Heartstopper – Recensione SerieTV Netflix – CON SPOILER
Rilasciata su Netflix il 22 aprile, Heartstopper si è subito conquistata un posto nei cuori di milioni di spettatori, entrando in soli due giorni dall’uscita nella top 10 dei contenuti più guardati sulla piattaforma. Composta da 8 episodi di circa 25 minuti, la serie è ambientata in una tipica grammar school inglese e segue le avventure di un gruppo di amici alle prese con i primi amori e le scoperte che l’adolescenza comporta.
Affronta con delicatezza molte tematiche LGBTQ+, contribuendo a colmare la mancanza di rappresentazione e fornendo un esempio di inclusività e conforto per chiunque appartenga alla comunità queer, fattori che ne hanno determinato l’enorme successo, facendola già rinnovare per altre due stagioni. Heartstopper è basata sull’omonima graphic novel di Alice Oseman, che ha partecipato al progetto come produttrice esecutiva e sceneggiatrice, reso evidente dalla buona riuscita della sceneggiatura, trasposizione convincente dell’opera originale.
Heartstopper – Recensione – Dietro le quinte
A portarla sugli schermi, guidati dalla regia fresca e pulita di Euros Lyn, già noto al grande pubblico per serie come Doctor Who e Sherlock, è un gruppo di giovani attori: Joe Locke (Charlie), Kit Connor (Nick), William Gao (Tao), Yasmine Finney (Elle), Corinna Brown (Tara), Kizzy Edgell (Darcy) e Tobie Donovan (Isaac). La loro inesperienza, lungi dall’essere uno svantaggio, rende ancora più reali e godibili le loro interpretazioni, contribuendo alla rappresentazione credibile delle vite dei giovani personaggi. Particolare degno di nota è l’inclusione di elementi animati nel corso della serie, come le famose foglioline di Heartsopper (diventate perfino un filtro sui social), le scintille e gli altri effetti grafici, rimandi che hanno creato un tenero fil rouge per tutti gli amanti della graphic novel. Sottolineo inoltre con entusiasmo come questo sia davvero un prodotto fatto per persone queer da persone queer, in quanto gran parte del cast, compresa l’autrice stessa, fanno parte della comunità, sottolineando come la rappresentazione sia importante sia davanti che dietro la macchina da presa.
Heartstopper – Recensione – Ma di cosa parla?
I protagonisti principali sono Charlie Spring, nerd timido e sensibile da poco out come ragazzo gay, e Nick Nelson, popolare giocatore di rugby. Frequentano anni diversi ma si conoscono durante un corso in comune e, complice l’essere compagni di banco, Charlie sviluppa una tenera crush nei confronti di Nick. I suoi migliori amici, Tao Elle ed Isaac, tuttavia, lo mettono da subito in guardia pensando che sia eterosessuale, nel tentativo di evitargli una delusione. Quello che non sanno, però, è che Nick, grazie alla vicinanza con Charlie, ha iniziato ad interrogarsi sulla sua sessualità, avvertendo che da una semplice amicizia il loro rapporto si stava trasformando in qualcosa di più profondo. Tema centrale di Heartstopper è la scoperta di se stessi, sia dal punto di vista sentimentale che umano. Capire che tipo di persona vogliamo essere e che scelte compiere per diventarla risulta uno dei cardini nella storyline di Nick, non solo perché durante il corso della serie realizza di essere bisessuale, ma anche perché si rende conto di avere accanto persone che non gli permettono di essere se stesso e da cui deciderà di separarsi per crescere e sentirsi libero.
Heartstopper – Recensione – A renderlo difficile ci sono Ben e Harry
Nella prima puntata incontriamo Ben (Sebastian Croft), che per paura di affrontare un coming out pubblico e le sue ripercussioni, aveva intrapreso una relazione segreta con Charlie, dimostrando però scarsa considerazione per i suoi sentimenti e anzi facendo leva sulle sue insicurezze per tenerlo vicino. Harry (Cormac Hyde-Corrin), invece, è uno dei membri della comitiva storica di Nick, un bullo pronto a prendere di mira sia Charlie, mettendolo a disagio con commenti omofobi, sia Tao, che cercava solo di proteggere il suo migliore amico, già segnato del bullismo subito in seguito al suo coming out. Nick sin da subito si schiera dalla parte di Charlie, sottolineando la scorrettezza di questi atteggiamenti, fino ad arrivare ad una rottura definitiva in seguito ad una rissa causata dall’utilizzo di uno slur, dimostrando la forza di separarsi dal gruppo.
La peer pressure è un fenomeno molto comune negli anni formativi dell’adolescenza e grazie all’esempio di Nick la serie riesce a trasmettere un messaggio importante: sebbene difficile, distinguersi, quando tutto quello che vorresti è essere uguale agli altri, può portare a nuovi ed entusiasmanti inizi. Dopo un primo bacio carico di timore e un periodo di segretezza, Nick accetta la sua bisessualità, uscendo allo scoperto con Charlie e facendo coming out con sua madre. Questo è in particolare un momento decisivo perché assistiamo ad un coming out semplice, tenero, senza i drammi soliti delle storie queer a cui siamo abituati. La madre di Nick (il premio Oscar Oliva Colman), infatti, prenderà la sua confessione con tranquillità, contenta che il figlio si sia liberato di quel peso.
Heartstopper – Recensione – Fare coming out non è obbligatorio
Tanti sono i personaggi attraverso cui questa serie mette in scena alcune delle sfaccettature della comunità queer. Incontriamo Elle, una delle migliori amiche di Charlie e ragazza trans che, nel tentativo di trovare un ambiente più inclusivo in cui essere se stessa, si trasferisce a metà anno nella controparte femminile della grammar school, dove incontrerà persone nuove pronte ad accoglierla senza pregiudizi, Tara e Darcy. All’inizio presentate come migliori amiche, scopriamo nel corso delle puntate, che in realtà sono una coppia lesbica, Darcy dichiarata da tempo, Tara ancora in the closet. Tramite la loro relazione viene introdotto un altro tema cruciale: fare coming out non è obbligatorio, anzi l’obiettivo è proprio quello che in futuro non sarà più necessario perché vivremo in un mondo non più eteronormativo. Tara, infatti, uscirà allo scoperto baciando Darcy ad una festa con tutti i suoi compagni di classe, non sentendo il bisogno di un grande annuncio ma solo la necessità di vivere la propria storia come una qualunque adolescente. Questo le causerà qualche problema, visto che alcune persone inizieranno a fare commenti omofobi (anche online) e a parlare alle sue spalle, ma grazie all’aiuto di Darcy, personaggio allegro e sicuro di sé, riuscirà a stare meglio.
Scoprire di essere queer può essere difficile, non solo perché viviamo in una società in cui l’omotransfobia è prevalente, ma anche perché tante sono le paure che accompagnano questo percorso di ricerca e autoanalisi: scoprire di essere diversi da come si credeva (Nick), restare soli e non essere amati (Charlie), la paura che il mondo non ci veda più per chi siamo ma solo per la nostra sessualità (Tara), non essere accettati e non poter vivere apertamente la propria identità (Elle).
In conclusione
La forza di Heartsopper sta proprio in questo: fornire esempi positivi di storie LGBTQ+ senza necessariamente ricorrere ai trope di cui la cinematografia ha abusato in questi anni. L’esperienza queer è poliedrica e sì a volte ha anche aspetti difficili e dolorosi, ma tutti hanno diritto alla leggerezza di un amore, alla spensieratezza e alla possibilità di evadere per qualche ora dalla vita reale, nella speranza che la semplicità della storia di Nick e Charlie diventi la normalità e non l’eccezione nella rappresentazione delle storie queer da parte dei media.
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