Happy City – Recensione e Gameplay – Cocktail Games

Una scatolina compatta e colorata, un mazzo di carte mignon e qualche gettone di cartone sono gli ingredienti che la Cocktail Games ha messo a disposizione dei giocatori per cercare di creare la cittadina più popolata e felice. Dovrete essere buoni architetti, gestori oculati ed accoglienti… ed anche un po’ amanti del rischio. Siete pronti ad immergervi nel piccolo mondo di Happy City? Ah! Dimenticavo, Happy City arriverà in Italia grazie a Ghenos Games!

Happy City è un gioco di carte simpatico e colorato per 2-5 giocatori, ideato da due game designer giapponesi (Toshiki e Airu Sato) e dalla durata piuttosto contenuta di circa 20-30 minuti per partita. Il gioco è di base molto semplice, anche se presenta qualche componente di rischio che potrebbe rappresentare difficile da gestire per i giocatori più piccoli; il 10+ indicato sulla scatola mi sembra quindi un indicazione corretta, anche se un 8+ sarebbe stato anch’esso idoneo.

Setup di gioco

La meccanica di gioco si basa esclusivamente sulle carte che dovranno essere acquistate dalla zona del mercato. La particolarità però sta nel fatto che saranno i giocatori a decidere quali edifici rivelare nella zona d’acquisto, conoscendone l’ipotetico valore (attraverso un range numerico), ma senza sapere esattamente che cosa si andrà a pescare. Abbiamo quindi una componente di push your luck che si aggiunge al pizzico di gestionale (rappresentato dalle rendite di inizio turno) ed al set collection utile a conquistare gli edifici speciali.

UNA PARTITA COMPLETA AD HAPPY CITY…

Ma non perdiamo altro tempo e andiamo subito a vedere come si gioca ad Happy City, grazie al mio video gameplay proprio qui sotto, in cui vi spiego il regolamento e vi mostro il flusso di gioco in una partita a due giocatori . Fatto ciò, potrete scorrere l’articolo e scoprire le mie impressioni sul gioco!

LE MIE IMPRESSIONI SU HAPPY CITY…

Happy City è uno di quei classici giochi che puoi portare ovunque e far giocare a chiunque: scatola piccola, materiale essenziale, poco spazio richiesto sul tavolo, regolamento facile ed immediato. Impararlo è davvero cosa facile, le regole sono poche e molto chiare, un dettaglio che apprezzo sempre nel momento in cui cerco giochi “scacciapensieri”, che mi permettano di divertirmi senza farmi usare troppo i neuroni.

Esempio di città

Ma nonostante la grafica generale possa farlo sembrare, Happy City non è per nulla un gioco banale, tutt’altro. Mi piace molto come viene gestita la “zona del mercato” degli edifici acquistabili. Il fatto di poter scegliere quali carte rivelare, ma senza sapere del tutto cosa uscirà fuori, è una meccanica molto intrigante che dona al gioco tensione, strategia ed un sacco di imprevedibilità. Da questo genere di giochi, ci si aspetta sempre un flusso di gioco molto lineare, ed invece questa sezione di push your luck aiuta a sparigliare le carte durante tutta la partita.

Non appena un giocatore arriva a costruire dieci edifici, la partita termina in quello stesso turno con la possibilità quindi che gli avversari rimangano con meno edifici. Ma attenzione, perchè questo non regala automaticamente la vittoria al giocatore che ha piazzato più carte, bensì a chi ha costruito la città più popolata e felice! Inoltre, la costruzione della propria città non sarà così semplice, anche e soprattutto perchè i giocatori tenderanno a togliere dal gioco gli edifici più utili per gli avversari: sia per disturbare l’accumulo di cuori e cittadini sia per ostacolare la vostra collezione in ottica di acquisire l’edificio speciale che tanto desiderate.

Edifici speciali che possono giocare un ruolo fondamentale nelle sorti delle partite; non tanto quelli base che offrono “solo” cuori o cittadini, ma quelli della versione expert che sono tantissimi e offrono un ventaglio di bonus ed abilità davvero ampio.

Tornando ai materiali (pochi, piccoli, ma ben realizzati), vorrei focalizzarmi maggiormente sulla grafica davvero bellissima (le caricature dei monumenti più famosi sono FANTASTICHE!). Un tocco di stile cartoonesco che regala al prodotto un sacco di allegria e buon’umore, una caratteristica tipica dei prodotti giapponesi. Scalabilità? Buona, anzi ottima. Happy City si fa giocare benissimo in tutte le sue configurazioni, scorre sempre allo stesso modo, l’unica differenza sta nella quantità di carte che vengono fatte girare.

Dopo molte partite giocate, non ho trovato particolari difetti in Happy City, sempre considerando a quale target di giocatori si vuole rivolgere, ovvero i più giovani, gli occasionali e chi cerca qualcosa di leggero e poco impegnativo. Forse l’unica cosa che potrei annoverare è la presenza della fortuna durante la pesca degli edifici: ma essendo a tutti gli effetti una meccanica di gioco, non mi sento di considerarlo un difetto. Certo, se state cercando un gioco più “pesante”, ovviamente Happy City non ve lo consiglio, altrimenti, fossi in voi, gli darei un’occasione.

E quindi, vuoi sapere cosa penso in conclusione di Happy City? Scoprilo qui sotto nel riquadro del giudizio globale!

Un enorme grazie ai ragazzi della Cocktail Games per avermi fornito la copia del gioco utilizzata per questa tutorial ed a TE per avermi dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ti ricordo che puoi seguirmi anche su Instagram (AleboardGamer) e su Youtube (La Ludoteca di Aleboardgamer). Ci si vede al prossimo articolo!

Alessandro “AleBoardGamer” Pugliese

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.