Transistor – Recensione – Switch, PC, PS4, XBOX ONE

Transistor – recensione di Valentina Akemimas

Supergiant Games è uno studio rinomato nel panorama indie, già famoso per Bastion ed il più recente Pyre; nell’ormai passato 2014 fece uscire Transistor, gioco che riscosse un certo successo e che si ritrovò presente sulla maggior parte delle piattaforme. Oggi raggiunge anche Nintendo Switch, con una versione digital del 1 Novembre 2018 sulla quale abbiamo messo le mani e di cui vi parliamo quest’oggi!

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Transistor – La scomparsa della voce.

Red è una ragazza dai capelli rossi con una voce splendida, rubatagli per motivi a noi ignoti da uno strano ordine complottistico, che sembra aver stravolto la città nella quale la ragazza vive.

Il Processo, macchine aggressive e dalle forme più disparate, invade le strade e solo il Transistor, spadone luminescente e dalla voce calda e familiare, sembra essere in grado di distruggerle.

Quest’arma ha anche la peculiare capacità di raccogliere le anime di coloro che sono ormai passati a miglior vita ed estrarne i poteri e le informazioni che ci serviranno per portare avanti una guerra contro un nemico tutto da comprendere e scoprire.

Insomma la storia del gioco butta d’innanzi al giocatore delle premesse niente male ed è capace di intrattenerlo per tutta la durata dell’avventura, grazie anche ad un mondo sci-fi nel quale tecnologia ed arte vengono mixate alla perfezione.

Transistor – Programma, attacca, corri.

Transistor è un concentrato di combattimento e dinamiche tattiche che riesce a funzionare alla perfezione, consentendo al giocatore di avere a che fare con un’esperienza dinamica e scorrevole.

L’utilizzo dell’arma si scagliona infatti tra diverse abilità che potremo implementare a seconda del tipo di approccio scelto, usando i quattro slot disponibili per portarne appunto questo numero in battaglia.

Vi sono anche degli slot più piccoli che permettono di inserire alcune abilità come passive di altre, aumentandone gli effetti e il raggio di azione. Tutto ciò sarà utile contro le diverse tipologie di nemici che si scaglieranno contro di noi, da quelli veloci ed imprendibili a quelli più pesanti e con un potere d’attacco spaventoso.

Nel gioco non è possibile curarsi, in quanto la vita verrà ricaricata presso i terminali, sparsi per la mappa in modo oculato e numeroso.

Quando la barra della salute giungerà a zero ci verrà tolta una delle quattro abilità utilizzabili e dovremo proseguire con quelle restanti, facendo ben attenzione a non finirle tutte per non incappare nel fatidico game over.

Sopperendo a questa mancanza di cure e dovendo fronteggiare il gran numero di nemici a schermo, Transistor propone un aspetto tattico nella produzione che ho trovato perfettamente calzante: il turn.

Tramite questa modalità potremo fermare il tempo e progettare le azioni da svolgere tenendo conto di una barra azione che si andrà a consumare ad ogni mossa effettuata; il giocatore dovrà sapientemente utilizzare questo strumento per fronteggiare i gruppi di avversari e la sua presenza regala alla produzione una profondità inaspettata.

Un hub di gioco, raggiungibile tramite alcune porte specifiche, ci permetterà di rilassarci svolgendo alcune sfide, riflettendo su alcune scenari dell’avventura e ascoltando le canzoni che il gioco propone.

Transistor – Arte e tecnologia.

Visivamente, Transistor è ispirato e piacevole da osservare, con una realizzazione dei personaggi molto fantasiosa e delle ambientazioni a metà tra il super-tecnologico e l’artistico.

Tecnicamente il gioco non presenta criticità, adattandosi perfettamente alla Nintendo Switch e traendo una marcia in più proprio dalla formula portatile della console.

La colonna sonora è di tutto rispetto, stracolma di brani ambient-tecno capace di regalare un’atmosfera unica agli scenari cui fanno da accompagnamento.

Il doppiaggio è inglese e la voce narrante risulta calda e piacevole da sentire; i sottotitoli in italiano sono presenti e permettono una maggiore comprensione del gioco, risultando scritti in modo ottimale.

Transistor – Staticità.

L’esperienza proposta dai Supergiant Games dura tra le 6 e le 8 ore, presentando un gameplay ideato bene ma tuttavia privo di elementi cangianti, che portano quindi dopo circa la metà delle ore proposte ad avere un incedere di gioco fondamentalmente tutto uguale e forse troppo statico.

Il prezzo lancio di circa 17 euro giustifica senz’altro la qualità della produzione. – PAGINA ACQUISTO GIOCO

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Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!