Out of the Box Comics Magazine – Intervista esclusiva al team del progetto!

Qualche giorno fa vi abbiamo anticipato l’arrivo su Kickstarter del progetto Out of the Box, un Comics Magazine tutto italiano, di cui vi abbiamo parlato in maniera più approfondita a QUESTO LINK! Oggi vogliamo darvi ancora più informazioni con un’intervista esclusiva al team che è dietro al progetto! Ecco cosa abbiamo scoperto…

Valerio – Salve autori di Out of the box e benvenuti sulle pagine di Nerdream. Solitamente, quando intervistiamo un team di persone, ci piace partire con il classico dei classici: “Chi siete? Cosa portate? Si ma quanti siete? Un fiorino!” (ebbene si, lo abbiamo fatto anche stavolta – ndr). In questo caso, sul vostro sito, abbiamo la possibilità di scoprire la bio di ognuno di voi, ma ci piace scavare almeno nel vostro “vissuto di gruppo” per capire come avete formato questa crew del fumetto, dove e come vi siete conosciuti? Ma soprattutto… Out of The Box è stata la causa del vostro incontro o è più una naturale conseguenza?

Francesco: Ci siamo incontrati tutti a scuola – alcuni di noi erano docenti, alcuni studenti, altri bidelli. Abbiamo preso la macchina e come per magia ci siamo ritrovati nel medioevo!

Non ti sto a raccontare tutto quello che abbiamo passato ma ti assicuro che ci verrebbe fuori un bel film tragicomico!
Solo che quando siamo riusciti a tornare nel nostro tempo abbiamo perso la memoria (per motivi quadridimensionali quantici) quindi io ho dovuto rintracciare tutti gli altri. Per fortuna nel frattempo erano diventati tutti autori di fumetti. Mi sono ritrovato tra le mani i loro lavori, ne ho apprezzato la qualità, e ho quindi deciso di coinvolgerli nel progetto Out of the box. Alcuni disegnatori (come Giulia ed Elisa) sono arrivati “in bundle”, altri sono state scelte naturali (come Marta ed Eleonora), mentre Zeno è stato l’apprezzatissimo frutto di una selezione un po’ più lunga da parte mia e di Brian.

 

Valerio– Dopo questa intro voglio subito togliermi una curiosità… Tutte le volte che vedo il vostro logo penso ad una delle ciambelle di Homer Simpson (ciammmbeeelllleeehehhhehebbblbbbllbbbllll… – ndr) , ma è una plasma ball o cosa? Diteci qualcosa di più!

Francesco: Ahahah! Una ciambella con decorazioni un po’ strane! XD No, ovviamente è una lampada al plasma o – come la chiamava il suo inventore Nikola Tesla con fredda indifferenza – un “tubo a scarica di gas inerte”. Tesla è un po’ il simbolo subliminale della nostra testata: rappresenta il pensiero laterale, l’approccio sperimentale, controcorrente e quindi piuttosto rischioso che abbiamo avuto anche noi nel concepire questa rivista. Inoltre è un personaggio ricorrente delle nostre storie: apparirà in almeno due (ops, spoiler).

 

Valerio – Il titolo dell’opera fa subito pensare a qualcosa che esce fuori dagli schemi ed anche voi, nella pagina del vostro sito dove si parla del genere della vostra raccolta preferite parlare di “generi” al plurale, ma non per dire che ogni storia avrà un genere diverso, ma bensì per comunicarci che ogni storia avrà al suo interno un mix di più generi, spesso anche distanti tra loro. È stato naturale per voi pensare a un progetto così ardimentoso o avevate anche altre idee, magari più convenzionali, per poter sviluppare il tutto?

Matteo: Non sono il primo né sarò l’ultimo a mescolare western e horror… per quanto Ghost Dance nasconda anche contaminazioni meno evidenti. L’ “Out of the box” nel mio caso saranno i personaggi e i temi che andranno a incarnare, e loro non si sono mossi di un passo dalla mia idea originaria!
Giacomo: Per quanto concerne Il lupo azzurro e la cerva fulva, l’obiettivo era quello di esplorare nuovi orizzonti senza aver paura delle conseguenze (in pieno stile mongolo). La struttura narrativa che abbiamo scelto è peculiare, ma trattandosi di un esperimento abbiamo preferito osare, senza aver paura delle conseguenze.

Francesco: Certo, potevamo fare qualcosa di decisamente più tranquillo sia per noi che per il pubblico. Tra l’Italia e l’estero progetti di antologie con anche decine di autori diversi e storie autoconclusive (di solito con tema comune) sono finanziati su Kickstarter quasi tutti i giorni, e come me sono sicuro che anche gli altri miei compagni di viaggio ne potessero sfornare diverse con agilità.
Ma perché fare qualcosa che già altri hanno dimostrato di essere fattibile? Perché fare sempre la stessa cosa aspettandosi risultati diversi? Neil Gaiman una volta ha definito la letteratura come un grosso calderone di zuppa: inizialmente ne prendi una scodella e mangi quello che altri hanno cucinato… poi pian piano cominci a mettere del tuo… qualche nuovo ingrediente, qualche tecnica di cottura… Noi tutti abbiamo gustato con gioia la zuppa per anni, ma Out of the box è il nostro personale apporto culinario-letterario.

 

Valerio– Vi andrebbe di darci per ognuno dei 5 disegnatori il nome di un maestro (o più) di riferimento e ispirazione, che ci possa far capire lo stile e il sapore che andremo a ritrovare in ognuna delle loro opere?

Eleonora (Il vecchio e il Tesoro dei Tesori) : La mia ispirazione per i disegni prendono spunto da tutto quello che caratterizzò l’estetica dei primi anni del ‘900, in particolare dall’Art Nouveau e da artisti come Alfons Mucha, ma anche da autori più vicini al nostro tempo come Gianni De Luca e Sergio Toppi.

Elisa (Ghost Dance): In generale devo moltissimo a Glen Keane, storico animatore della Disney, insieme ad Alessandro Barbucci, che con W.I.T.C.H. e SkyDoll ha decisamente folgorato il mio immaginario.

Zeno (Il rotolo di rame): Il mio punto di riferimento per anni è stato Massimiliano Frezzato; sicuramente gli son debitore, ma ora il mio faro è la bacheca di Pinterest che aggiorno costantemente! Le tematiche fantascientifiche (Star Trek/Wars, Alien, Dune…) sono il mio pane quotidiano, e con la storia di Brian mi son subito trovato.

Marta (Il lupo azzurro e la cerva fulva): Per quanto riguarda il fascino verso l’Oriente e il genere di storie, direi Sergio Toppi. Per la linea, Kota Hirano (Hellsing) e la morbidezza di Alessandro Barbucci (Witch, Monster Allergy, Skydoll).

Giulia (Progetto Colibrì): Come confermano Elisa e Marta, la Disney e Barbucci sono sicuramente due fonti che hanno influito su tutta la nostra generazione. 😀 Anastasia Kim e Bertrand Gatignol sono due ispirazioni più recenti ma altrettanto fondamentali per Progetto Colibrì.

 

Valerio– Stesso discorso per i 4 autori… In che mood potremmo scavare, nei libri, nel cinema o nei fumetti stessi per ritrovare qualcosa di affine ai personaggi ed ai mondi delle 5 storie create nell’opera?

Francesco (Il vecchio e il Tesoro dei Tesori): Il mood dell’ambientazione e del ritmo è indiscutibilmente ispirato dalla Lega degli straordinari Gentlemen di Alan Moore, ma quanto a contenuto ci distacchiamo nettamente: sono andato a pescare dai testi e dalle biografie dei Maestri della Teosofia e dall’autobiografia di Nikola Tesla (spoiler).

Matteo (Ghost Dance): In Ghost Dance ho mescolato molte suggestioni a me care, ma se devo trovare un punto d’origine è la saga de La Torre Nera di King.

Brian (Il rotolo di rame): Per questo progetto in particolare ho avuto punti di riferimento fuori dal diretto contesto fumettistico. Come le meglio avventure di papà Spielberg, con qualche ammiccamento all’amato Indy, così come l’epopea videoludica di Nathan Drake creata dalla penna di Amy Henning. Inoltre mi sono state vicine anche alcune atmosfere fortemente ovattate e filosofiche viste in opere come l’Ergo Proxy di Murase o i colori e la varietà di film iper sottovalutati come Titan A.E., ultimo lungometraggio di Don Bluth e Gary Goldman.

Giacomo (Il lupo azzurro e la cerva fulva): Sia io che Marta siamo estremamente appassionati di storia e cultura mongola, e ho sempre desiderato raccontare una storia legata alla loro cultura senza dover necessariamente usare Gengis Khan come protagonista assoluto. Nella nostra opera cercheremo di emulare gli stilemi del Road movie andando al contempo ad esplorare gli usi e i costumi di uno dei popoli che ha plasmato la storia dell’umanità.

Francesco (Progetto Colibrì): Questa storia ha due anime. Quella simbolico-spirituale deriva dalla cultura precolombiana e in particolare dal mito di Huitzilopochtli. Quella puramente narrativa, insospettabilmente, da un manga che mi ha marchiato a vita: Arms, di Kyoichi Nanatsuki.

 

Valerio– Ragazzi grazie mille della vostra disponibilità! È il vostro momento, fate un accorato appello ai nostri lettori! Perchè bisogna darvi fiducia se si amano i fumetti? Vi vogliamo “politici”, ma onesti, e se siete out of the box potete farcela, a differenza dei veri politici!

Francesco: Senza il vostro supporto, questa rivista non si fa. Semplicissimo. Abbiamo già gestito Kickstarter (io ho fatto Misantropia e Saloon Showdown) e autoproduzioni (Brian ha scritto e partecipato praticamente a qualsiasi etichetta, e Matteo ed Elisa hanno la loro serie Midnight Roads e la loro etichetta Wanderer). Insomma, non ci stiamo improvvisando in nessun senso! Potete darci la vostra fiducia e “PLEGGIARE” TRANQUILLI! 😀

Giulia: Perché come voi, noi in primis siamo amanti dei fumetti ed è per questo che faremo di tutto affinché il progetto sia ben curato e che possa essere non solo un semplice mezzo di  intrattenimento ma anche un mezzo per riflettere e lasciare un messaggio.

Matteo: Perché con cinque storie dalle anime così diverse, di sicuro ce ne è almeno una capace di incuriosirvi. E saprà condurvi verso le altre, facendovi scoprire voci e tratti nuovi.

Giacomo: Perché continuiamo a lamentarci che l’editoria in Italia è rimasta a 30 anni fa e che nessuno ha più il coraggio di osare. OOTB nasce proprio con la voglia di sconquassare le fondamenta del media, e proprio per questa ragione chiunque deciderà di supportarci potrebbe dare un segnale forte all’industria, godendosi al contempo qualcosa di davvero unico.

Marta: Prendetelo per leggere finalmente roba con i Mongoli!!!

 

E allora lettori, cosa ne pensate? Queste risposte hanno aumentato la vostra curiosità sull’opera? Vi ricordiamo che i ragazzi di Out of The Box vi aspetteranno a QUESTO LINK a partire dal 13 aprile! Iniziate a registrarvi per seguire il progetto al Day One!

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”