61 anni de La Dolce Vita – Un prodigio di regia, sceneggiatura e produzione

A 61 anni dall’uscita, il film-documentario di Giuseppe Pedersoli ci guida alla scoperta della difficile lavorazione del capolavoro di Fellini

Il mito di via Veneto

Esattamente 61 anni fa, il 5 febbraio 1960, ebbe luogo, presso il Capitol di Milano, la prima nazionale de La dolce vita, il capolavoro senza tempo di Federico Fellini che ha segnato una tappa indimenticabile nella storia del cinema mondiale.

Il prodigio del regista romagnolo – che realizzò La dolce vita dopo aver vinto ben due Oscar – ha avuto il grande merito di riflettere e al tempo stesso forgiare la Roma degli anni Cinquanta-Sessanta e, in particolare, di quel mondo dello spettacolo e del cinema pervaso da noia di vivere, volgarità e cinismo. Un mondo – quello della via Veneto ricostruita a Cinecittà – fatto di falsi pretesti, maschere e legami di pura esteriorità che finisce per inghiottire Marcello, come è reso evidente dall’ultima, palese rinuncia alla “nuda” esistenza: su una spiaggia del litorale romano, il fotoreporter sceglie di “non sentire”, preferendo il nulla alla piena consapevolezza dell’insopportabile, eppure a tratti inspiegabilmente “dolce”, realtà in cui è immerso.

Il percorso travagliato de La dolce vita

Nessuno, al giorno d’oggi, avrebbe il coraggio di azzardare una considerazione dell’opera magna di Fellini che esuli dalla definizione di “capolavoro”.

Eppure, il percorso che oggi ci consente di godere della potenza e della bellezza de La dolce vita è stato a dir poco travagliato. Il motivo? A credere nel progetto di Fellini erano, incredibilmente, in pochi.

A questo proposito, il film documentario “La verità su La dolce vita” di Giuseppe Pedersoli (2020) offre un’interessante prospettiva sulle vicende legate alla genesi e alla realizzazione di quella che oggi è considerata una pietra miliare della storia del cinema. Attraverso una coinvolgente commistione di ricostruzione filmica degli eventi, immagini di repertorio ed interviste, Pedersoli tratteggia le enormi difficoltà che La dolce vita ha incontrato nel suo cammino verso la gloria. Il resoconto che ne deriva è un ritratto del tutto veritiero poiché interamente basato su documenti originali mai resi pubblici prima d’ora.

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L’intuito e la determinazione di Giuseppe Amato

L’unico – almeno inizialmente – a credere nel progetto di Fellini era Giuseppe Amato, figura centrale nella storia del cinema italiano e già produttore di film di altissimo livello come “Umberto D.” di Vittorio de Sica e “Don Camillo” di Julien Duvivier.

In un primo momento, i diritti sulle opere felliniane – e dunque anche sull’ultimo film in cantiere – erano di proprietà del produttore Dino De Laurentiis, con cui Fellini aveva stipulato un contratto di esclusiva.

Amato, tuttavia, rimase talmente folgorato dalla sceneggiatura de La dolce vita che decise di sfruttare le incomprensioni tra il regista romagnolo e il produttore napoletano per proporsi, assieme ad Angelo Rizzoli, come nuovo produttore del film. In cambio dei diritti su “La grande guerra” di Mario Monicelli, De Laurentiis cedette la produzione de La dolce vita ad Amato e Rizzoli, compiendo una scelta di cui si sarebbe poi inevitabilmente pentito.

Era la cosa più bella che avessi mai letto. Passione ed erotismo, il bello e il brutto della vita. C’era l’incantesimo dell’essere umano.

Giuseppe Amato aveva percepito sin da subito la grandezza del progetto di Fellini, che dal canto suo si impegnò a non superare la soglia dei 400 milioni di budget e a revisionare la sceneggiatura originale, troppo lunga e costosa, assieme ad Ennio Flaiano e Tullio Pinelli. Originariamente, infatti, La dolce vita aveva una durata di oltre quattro ore. Troppo sia per i costi di produzione sia per i distributori, che mai avrebbero rischiato di proporre al pubblico una pellicola dalla durata estenuante.

I contrasti tra produttori e regista

È a questo punto che cominciano a sorgere le difficoltà maggiori. Gli interessi artistici del regista si scontrano con le esigenze di natura economica dei produttori: da un lato, il continuo sforamento del preventivo da parte di Fellini finisce con l’indisporre lo stesso regista, per il quale (a suo dire) diventa impossibile lavorare con tranquillità a causa della costante pressione dei produttori; dall’altro lato, questa situazione porta al deterioramento dei rapporti tra Rizzoli e Amato. Quest’ultimo, infatti, aveva a fatica convinto il produttore milanese ad investire sul progetto ed ora si ritrovava a subire in prima persona le conseguenze, economiche e di salute, delle promesse economiche che Fellini non aveva mantenuto.

Rizzoli, infatti, si rifiuta categoricamente di pagare la somma eccedente (i costi di produzione avevano raggiunto gli 800 milioni), portando Amato ad indebitarsi.


      Da sinistra: Angelo Rizzoli, Federico Fellini e Giuseppe Amato

L’uscita del film e l’immediato successo al botteghino

Dopo un iniziale slittamento nella data d’uscita del film – altro motivo di scontro tra Fellini e Amato – La dolce vita viene proiettato per la prima volta il 5 febbraio 1960, presso il Capitol di Milano. A fronte di una critica divisa e tendente perlopiù all’indignazione e alla disapprovazione, il film riscosse un successo di pubblico (nazionale e internazionale) tale da coprire i costi di produzione nel giro di poche settimane.

Il resto, come si suol dire, è storia. Se dunque il genio di Federico Fellini è riuscito, con La dolce vita, a costruire un mito, l’intuito e la determinazione Giuseppe Amato hanno sfidato la corrente per riporlo, al sicuro, tra le nostre mani.

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La dolce vita di Federico Fellini e il film-documentario La verità su La dolce vita di Giuseppe Pedersoli sono disponibili in un unico cofanetto (acquistabile qui) appartenente alla collana Cinema Forever e distribuito da CG Entertainment.

La dolce vita

Formato video: 1.1:85

Audio: Dolby Digital 1.0 mono

Sottotitoli: Italiano per non udenti

Inglese

La verità su La dolce vita

Formato video: 1,78:1 anamorfico

Audio: Italiano Dolby Digital 5.1

Sottotitoli: Italiano per non udenti

La qualità audio e video di entrambi i DVD è ottima.

Classe 1996, nata a La Maddalena ma cresciuta a Bari, è laureata in Traduzione specialistica. È una grande appassionata di film, serie tv e libri, su cui ama discutere e confrontarsi. Si è da poco addentrata nel magico mondo dei giochi da tavolo e, in particolare, dei giochi di ruolo. Crede fermamente nell’idea che “la bellezza salverà il mondo”, motivo per cui attribuisce all’arte e all’intrattenimento un valore assoluto.