Monster Energy Supercross The Official Videogame 4 – Recensione – Xbox Series S|X, PS5, PC, Stadia, Xbox One, PS4

Nuovo anno nuovo gioco di corse su licenza. Monster Energy Supercross The Official Videogame 4 (Lo abbrevieremo con MES4) si presenta sugli scaffali come un altro di quei titoli a cadenza annuale, lo abbiamo provato per voi ed ecco cosa ne pensiamo.

Non è un segreto che tutti i giochi su licenza facciano fatica ad essere diversi di anno in anno. Basti pensare a FIFA, o Formula 1; ogni dodici mesi spendi sempre la solita cifra per cosa? Per gli stessi problemi dell’anno precedente, se non di più, con livree e squadre cambiate di colore. Per trovare differenze nette devi fare dei salti temporali piuttosto importanti.

La stessa cosa è successa con MES4. Per carità, quest’anno ha aggiunto più piloti, più team e più personalizzazioni, ma la solfa è sempre la solita. Quest’anno Milestone ha addirittura provato a dare un po’ di brio alla modalità carriera, riuscendo a rendere il cammino del proprio alter ego più divertente rispetto al passato, tuttavia le lacune ci sono.

Milestone non è nuova ai giochi su licenza, specialmente per quanto riguarda i giochi riguardanti le due ruote: MXGP, Ride, MotoGP e MES; eppure l’ultimo di questa lista sembra la pecora nera della famiglia. Ride è sicuramente il titolo meglio riuscito di tutti, il più divertente, il più adrenalinico ed il più dinamico; MotoGP va avanti principalmente grazie al suo campionato eSport (Come anche F1), MXGP è l’unico titolo sulle due ruote tassellate mentre MES è… Un tentativo di portare su console anche il Supercross, disciplina esclusivamente americana e certamente ancora più di nicchia a confronto di MXGP. Si apprezza molto la cura grafica, le moto sono dettagliate in ogni particolare, così come le arene e gli effetti. Anche la pista si modifica ad ogni giro, dovuto al passaggio delle moto sulla terra. Eppure non è diverso rispetto a MES3, anche lì accadevano le stesse identiche cose, così come nel secondo e nel primo capitolo. Ritorniamo al discorso precedente: non si innova poi tantissimo.

Ciò che differenzia MES4 dal suo predecessore è una chicca presente nella modalità carriera, un sistema stile GDR che permette di migliorare il proprio pilota allenamento dopo allenamento, gara dopo gara. È presente anche un sistema di allenamento mirato a migliorare un determinato parametro ed un book statistico che tiene traccia di tutte le attività del nostro pilota. Sistemi simili li troviamo già in altri giochi del genere, come in F1 o MotoGP e sorprende vedere un arrivo tardivo su MES dato che sono collaudati da molto tempo. È un dato certo che l’avanzare di punto in punto sull’albero permette di notare differenze anche dalla gara successiva. Qui arriva il primo vero problema.

All’inizio il nostro pilota sembra tutto tranne che meritevole di guidare nel campionato AMA Supercross, forse potrebbe partecipare alle gare del vicinato. È incapace di piegare, scrubbare come si deve o mantenere l’equilibrio; le prime gare sono di una frustrazione unica e ci si ritrova a combattere per la penultima posizione anche alle difficoltà più semplici. La fisica in questo non aiuta minimamente. per quanto tu possa sforzarti di fare un giro uguale all’altro, troverai qualche strano folletto che spingerà avanti o indietro la tua moto, facendoti saltare più lungo o più corto di quanto vorresti. Addirittura è capitato di saltare alla stessa velocità di un pilota affiancato, ma che questo mi superasse in volo ed atterrasse comunque più vicino. Insomma, c’è più di qualcosa da rivedere.

Anche i limiti della pista sono piuttosto fastidiosi, le sacche di fieno sembrano dei jersey di cemento ed anche se li sfiorassi con un pixel correresti il rischio di avere tra le mani una moto totalmente incapace di seguire i tuoi comandi. Anche gli allenamenti li ho trovati un pochino “particolari”; nonostante facessi quello che chiedeva l’obiettivo mi ritrovavo con un misero fallimento ed una IA non propriamente all’altezza della situazione durante la guida con il pilota automatico.

Il più grande difetto, però, risiede nella difficoltà. L’ho accennato nel discorso “fisica”, ma qui lo analizziamo meglio. Sulla confezione c’è scritto PEGI 3+, ciò significa che dai tre anni in su è possibile giocarci. Io non sono un campione in questo genere, mi reputo nella norma, eppure ho “ragequittato” talmente tante volte da far paura a Dark Souls. Qualcuno potrebbe gentilmente spiegarmi nei commenti come potrebbe fare un bambino di soli tre anni a giocare MES4? Ha una curva di apprendimento talmente ripida che neanche un simulatore, ma ribadiamo che tutto è tranne che un simulatore. Si cade quando si respira, si sbagliano i salti anche se sbagli di un millisecondo a lasciare il freno o il gas, voli in tribuna se per sbaglio salti con lo sterzo girato. Per non parlare della IA! Anche nelle categorie minori non hanno difficoltà a guidare nei cambi di terreni, guidano sulla sabbia come sulla terra battuta, i canali non li impensieriscono ed hanno una velocità che farebbe paura a Cairoli stesso. Ho giocato solo ed esclusivamente alla difficoltà intermedia, ma non oso immaginare cosa possa essere a quella massima.

Non nego di essere arrivato ad un punto in cui ho chiuso il gioco, l’ho disinstallato per poi riprenderlo nuovamente dopo un paio di giorni. Quindi, cari neofiti, se questo dovesse essere il vostro primo gioco sul Supercross o comunque riguardante le moto con le ruote tassellate, passate oltre. Davvero.

Questo è un grande peccato, perchè i presupposti per fare un gioco con i fiocchi ci sono. L’atmosfera è pazzesca, graficamente lascia a bocca aperta e non ha mai avuto tentennamenti di FPS (Provata la versione su XBOX Series X). Senza considerare che è l’unico gioco del suo genere. Sarebbe come dire che F1 risulti essere un gioco talmente pieno di bug da minare l’esperienza del campionato eSport… Ah no, è già successo. Va bene forse questa storia dei giochi su licenza annuale è da rivedere un attimo.

Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.