Organs Please Recensione
Papers Please è tornato in una veste più ironica, più dissacrante, molto poco politically correct. Le tue scelte impatteranno sul futuro del genere umano; il “problema del carrello ferroviario” non può essere evitato, prendi una decisione! Leggi la recensione di Organs Please, come al solito senza peli sulla lingua.
Tutti noi conosciamo Papers Please, uscito nel 2013 e sviluppato da Lucas Pope, in cui devi decidere chi può e chi non può passare la frontiera. Sono passati dieci anni e giochi simili ne sono usciti nel frattempo: Not Tonight e persino Contraband Police è un gioco ispirato al genere. Recentemente, però, è uscito Organs Please un gioco sviluppato da Techhome e pubblicato da HeroCraft PC; il tuo compito? Decidere chi deve vivere, chi morire e chi diventare materia prima per l’umanità.
Trama
In questa realtà alternativa viviamo in megastrutture dopo che un conflitto ha ridotto le risorse quasi a zero. Le strutture, per poter sopravvivere, necessitano di energia e da dove la prendi? Dagli esseri umani, ovviamente. Ognuno ha un ruolo ed un compito ben preciso all’interno di queste strutture: alcuni saranno lavoratori di fabbrica che si occuperanno di raffinare le materie prime; altri individui ancora SARANNO le materie prime; alcuni diverranno il combustibile della fabbrica ed infine pochi eletti potranno salvarsi. Il tuo difficile compito è scegliere chi è cosa.
Inoltre il governo ha deciso di costruire un’Arca in 30 giorni all’interno della quale ci saranno le più brillanti menti della terra e tu, da dietro una scrivania, dovrai decidere il destino di centinaia di persone.
Il tutto è gestito con un atteggiamento umoristico, ma Organs Please mette a dura prova la moralità del giocatore. Inizialmente sono stato in difficoltà nel premere il bottone che manda la persona davanti a me nella fornace, ma dopo i primi è diventato più “semplice”. Forse è proprio vero che l’abitudine ci allontana dall’umanità.
Gameplay
Il gameplay è diviso in due parti: una “front-end” nella quale devi effettivamente valutare velocemente una serie di persone e decidere il loro destino. Sono abbastanza intelligenti da essere mandati sull’Arca, sono inutili e li consumi alla fornace per farli diventare il carburante della fabbrica, oppure sono inutili per l’Arca ma non abbastanza da essere bruciati e li mandi in catena di montaggio nella fabbrica dove i corpi delle persone vengono riciclati all’estremo per ogni tipo di risorsa.
La valutazione delle persone da sacrificare o far vivere non si basa solo sui meri dati, ma anche attraverso degli obiettivi dati dalle fazioni del gioco. Sono quattro ed ognuna di esse ha il proprio tornaconto personale. A volte dovrai far passare dei terroristi con delle bombe sotto la giacca, altre ancora dovrai intercettare questi terroristi, ma alla fine il tuo capo è uno ed uno soltanto: il comitato a capo della costruzione dell’Arca. Se questo non è soddisfatto del tuo operato finirai in catena di montaggio, dalla parte sbagliata del nastro.
La seconda parte del gameplay riguarda il “back-end” ed è la vera e propria gestione della fabbrica. Questa richiede degli operai per andare avanti, ma non puoi metterli a caso; ognuno ha delle caratteristiche negative ed altre positive che gli permetterà di essere buono in una sezione e meno buono in un’altra. Ad esempio c’è qualcuno che ha dei problemi nel gestire la fame, e per questo motivo se dovesse trovarsi nel reparto del cibo in scatola, la produzione vedrà una diminuzione. O ancora, alcuni personaggi non si trovano a proprio agio a lavorare con persone più stupide o intelligenti di loro, e per questo motivo dovrai gestire anche questo aspetto.
Per migliorare la fabbrica e pagare i dipendenti, saranno necessari i soldi. Questi li otterrai portando a termine le sfide delle varie fazioni o degli ordini ben precisi per l’Arca.
Il gioco sembra di facile gestione, ma non lo è per niente. Inizialmente sarà complicato riuscire a gestire sia la parte alla scrivania che la fabbrica. Il tempo a disposizione per ogni giornata di lavoro è veramente poco e l’obiettivo è sempre quello di processare più individui possibili. A volte capiterà di compiere delle scelte frettolose e la tensione è sempre alle stelle. Sarai chiamato a compiere delle scelte difficili e sicuramente poco morali.
Tecnicamente non parliamo di un videogioco raffinato, ma il suo lavoro lo fa. La sua integrazione con la chat di Twitch lo rende interattivo nelle scelte su chi deve vivere e chi no. La sua grafica cartoon gli concede un aspetto divertente, anche se di divertente c’è veramente poco con dei temi così cupi. Ciò che mi ha preoccupato davvero è che io mi sia divertito un mondo a giocarci, sono sincero.
Nel complesso è un gioco che si lascia giocare ed in un periodo dove mi annoio molto facilmente e c’è poca varietà sono riuscito a completarlo senza rendermene conto. Qualcosa di diverso, seppur ispirato, che forse era necessario in un mondo videoludico tutto fin troppo simile.
Ringrazio gli sviluppatori per avermi fornito una chiave di questo gioco.
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