World War Z – Recensione – PS4, XBOX ONE, PC

World War Z – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Avete presente Left 4 Dead? Ecco, immaginatelo con la grafica del 2019, con più protagonisti, più armi, un sistema di leveling e orde di zombie praticamente infinite che scalano muri come fossero formiche. Questo è World War Z, gioco tratto dal romanzo omonimo di Max Brooks e dal film con Brad Pitt.

 

Ho dovuto aspettare un po’ prima di cimentarmi in questa recensione, giocare il titolo, prendermi una pausa, ragionare su quanto visto e metabolizzarlo. Non è facile scrivere qualcosa su un titolo che, essenzialmente, è come se fosse il seguito videoludico di Left 4 Dead, gioco che ha fatto la storia per quanto riguarda gli shooter zombie e che è ha fatto parte dell’adolescenza di molti di noi.

Più volte, durante le numerose sessioni di gioco ci sono stati richiami al famoso titolo di Valve, facendo esclamare “Questa è proprio una cosa alla L4D, ora sta per succedere questo perchè l’ho visto in L4D” e via via discorrendo, ma World War Z, oltre che essere un chiarissimo riferimento, ha voluto portare qualcosa di nuovo e che, forse, ancora non avevamo visto su un videogioco: le orde infinite.

WORLD WAR Z – Non farti mordere

La storia ricalca a grandi linee quanto visto nel lungometraggio con protagonista Brad Pitt, che a sua volta ha preso spunto dall’omonimo libro di Max Brooks, dove praticamente tutta la popolazione mondiale è stata infettata e dove oramai tutti son diventati dei veri e propri zombi.

L’obiettivo del giocatore è, ovviamente, quello di eliminarne quanti più possibile facendosi strada per fuggire da 4 ambientazioni molto suggestive: New York, Gerusalemme, Mosca e Tokyo.

Ogni città ha i suoi quattro eroi che potremo scegliere all’inizio dello scenario e, completandolo interamente, sbloccheremo il background di questi con una sequenza video. Ciò aumenta la longevità del gioco, obbligando i completisti a fare più volte le varie città per sbloccare le storie di tutti.

Non è finita qui, oltre ai sopravvissuti ci sono sei classi disponibili, ognuna delle quali con abilità attive e passive che possono aiutare notevolmente durante la partita; tali abilità si sbloccano con l’esperienza acquisita durante la campagna. Anche in questo caso, per riuscire a sbloccare tutti gli alberi di tutte le classi si sarà costretti a ripetere più e più volte i vari scenari, che essenzialmente risulteranno gli stessi, ma come con L4D, i compagni di gioco faranno molto.

Mai dividersi, MAI! Le orde sono sempre in agguato, così come gli infetti speciali che non sono tanti ed anche stavolta risultano essere scopiazzamenti, ma ritrovarsi in un angoletto da soli risulterà quasi sicuramente fatale per il survivor, soprattutto ai livelli di difficoltà più elevati.

Continuando a parlare di campagna, la stessa non dura più di 7-8 ore in totale, completando tutte e quattro le locations, ma come detto sopra è estremamente rigiocabile per via di tutte le cose sbloccabili, tra cui, ultime non per importanza, le armi.

Queste sono tante, e si suddividono in armi speciali, primarie e secondarie. Ognuna ha un totale di cinque livelli e ad ogni livello si può scegliere uno tra due potenziamenti per adattarla al proprio stile di gioco e riuscire a renderla perfetta come ammazza-zombie.

Insomma, la campagna breve è sicuramente stimolata da tutti gli sbloccabili, e la stessa cosa si può dire per il multiplayer, però…

WORLD WAR Z – Perchè allearci contro milioni di zombie, quando potremmo spararci?

…risulta indiscutibilmente la parte più debole di tutto il gioco. Le modalità sono parecchie, anche se tutte già viste, con l’unica variante che, in base a quanto rumore viene fatto durante il conflitto tra le squadre, giungono ondate di centinaia di zombie.

Praticamente ti ritrovi nel bel mezzo di un conflitto a fuoco contro altri umani, ed improvvisamente uno zombie ti stacca un braccio. Divertente, però si sente che manca qualcosa. Ore passate a giocare, provare tutte le modalità, capire i meccanismi e le armi, ma alla finte senti che c’è qualcosa che non va: dov’è la modalità infected VS survivors?

Non è per fare continui paragoni con L4D, però quella era (Personalmente) la modalità PVP più bella presente, e qui, dove avrebbero potuto osare e fare un qualcosa di veramente bello, viste anche le ondate praticamente infinite, manca.

Ok, mi stai dando un sistema di leveling come in campagna, ogni classe ha il suo livello, così come le armi, mi dai l’esperienza, mi dai un motivo per giocare continuamente, però dopo un po’ mi annoio. Voglio trovarmi dall’altra parte della barricata, voglio essere uno zombie, voglio avere quella fame di cervelli.

Questa mancanza mi ha lasciato decisamente perplesso.

WORLD WAR Z – Tanta putrefazione, ma nessun problema

Dal punto di vista tecnico il gioco gira fluido, preciso. Ogni tanto si nota qualche calo di frame, soprattutto quando ci sono le orde con milioni di infetti, ma lo Swarm Engine lavora egregiamente, anche su console, garantendo i 30FPS stabili (Versione provata su PlayStation 4).

Graficamente è curato, i ragdoll son veramente fatti bene così come le animazioni; forse le hitbox sono un po’ sfalsate, ma alla fine ci si fa l’abitudine.

Saber Interactive sa bene che questo gioco non vuole essere un AAA, proponendolo infatti a 39,90€, spesa giustificata, considerando anche il budget con cui è stato creato e confermando le intenzioni della software house di non voler ingannare il pubblico con un titolo che vuole essere divertente, ma non dispendioso.

Vi lasciamo alla scheda tecnica finale ricordandovi che lo potrete trovare in versione PC (esclusiva Epic Games Store), PS4 ed XBOX One.

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.