Recensione – Pakal, è (quasi) tornato il gioco del 15! – Cranio Creations

Circondati da suoni della natura e rumore di tamburi, cerchiamo di inoltrarci all’interno della misteriosa foresta. Facendoci strada tra alberi e piante di ogni genere, dobbiamo seguire i simboli che ci condurranno al sacro tempio. Ma solo il più abile e veloce potrà essere proclamato il vincitore di Pakal!

Quanti di voi conoscono il Gioco del 15? Beh, sicuramente chi come me è cresciuto negli anni ’80 e ’90 non potrà non ricordarselo! Il Gioco del Quindici consiste in una piccola plancia di plastica composta da 16 spazi, in cui vengono inseriti 15 quadratini scorrevoli numerati dall’1 al 15. Dopo aver messo in disordine tutti i numeri, lo scopo del gioco è quello di rimetterli in ordine crescente dall’1 al 15 (appunto), lasciando vuoto l’ultimo spazio in basso sulla destra.

Panoramica dei materiali

Ecco, anche se qui abbiamo dei simboli al posto dei numeri, Pakal riprende in pieno questa meccanica di gioco basata sulla destrezza ed il colpo d’occhio. Un po’ come Fairy Tale Inn ha fatto con Forza 4, anche qui si è voluto prendere spunto da iconici giochi del passato con l’intento di reinterpretarli in chiave moderna, senza però stravolgerne la vera essenza, cioè il divertimento.

Pakal è un titolo completamente italiano partendo dagli autori (Luca Bellini e Luca Borsa) fino a arrivare all’unica casa editrice, la Cranio Creations. Come avrete intuito, parliamo di un family-game molto leggero per 2-4 giocatori, ideale per giocatori molto giovani dagli 8 anni in su e dalla durata media molto contenuta di circa 20 minuti a partita. Allora, pronti a fare un bel tuffo nel passato?

Pakal – Recensione – Come si gioca?

Pakal – Recensione – Le mie impressioni sul gioco…

Non so se sia giusto definire Pakal un filler, però posso dirvi che si è rivelato il classico gioco leggero da intavolare quando si vuole fare una “giocata e fuga”, quando ci si vuole divertire insieme ai propri figli o in un fine serata dopo essere stati sfiancati dal solito cinghialone. Il gioco propone una ventina di minuti di divertimento e spensieratezza, momenti che possono far piacere sia ai giocatori occasionali sia a chi di giochi ci vive.

Mi è molto piaciuto il modo in cui gli autori hanno preso la struttura di un gioco solitario come il già citato Gioco del Quindici e l’abbiano trasformata in un gioco competitivo a tutti gli effetti. Non bisogna più rimettere in ordine dei numeri, bensì dobbiamo cercare di scovare esattamente i tre simboli della carta obiettivo, ma senza farne vedere altri. Ad aggiungere un po’ di pepe abbiamo altri due fattori che si amalgamano bene con il contesto: le tessere trasparenti e l’inesorabile scorrere del tempo.

Dettaglio di gioco
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Le tessere trasparenti ricoprono un ruolo di arma a doppio taglio all’interno dell’azione di gioco: se da un lato possono essere un vantaggio, in quanto ci permettono di scovare i simboli più velocemente, dall’altro aumentano la difficoltà nel ricoprire i simboli non necessari, soprattutto nel momento in cui cominciamo ad averne tante all’interno della nostra plancetta. Il tempo, invece, dona al gioco quella giusta dose di adrenalina che prova a mandare i giocatori in ansia e talvolta in confusione. All’inizio tutto sembra facile, ma dopo un po’ di giri gli occhi cominciano ad incrociarsi!

Peccato però che in un gioco scandito da un conto alla rovescia, all’interno della scatola non troviamo nulla di utile allo scopo, neanche una semplice clessidra. Ci si deve quindi arrangiare con uno smartphone o tablet, utilizzando il conto alla rovescia oppure scaricando l’app ufficiale di Pakal (carina) che ci permette di impostare i due livelli di difficoltà (facile 45 secondi, intermedio 30 secondi) con musica e suoni a fare da contorno.

A proposito dei materiali che sono tutto sommato buoni, ho trovato veramente assurda la disposizione interna della scatola: praticamente quasi tutto lo spazio viene occupato da un discutibile organizer in cartoncino, lasciando incomprensibilmente poco spazio per la sistemazione dei componenti, i quali devono essere schiacciati per poterci stare. Credo che, essendo la scatola grande rispetto al materiale presente, ci sia stato un tentativo di compensare, riuscito però male. O perlomeno, questa è la mia teoria.

A chi è consiglio quindi Pakal? Dato l’ottimo prezzo di vendita (poco sopra i 20€) potrebbe rivelarsi un acquisto azzeccato per poter coinvolgere i figli o i nipoti, da presentare a chi non vuole sentire più di tre minuti di regolamento o per proprio divertimento personale. Perché pur non essendo il massimo della variabilità (dopo un po’ di partite vi ritroverete infatti a fare sempre le stesse cose), Pakal è divertente e coinvolgente quanto basta per far passare una ventina di minuti in allegria.

Un grosso grazie a TE per averci dedicato qualche minuto del tuo tempo ed aver letto questo articolo! Ci si vede alla prossima recensione!

Alessandro “AleBoardGamer”

Classe '83, fiero torinese ed assiduo instagramer con lo pseudonimo "aleboardgamer", si diverte a spiegare regolamenti sul suo canale Youtube "La Ludoteca di AleBoardGamer". Amante dei giochi da tavolo sin dalla tenera età di sei anni quando gli vennero regalati titoli d'antologia come Brivido, Hero Quest e L'isola di Fuoco, la sua missione è quella di espandere il credo dei boardgames per distogliere l'attenzione dagli smartphones e convincere le persone a riunirsi attorno ad un tavolo per socializzare, sviluppare l'ingegno e soprattutto divertirsi.