raccontata la vita poco prima che essa finisca. In questo modo capita anche che il cattivo della situazione sembri invece essere il buono, portato allo stremo da una realtà crudele e costretto a ricorrere alla violenza.
I desideri degli uomini, però, non sono solo qualcosa di mostruoso, da soffocare finché non si scoppia. Sono anche ciò che ci fa sognare e che ci spinge ad agire, rendendo tutto interessante.
“Noi uomini guasti possiamo essere derisi per la nostra bruttezza o insultati perché siamo un’aberrazione, ma abbiamo scelto di vivere per godere dei nostri desideri più osceni.”
I disegni dell’opera, anche se magari non salta all’occhio, evolvono molto nel corso dell’opera. Basta riprendere in mano il primo volume a fine lettura per rendersene conto.
Avviandosi alla fine, però, si nota che i personaggi di contorno, che fanno da comparse o che appaiono in piccolo nelle tavole, non sono stati realizzati dalla mano dell’artista ma da qualcun altro, quindi dagli assistenti. È normale che un mangaka si avvalga dell’aiuto di un team di assistenti, ma trovo che all’inizio non si notasse il loro intervento, invece avvicinandosi all’epilogo il loro contributo è sempre più visibile.
In quanto all’epilogo stesso, senza entrare nel dettaglio di ciò che succede, devo dire che mi aspettavo molto di più.
Considerazioni finali
Trattandosi di un’opera dove la componente action la fa da padrone, è ovvio che prima o poi si arriverà a una battaglia di incredibili dimensioni, dove le vittime e i rischi saranno elevati. Considerando però le premesse dell’opera, credevo che sarebbe stata ancora più drammatica e che avrebbe coinvolto molto più duramente i protagonisti.
Sappiamo sin dall’inizio che Jagan ha lo scopo di eliminare tutte le rane pazze, quindi tutti gli uomini guasti, nessuno escluso. Ciò che accade alla fine ha però superato e in parte deluso le mie aspettative.
La trama ha preso una deriva diversa grazie a un elemento introdotto a metà serie, che cambia tutto dando nuove speranze ai guerrieri guasti e al resto dell’umanità. Però non sono del tutto soddisfatta di questa deriva, continuo a pensare che si potesse chiudere le vicende diversamente, magari aggiungendo un ultimo arco narrativo ancora più drammatico e distruttivo.
Inoltre mi aspettavo l’intervento di qualcuno che in effetti era ancora in gioco, ma che in quel caso non si fa vedere. Peccato, perché credo che le cose sarebbero andate in modo molto diverso… O magari no, ma non ci è dato saperlo.
Abbiamo infine dei capitoli che ci mostrano cosa è accaduto dopo la conclusione delle vicende, permettendoci di unire i puntini. Scopriamo quindi qualcosa in più sulle rane pazze, cadute all’improvviso dal cielo all’inizio della storia. Sinceramente la spiegazione che viene fornita non mi ha convinta completamente, anzi credo che non tutto torni.
A parte questi dettagli finali, in realtà l’ho trovata una lettura molto soddisfacente. Inoltre propone una serie di colpi di scena che la rendono imprevedibile fino alla fine. Una fine che non mi ha convinta del tutto, ma che per me non ha rovinato il “viaggio” fatto per arrivarci.
Insomma, trovo che sia un’opera interessante per molte ragioni, e che ci racconta di personaggi estremamente veri in un contesto sovrannaturale. Personaggi che hanno sofferto o soffrono ancora, e che non sono piatti e fermi sulle loro convinzioni, ma che sono in grado di cambiare… non sempre in positivo.
Un’opera che merita di essere letta, e che non è perfetta ma riesce comunque a intrattenere fino alla fine. Peccato solo che, pur essendo terminata di recente, alcuni volumi siano ormai diventati rarissimi.
Al momento non è possibile leggerla in digitale, ma in futuro… chissà! Dopodutto la casa editrice, Star Comics, si è ormai aperta al digitale e sta rendendo disponibili sempre più opere, alcune delle quali sono esaurite in cartaceo. Quindi forse possiamo ben sperare!
Se però avete modo di leggere subito questo manga in cartaceo, dategli un’opportunità. Sicuramente saprà coinvolgervi, emozionarvi e sorprendervi fino alla fine!
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