Il Racconto dei Racconti – Cinema di Seconda Mano
Torniamo in breve tempo a parlarvi di cinema “da casa”, torniamo con il cinema di seconda mano.
Recensione SENZA SPOILER del film di Matteo Garrone del 2015 “Il Racconto dei Racconti”
LO CUNTO DE LI CUNTI
Matteo Garrone porta in scena le fiabe del ‘600 di Giambattista Basile e la prima pausa di approfondimento va fatta subito.
Basile è infatti uno scrittore partenopeo nato nel lontano 1566, che riuscì a creare una raccolta di 50 fiabe in dialetto napoletano dallo stile unico (chiamato appunto “Lo Cunto de li Cunti” o anche “Pentamerone”), che nel tempo hanno ispirato i più grandi della letteratura per bambini, fratelli Grimm compresi, nella creazione di fiabe ben più note, come il Gatto con gli Stivali o Cenerentola, giusto per citarne un paio.
Garrone quindi attinge a piene mani dal calderone di Basile, pescando 3 di queste fiabe: La Pulce, La Cerva e la Vecchia Scorticata.
Il regista però ci mette del suo (e ci mancherebbe altro), modificando la dinamica delle fiabe e riuscendo in qualche modo ad intrecciarle tra loro, raccontandocele “a mozzichi e bocconi” saltando da una fiaba all’altra senza seguire una linearità, nonostante le fiabe di Basile fossero totalmente slegate tra loro.
Il Racconto dei Racconti finisce per essere semplicemente un racconto di tre racconti.
LO FANTASIOSO ESPERIMENTO
Il risultato lascia interdetti…
…Se da un lato abbiamo pregi incredibili, come l’approdo del cinema italiano al genere Fantasy, la fotografia eccelsa, le location tutte made in Italy che mettono addosso voglia di visitare i castelli e i borghi mostrati nel film (segnaliamo su tutti il castello di Roccascalegna), i costumi e le acconciature pluripremiate ad ogni concorso cinematografico dell’anno di uscita del film ed un cast di tutto rispetto, abbiamo dall’altro lato una forzata voglia di internazionalità, di ricerca delle tinte noir e delle scene ai limiti dello splatter volte alla spettacolarizzazione della pellicola, un continuo uso delle dissolvenze in nero per i cambi di scena ed un fragilissimo intreccio narrativo tra le tre storie (che di intrecciato non hanno niente a parte il punto comune di tutte le fiabe del mondo che è quello di volere insegnare qualcosa) che mette tutto in secondo piano.
Spalmato nelle interminabili due ore di proiezione il film riesce a distruggere quasi del tutto le fantastiche basi di partenza delle fiabe del Pentamerone.
La modifica delle storie infatti, sebbene fatta con cognizione di causa, per aumentare il fascino del film e poter mettere in onda un trailer che spingesse tutti ad essere incuriositi dal film, finisce per snaturarle parecchio, con cambiamenti talvolta lievi, talvolta più marcati, che alla fine sortiscono l’effetto opposto.
LO BOTTEGHINO DE LI BOTTEGHINI
Ed alla fine se il botteghino italiano ha premiato il film con quasi 3 milioni di euro di incassi, nella grande America dove il film era destinato a finire (e finire bene a quanto si credeva) si è arrivati solo alla misera cifra di 100.000 dollari o poco più…
Pochi, troppo pochi per giustificare una spesa di ben 12 milioni di euro per la produzione.
La domanda come sempre sorge spontanea… C’era bisogno di spettacolarizzare un qualcosa che era già spettacolare per conto suo, aggiungendo scene “gore” (come dicono proprio gli americani)? Probabilmente no. Andatelo a chiedere alla Nuova Compagnia di Canto Popolare, che con Basile ha dimestichezza e di splatter non hanno mai avuto bisogno…
Risulta quindi difficile dare una lettura imparziale a “il Racconto dei Racconti” se guidati dall’amore per le favole di Basile e bisogna giudicare l’immenso lavoro degli sceneggiatori e del regista con calma.
L’invito alla visione c’è, perchè il film è ad ogni modo “una piccola opera d’arte” per genere e tematiche trattate se inquadrato nella sola cinematrografia italiana.
Allo stesso tempo c’è l’avviso che la pellicola potrebbe deludere le aspettative, finendo per risultare come “una piccola opera d’arte moderna“, di quelle che le guardi per due ore ma non ci hai capito bene il senso… Di quelle che pensi che alla fine la Gioconda è un’altra cosa.
MYNERDOMETRO 6/10
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