Recensione – Earth’s Dawn – PC Steam, PS4, XBox One

La One or Eight, principalmente attiva nel mondo dei giochi per smartphone, ci riprova con Earth’s Dawn un action RPG ambientato in un modo post-apocalittico in cui la battaglia tra umani e alieni sembra non conoscere tregua.

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Quando si parla di robottoni ed esoscheletrici, i giapponesi sono una vera istituzione a riguardo, quando ci riferiamo a manga e anime.

Pare che lo sfondo di un mondo in rovina sia ormai la scelta più gettonata quando si parla poi di videogiochi e per quanto mi riguarda comincia anche a venire un po’ a noia. Poco male però, dato che il gameplay è ciò su cui fa più leva questo gioco.

Niente “space-marines”!

L’anno è il 2020 (ehi, manca poco!) e per l’ennesima volta in un gioco il mondo viene invaso da una razza aliena bio-meccanica, definita E.B.E. che si propone parzialmente invulnerabile a modo di Indipendence Day o La Guerra dei Mondi.

Le armi convenzionali umane sono pressoché inutili per contrastare le forze d’invasione extraterrestri fin al giorno in cui non vengono sviluppate delle armature di potenziamento e armi ricavate da tessuti e DNA degli alieni stessi. Viene da pensare in che modo questi alieni siano morti se è vero che gli eserciti umani non disponevano di armi per affrontare la minaccia, ma se ciò non fosse stato possibile non staremmo qui a parlare di Earth’s Dawn. Nascono così i reparti speciali della A.N.T.I. dotati di armature speciali, katana e fucile automatici in grado di fronteggiare la minaccia aliena.

Armati e pericolosi!

Si parte scegliendo uno dei tre slot di salvataggio disponibili e si passa quindi a una sommaria personalizzazione del nostro alter ego selezionando sesso (maschile o femminile) e uno degli otto template con determinate combinazioni di viso e taglio di capelli. Fatto questo, il gioco non perde assolutamente tempo nel narrare gli eventi del gioco e catapultarvi subito in battaglia.

Tutto ruota ossessivamente sul territorio statunitense ed a quanto pare i giapponesi non si fanno scrupoli nel rendere questa nazione un cumulo di macerie nella loro immaginazione. Ciò che ci si para innanzi è un picchiaduro bidimensionale a scrolling orizzontale.

Il gioco si articola alternando una fase libera in cui possiamo scegliere le missioni da affrontare ed andarcene a zonzo a fare polpette aliene e una di assalto che arriverà inevitabilmente dopo che sarà trascorso un certo lasso di tempo.

Dopo la prima missione infatti noteremo un timer che funzionerà in tempo reale mentre ci spostiamo tra i vari menu, ma toglierà un dato numero di ore dopo che avremo completato con successo una missione. In caso di fallimento, il timer tornerà al momento prima della partenza. La presenza di questo conto alla rovescia non va considerato come un dettame di linearità del gioco, ma non si tratta altro che di una missione atta a far scorrere la storia.

La navigazione è facilitata da una mappa mondiale grazie alla quale possiamo prendere visione delle aree principali di combattimento, mentre sul campo di battaglia avremo a disposizione una mini-mappa in stile metroidvania.

Il combattimento è la parte più interessante del gioco. Nonostante le mosse non siano particolarmente varie, si gioca un po’ come un picchiaduro classico a incontri (ma senza mosse speciali se non una modalità turbo) con qualche elemento di platform.

Salti doppi (e non) sono richiesti sia per raggiungere piattaforme posizionate in punti elevati che per raggiungere i nemici volanti, ma in quest’ultimo caso conviene usare il boost. Per affrontare al meglio i nemici più tosti, bisogna far largo uso della meccanica di “juggle” dei picchiaduro e chi gioca a Mortal Kombat sa benissimo di cosa parlo.

Per distruggere l’armatura dei nemici più possenti possiamo infatti usare il fucile automatico in dotazione, oppure effettuare una presa con lancio in aria e poi via di acrobazie aeree e combattimenti a mezz’aria stile action movie cinese.

Per quanto riguarda i boss, così giganteschi da occupare quasi tutto lo schermo, invece occorre adottare delle strategie di combattimento souls-like, che consistono nel capire rapidamente il pattern di attacchi e in base a ciò colpire e schiavare fino alla sua sconfitta. In questo senso la curva di difficoltà di Earth’s Dawn si può considerare come una tripla V: quando pensate di ritrovarvi in pieno controllo della situazione ecco che magari spunta un nemico di elite dal nulla polverizzando quasi tutta la vostra salute e si dimostrerà forte e resistente quasi quanto un boss.

Alla lunga essere bravi nello schivare ed effettuare combo abbastanza lunghe da polverizzare il nemico sarà assolutamente vitale, tenendo presente che uno dei modi principali per recuperare la salute persa consiste nel ridurre in fin di vita l’alieno cattivo ed effettuare una specie di fatality ma con la pressione di un unico tasto al momento giusto.

Ok, dividiamoci stile commando!

Per affrontare le minacce dei nemici elite, oltre a salire di livello, abbiamo dalla nostra un sistema di potenziamento del personaggio basato su punti abilità da distribuire con un sistema che ricorda un po’ l’assemblaggio di un server, tarandolo su delle indoli attitudinali che prediligono attacco, difesa, velocità, ecc.

A darci man forte abbiamo anche un sistema di crafting non particolarmente complesso, ma che richiede parecchio farm al fine di trovare componenti e pezzi di assemblaggio. Possiamo scomporre gli equipaggiamenti che non ci servono per recuperare alcuni pezzi per completare il corredo del nostro personaggio che userà sempre la spada come arma principale e il fucile come secondaria, armatura, accessori e slot di potenziamento vari per migliorare le prestazioni di boost e resistenza.

La vera essenza del gioco in sostanza risiede nel grinding di esperienza, farm e craft dell’equipaggiamento. La storia, nonostante invogli ad arrivare alla fine e scoprire se la razza umana è degna di sopravvivere, scade un po’ di interesse quando ci rendiamo conto di non essere all’altezza di affrontare alcuni nemici ritrovandoci così quasi inconsciamente assetati di loot.

Nonostante la personalizzazione del personaggio sia a livelli accettabili, la varietà di aree, nemici e quest si rivela essere molto ripetitiva. Gli stessi nemici sono riutilizzati con skin diverse per sottolineare la differenza di livello, cosa che ricade ovviamente anche sui nemici elite. Nessuna particolare varietà sugli scenari di combattimento che vengono riutilizzati o magari cambiati in qualche elemento di sfondo. I programmatori hanno puntato tutto sul gameplay trascurando purtroppo degli elementi piuttosto importanti come la varietà dei nemici o le zone da esplorare.

Veste grafica interamente disegnata e animata molto fluidamente contornata con qualche effetto 3D (vi ritroverete a giocare con un anime in pratica), ma accompagnamento sonoro un po’ troppo timido a mio parere non appropriato nel genere per sottolineare le fasi di combattimento. Il doppiaggio giapponese è qualitativamente nelle media e la traduzione inglese tutto sommato ben fatta, ma anche nel caso di Earth’s Dawn la lingua italiana è una grande assente.

Impostazioni di tastiera e joypad completamente settabili e, data la natura 2D del gioco, marginali i setting di impostazione grafiche che comprendono giusto risoluzione e visualizzazione su schermo, ma dubito esista un PC, anche vecchio di 5 anni, che faccia fatica a fare girare un gioco così semplice e leggero.

Marco "Kakashina" Alastor ha il suo primo frontale col cabinet di "Roc'n Rope" ala tenera età di cinque anni e da allora ne investito altri trenta a distruggere gran parte del suo fegato grazie all'hardcore gaming e gli MMO. Laureato in lingue straniere, quando non sta usando lo sfigmomanometro, sfoga la sua rabbia e frustrazione divertendosi a criticare pesantemente traduzioni e doppiaggi in italiano di videogiochi, serie tv, anime e manga. Se lo chiamano il "Torquemada delle traduzioni", ci sarà pure un motivo... - CANALE YOUTUBE - CANALE TWITCH - GOOGLE PLUS