Dead Island 2 – Recensione – Xbox, PlayStation, PC

Dead Island 2 Recensione

Dopo anni di trepidante attesa, Dead Island 2 è finalmente uscito. Nonostante tutti i problemi di sviluppo, è riuscito a conquistarmi? Scopriamolo insieme.

 

Dopo tanti, ed estenuanti anni dall’annuncio di Dead Island 2, eccomi qui per parlarvi di un titolo che tutti gli appassionati bramavano con trepidante attesa. Sicuramente è stato uno sviluppo più che travagliato, ma bisogna dare atto agli sviluppatori di Dambuster Studios per essere riusciti a portare a termine il progetto, nonostante le peripezie che hanno dovuto affrontare durante tutto il processo lavorativo. Sono qui per parlarvi di un titolo che mai mi sarei aspettato potesse avere una tale qualità (ormai non avevo più speranze riguardo la sua uscita), capace di farmi divertire nonostante la sua semplicità. Quindi, mettetevi comodi e preparatevi a leggere la mia recensione di Dead Island 2.

Una trama chiacchierona

Dead Island 2 è un gioco d’azione in prima persona che ti catapulta in un’apocalisse zombie senza precedenti, ma con un tocco di leggerezza e irriverenza che lo rende un’esperienza unica. Con un tentativo di fuga fallito da Los Angeles, causato dal dirottamento dell’aereo su cui ci trovavamo, il gioco ci porta a dover scegliere uno dei sei personaggi giocabili (io personalmente ho scelto Jacob). Subito scelto il nostro protagonista, ci ritroviamo a vagabondare in giro per le strade di Hell-A, facendo la conoscenza di diversi superstiti sopravvissuti insieme a noi al disastro aereo, ed altri pazzoidi che tentano di difendere le loro proprietà a colpi di granate.

L’avventura dura all’incirca 30 ore, giocabile sia in singolo che in cooperativa,  la quale ti porta a fare la conoscenza di personaggi memorabili nella loro caratterizzazione; chiacchieroni, divertenti e soprattutto profondi. Come un film degno dell’Asylum, la storia fa pochi sforzi nel cercare di essere coerente, trasformandola in qualcosa di completamente sarcastico. Vi devo dire che questo non è affatto un difetto, piuttosto mi sarei stupito del contrario in un gioco in cui si affrontano spose zombi giganti, quindi non esiste il rischio di prenderlo troppo sul serio. Per non parlare del modo in cui gli sviluppatori hanno voluto prendersi gioco delle stereotipate celebrità di Hollywood, sia tramite la narrazione con le missioni principali, sia tramite file audio o documenti che troviamo in giro per le ville dei ricconi. Mettiamoci anche un po’ di sano sarcasmo da parte dei protagonisti che impersoniamo durante tutta l’avventura, e il gioco è fatto. Si può dire un po’ stile Rockstar Games?

Sebbene all’apparenza possa sembrare una storia apocalittica trita e ritrita, il gioco offre un’esperienza divertente e coinvolgente, senza tanti colpi di scena o momenti particolarmente sorprendenti, ma con uno stile unico che lo rende un’esperienza da non perdere per chi non cerca nulla di troppo sofisticato.

Gameplay divertente, ma…

Prima di procedere oltre a parlare del gameplay, ci terrei a precisare nuovamente che Dead Island 2 è possibile giocarlo sia in solitaria che con altri due amici. Inoltre mi è capitato di sentire argomenti riguardo la possibilità in cui il gioco potesse annoiare se giocato in singolo, ma vi devo dire che non è affatto vero. Indubbiamente è più divertente giocarlo in compagnia di amici e farsi qualche chiacchierata tra una capoccia spappolata e un’altra, ma avendolo giocato interamente in singolo, almeno per la prima run, posso confermarvi che il titolo è davvero divertente anche in solitaria. Ma procediamo oltre.

Come tutti i giochi di zombi, anche qui il ci ritroviamo spappolare teste con il solito gameplay che caratterizza questo genere, ma con quel qualcosa in più che lo differenzia e non poco. Inizialmente ci ritroviamo a dover usare armi poco convenzionali per il genere, come stecche da biliardo, spade e tubi di ferro, fino a poter creare strumenti di distruzione più elaborati come una katana elettrica, con modifiche che permettono di scaraventare via gli zombi, e vari lanciafiamme e pistole. Non aspettatevi che una spada modificata con vari effetti e una spada non modificata, quindi base, possa cambiare chissà cosa a livello di mosse, ma sicuramente aumenta la spettacolarità dell’arma insieme a varie caratteristiche mescolate con effetti di stato. Le modifiche alle armi possono essere applicate negli appositi banchi da lavoro, che permettono di giocare con i vari effetti che puoi applicare alle armi contundenti, permettendoti inoltre di ripararle.

Per questo motivo, le novità dei combattimenti corpo a corpo di Dead Island 2 si esauriscono abbastanza rapidamente. Come detto pocanzi, c’è semplicemente una mancanza di varietà nel modo in cui funzionano le armi, per non parlare della semplicità nell’ammazzare i mangia cervelli. Questo potrebbe portare a una certa ripetitività verso le fasi finali del gioco.

Anche le armi a distanza, purtroppo, non danno appagamento nell’ammazzare gli zombi. Infatti non sono così ricche di modifiche come lo sono le armi corpo a corpo, rinunciando alla spettacolarità descritta poco sopra. Inoltre sono imprecise e risultano quindi essere il modo meno efficace per uccidere, dovuto anche al fatto che quando ti ritrovi a dover affrontare orde intere che ti circondano, ossia quasi sempre, sei obbligato a ricorrere alle armi corpo a corpo.

Un punto positivo dei combattimenti va sicuramente dato alle armi lanciabili come shuriken e granate, le quali, rispetto alla gran maggioranza dei giochi di questo genere, non si distruggono e non si esauriscono, anzi si ricaricano nel tempo. Ciò ti permette di utilizzarle a proprio piacimento, dando libero spazio al divertimento senza stare lì ad usarle con il contagocce.

Un altro punto a favore va sicuramente alle carte abilità che sblocchi progredendo durante la storia, o trovandole in giro. Queste ti permettono di potenziare e personalizzare il tuo personaggio a tuo piacimento, in base allo stile che meglio preferisci. Nota positiva il fatto che puoi cambiare le carte nel menu apposito quando vuoi, permettendo al giocatore di sperimentare le varie possibilità di gameplay come meglio vuole.

Tecnicamente sopraffino

Dal lato tecnico Dead Island 2 non ha nulla da invidiare. Certo, si nota in gran parte delle situazioni la sua natura cross-gen, ma il comparto luminoso, i modelli degli zombi sono davvero curati bene. Gli ambienti sono densi e ricchi di dettagli, con la luce che invade l’ambiente circostante regalando tante soddisfazioni a livello visivo. Anche il doppiaggio dei personaggi e l’audio generale, sono davvero curati al minimo dettaglio. C’è da aggiungere inoltre che i nemici di questo gioco sono composti a strati: hanno dei vestiti che si strappano, pelle che si squarcia, carni che si lacerano e infine muscoli e ossa che rispondo in maniera egregia ai feedback dei colpi. Questo sistema è sicuramente il punto a favore più grande di questo gioco: vedere una mandibola spaccata da un nostro colpo e rimasta attaccata per qualche articolazione al corpo,  che ciondola mentre lo zombie avanza verso di noi, è un sogno per gli amanti del genere.

Purtroppo, non è una novità, la presenza corposa di diversi bug che invalidano l’esperienza e non poco. A partire dalle compenetrazioni nel terreno sia in gioco che durante i filmati e personaggi che scompaiono nel nulla, impedendoti di portare a termine alcune missioni della storia, finchè non si riavvia il gioco.

In conclusione

Come già scritto durante tutta la mia recensione il titolo di Dambuster Studios è riuscito nel suo intento; è stata un’esperienza, letteralmente . Dopo anni di attesa, insidie e rifacimenti del progetto da parte degli sviluppatori, vedere come il gioco è riuscito ad approdare sugli scaffali di tutto il mondo in questa maniera, è letteralmente un miracolo. Il gioco ha dei difetti, l’ho detto, ma difetti che hanno anche giochi che escono senza avere tutti questi problemi di sviluppo. Ma nonostante la sua semplicità e i suoi diversi problemi, il gioco sa far divertire nei momenti in cui ci vogliamo rilassare e spaccare teste agli zombi. Un must have che tutti gli amanti del genere devono assolutamente avere.

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Classe 2002, amante dei videogames (forse troppo) è cresciuto grazie a console passate dal fratello maggiore come delle antiche reliquie. Si perde spesso nella lettura di comics americani e manga dal dubbio gusto