Babylon – Recensione – Damien Chazelle

Babylon – Recensione

È arrivato anche in Italia l’ultimo film di Damien Chazelle. Forse il primo vero colossal del regista, con un cast stellare che vanta i nomi di Brad Pitt, Margot Robbie, Tobey Maguire, Samara Weaving e tanti altri. Ha ricevuto numerose critiche negative, ma è davvero così brutto?

Cosa ci si aspetta da Chazelle

Damien Chazelle è uno dei più giovani registi emergenti che negli ultimi anni hanno saputo conquistare un pubblico molto grande con un numero limitato di pellicole.

Ci riferiamo principalmente a Whiplash e La La Land, poiché si possono effettivamente considerare sue. Per il biopic su Neil Armstrong la questione è diversa, perché lo ha diretto, ma non lo ha scritto. È stato semplicemente assunto per dirigerlo.
Gli altri due, invece, sono molto più personali ed esplicitano in tutto e per tutto il suo stile, le tematiche a lui care e il tipo di storia che gli piace raccontare.

Il film con Miles Teller come protagonista e quello per cui Emma Stone ha vinto un Oscar sono diversissimi tra di loro, ma entrambi accomunati dal fatto che inscenano tutto in maniera piuttosto raffinata e composta. Non si tratta di opere particolarmente volgari (il primo un po’ sì, ma in maniera contenuta) o violenti.
Il secondo poi lo si può praticamente considerare una favola ambientata ai giorni nostri e nel mondo delle arti.

Cosa ci si trova in Babylon

Se Whiplash è un film indipendente, girato con un budget basso e molto contenuto, già con La La Land il regista aveva potuto osare di più. Forte del grande successo ottenuto dalla pellicola precedente, si era già fatto un po’ il nome per ottenere finanziamenti più alti.

Con esso, poi, il suo nome è riuscito a renderlo ancora più importante, grazie all’altissimo indice di gradimento espresso da pubblico e critica ed al numero di candidature all’interno di prestigiose cerimonie

Con questo suo nuovo film ha potuto usufruire di un budget ancora più alto, osando in maniera maggiore rispetto a quanto non aveva fatto in precedenza.
Ha dato quindi vita ad un film in cui il suo stile lo si riconosce sin da subito, ma ha inserito anche degli elementi a cui non ci aveva minimamente abituato.

Babylon, infatti, è molto più volgare, esplicito e spinto rispetto alle altre due opere. 
In tantissime scene si può assistere a persone totalmente svestite, persone che fanno uso di sostanze stupefacenti, non poca violenza e tanto altro.

Tutto questo però ha un problema: tali caratteristiche generalmente non piacciono al grande pubblico. Ci sono le dovute eccezioni, come ad esempio le pellicole di Quentin Tarantino, ma lui costituisce in realtà un caso diverso.

Il regista di Pulp Fiction è considerato uno dei massimi esponenti dei film violenti e volgari e nonostante ciò il grande pubblico lo apprezza.
Questo perché egli ci ha abituati sin da subito a queste componenti più esplicite. Quando andiamo a vedere un suo film, sappiamo bene o male a cosa andiamo incontro, perché oramai ci siamo abituati.

Ricapitolando: principalmente per via delle sue precedenti opere, probabilmente nessuno si aspettava che Babylon sarebbe stato così e ciò ha destabilizzato non poco.

Il lato tecnico

Oramai non avevamo più dubbi sul fatto che Chazelle la macchina da presa la sappia muovere molto bene e questo progetto conferma ulteriormente ciò.
Ci sono inquadrature molto lunghe e complesse, maestose da guardare, che mostrano tutta la competenza del giovane regista. Meritava sicuramente una nomination agli Oscar.

Altre componenti che a nostro parere avrebbero dovuto essere candidate sono la fotografia ed il montaggio. La prima gioca su un contrasto di luci abbastanza forte, molto scuro di notte ed estremamente chiaro di giorno, quasi smarmellato in alcuni punti (per usare termini di borissiana memoria, che tra l’altro alcune scene lo ricordano). Questa cosa sembra sottolineare la fastidiosità della luce diurna dopo una notte intera passata a bere e fare baldoria.

Il secondo alterna inquadrature molto rapide e scene in cui spesso ci sono tanti personaggi e dove vengono date tante informazioni contemporaneamente. Riuscire ad alternare tutto senza risultare fastidioso era difficile e non poco.

Meritata la nomina a Justin Hurwitz per la colonna sonora. Egli, infatti, il quale ha svolto ancora una volta un lavoro incredibile. Ha dato vita a delle musiche che creano un’atmosfera perfetta, che quasi mettono voglia di alzarsi dalla poltrona e cominciare a ballare e che si conficcano nella testa.

Riassumendo

Babylon è un’opera, a nostro parere, davvero ben riuscita, che nonostante le tre ore di durata riesce a tenere lo spettatore incollato allo schermo. Apprezziamo il coraggio con cui Chazelle ha mostrato degli elementi decisamente espliciti e generalmente poco graditi da un pubblico grande.

Una vera e propria dichiarazione d’amore verso il cinema, che non si limita a mostrare solo gli aspetti positivi, ma porta avanti un discorso completo, sottolineando anche tutto ciò che c’è di negativo nel mondo della settima arte.

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Nato a Bologna nel 1996, si appassiona al cinema da bambino, quando capisce gli piacerebbe lavorare in quel campo. Più nello specifico come regista e sceneggiatore. Nel 2020 apre su Instagram un profilo che chiama "Recensisco Cose Audiovisive", con cui inizia a parlare di cinema e serie televisive con altre persone che condividono la sua passione.