MOTHERGUNSHIP – Recensione – PC, PS4, Xbox One

MOTHERGUNSHIP - Main art

MOTHERGUNSHIP – recensione di Mirko Tefatika (VERSIONE TESTATA: PC)

MOTHERGUNSHIP, ultima fatica di Grip Digital e Terrible Posture Games, approda sui nostri PC (ma è disponibile anche per PS4 ed Xbox One), portando con sé un vasto arsenale di grosse armi, ancora più grossi robot e tanta, tanta adrenalina.

Il vostro Mirko l’ha provato per voi, quindi tenete il sedere incollato alla sedia e vediamo insieme cosa ha da offrire!

MOTHERGUNSHIP - Pit Crawler[AdSense-B]

MOTHERGUNSHIP – MotherGAANNship

MOTHERGUNSHIP, da scrivere rigorosamente in maiuscolo, combina uno sparatutto in prima persona con elementi di bullet hell; quella della prima persona è una scelta singolare, visto che, solitamente, giochi di questo tipo usano la terza.

Le modalità di gioco sono principalmente due: una modalità campagna ed una infinita; in aggiunta, è possibile giocare in cooperativa con un amico.

Come usuale nei bullet hell, ci ritroveremo principalmente ad affrontare una serie di livelli ricchi di nemici, potenziamenti, crediti e negozi in cui spenderli. Non mancano stanze speciali con layout particolari o sfide da affrontare per ricompense maggiori e, nella modalità storia, boss da affrontare.

L’azione di gioco è frenetica e saremo dotati di un ampio arsenale di armi a distanza, comprendenti tutti i tipi tradizionali: hitscan, a proiettili, esplosivi… Saremo particolarmente agili e, potenziamenti permettendo, in grado di eseguire doppi salti… Ma anche tripli, quadrupli, ottupli…

Il cuore pulsante di MOTHERGUNSHIP risiede nel sistema di crafting che ci permetterà di costruire e personalizzare le armi; essendo il punto focale dell’esperienza, affronterò meglio nel dettaglio questo discorso più avanti nella recensione.

MOTHERGUNSHIP è stato sviluppato da Grip Digital e Terrible Posture Games e finanziato in parte da Humble Bundle. Sapevi che Humble Bundle ha, al momento della stesura di questo articolo, un ottimo bundle in offerta? Scoprilo qui!

MOTHERGUNSHIP - Console

MOTHERGUNSHIP – Salta, spara, salta, schiva, spara più duro…

Come detto, MOTHERGUNSHIP è un bullet hell in prima persona, quindi ci sono proiettili, ci sono nemici, ci sono esplosioni. Dei nemici, si spera. L’azione è molto frenetica (ai livelli di Overwatch, per intenderci) e dovremo avere un ottimo senso dello spazio per restare in piedi fino alla fine.

Ho trovato abbastanza piatto il comparto di nemici e, questo, influisce in modo negativo sull’esperienza di gioco. Nonostante vi siano abbastanza nemici graficamente diversi, difficilmente questi avranno meccaniche molto diverse le une dalle altre; alcuni sparano, altri attaccano in mischia, volando o restando fermi. Ma, fondamentalmente basta girare in circolo per evitare tutto.

Non ci sono nemici con meccaniche particolari da tener conto e che portano a considerazioni tattiche: si veda DOOM, l’originale, che ne ha fatto un mantra.

Ciononostante è soddisfacente far esplodere tutto. Il gioco è caratterizzato da una forte violenza verso i poveri robot che ci verranno incontro. Speriamo che, in un futuro, le IA non lo prendano ad esempio di odio verso le macchine.

La campagna, modalità di gioco principale, è divisa in dungeon, divisi a loro volta in stanze da affrontare. Terminate le stanze, termina il dungeon.
Le stanze possono casualmente acquisire effetti speciali, con la speranza di variare l’esperienza di gioco; il sistema riesce abbastanza nel suo scopo.

Una particolare menzione va allo stile comico del gioco, abbastanza divertente e che riesce ad allietare i caricamenti durante la generazione delle stanze. Vorrei condividere alcuni dei momenti che più mi hanno fatto ridere, ma vi salvo dagli spoiler! Ancora una volta, vi è una generale ridicolizzazione delle intelligenze artificiali che sono prese un po’ di mira… E non solo dalle nostre armi.

MOTHERGUNSHIP - Sistema di crafting

MOTHERGUNSHIP – Il sistema di crafting. Chi ha detto che le dimensioni non contano?

Il centro dell’esperienza è il sistema di craft delle armi: in breve, è possibile combinare vari moduli per creare un’arma personalizzata.

Questo sistema riesce con successo ad ampliare l’esperienza di gioco per via della natura stessa di quest’ultimo: essendo un bullet hell a stanze in cui perderemo tutti i moduli alla fine del dungeon, non ci limiteremo, come in altri giochi, a creare “l’arma definitiva” ed a dimenticare il crafting in toto.

In ogni livello raccoglieremo delle monete; i negozi in cui spenderle sono generati casualmente e potremo comprare i vari moduli solo immediatamente dopo aver completato il livello attuale; una volta varcata la porta del prossimo livello, perderemo l’accesso a tutti i moduli non comprati.

Questo crea la necessità di interagire spesso col sistema di craft e di improvvisare con i moduli che troveremo, sperimentando tra le altre cose stili di gioco diversi.

C’è da sottolineare che le varie armi non sono semplicemente “armi che fanno danni diversi”: ogni modulo arma ha una modalità di fuoco notevolmente differente dalle altre. Abbiamo armi che sparano hitscan, così come armi che sparano proiettili, raggi o esplosivi. Possiamo costruire ed utilizzare due armi contemporaneamente e, questo, porta anche a interessanti scelte strategiche nella costruzione dell’arsenale.

In particolare, ho adorato il cannone: montandone diversi sulla stessa arma, il rinculo è tanto potente da sbalzare il personaggio all’indietro… o in alto, sparando in basso!
Usandolo, sono riuscito a combattere restando in volo grazie al rinculo e questo ha dato un tocco molto diverso al gioco rispetto al “normale”.

Nonostante il crafting non sia particolarmente divertente in sé, la sua presenza arricchisce notevolmente il sistema globale di gioco, rendendo ogni missione diversa dall’altra.

Personalmente non ho trovato l’interfaccia intuitiva o particolarmente comoda, ma questo non ha minato la godibilità del sistema.

MOTHERGUNSHIP - Schiva e spara!

MOTHERGUNSHIP – Tutto bello, ma… cosa ce ne facciamo di tante armi?

Un grosso problema che ho riscontrato col titolo è la sensazione di ripetitività; in particolare, alla fine di ogni dungeon non sentivo una genuina voglia di iniziarne un altro.
Credo che in MOTHERGUNSHIP ci sia un serio problema con quello che, in videogame design, è spesso riferito come pacing.

Paragonando il titolo a The Binding of Isaac, in TBoI sono presenti dei boss che fanno da milestone, da miniobiettivi da raggiungere; l’intero livello è una grande preparazione per il boss. Battuto questo, scenderemo di livello ed il gioco si farà improvvisamente più arduo. Tutto questo concorre al creare nel giocatore una forte sensazione di progressione; inoltre, anche la durata di ogni run in TBoI è più appropriata.

In MOTHERGUNSHIP, invece, i dungeon scalano linearmente di stanza in stanza e questo rende molto poco evidente la progressione o l’aumento di difficoltà.
Immaginate il guardare ogni mattina i vostri capelli per cercare di notarne la crescita. Provateci voi anche per me, che io di questo esempio non posso goderne.

Inoltre, ho avuto la sensazione costante che i dungeon finissero sul più bello, proprio nel momento in cui mi stavo divertendo con l’arma potenziata a dovere.

Un dungeon, per intenderci, dura intorno ai venti minuti – mezz’oretta. Quest’ultimo punto ovviamente non vale per la endless mode che, dal nome è evidente, finisce solo con la morte del protagonista.

In generale, nonostante il titolo sia divertente, questo problema ha lentamente mangiato la mia voglia di continuare a giocare. È un peccato, perché non rimpiango affatto i momenti passati. Ho solo poca voglia di viverne di nuovi.

MOTHERGUNSHIP - Main art

MOTHERGUNSHIP – Quindi?

In conclusione, nonostante il gioco sia divertente, non sono riuscito a giocarlo a lungo a causa della percepita ripetitività. Ovviamente questa è un’opinione personale e, giocato in coop, potrà sicuramente regalare qualche emozione in più.

Tirando le somme, il gioco è… ok. Non è una cattiva esperienza ed è in grado di far vivere momenti interessanti, ma non l’ho reputato un gioco particolarmente memorabile.

MOTHERGUNSHIP è disponibile su Steam e su Humble Bundle ad un prezzo base di 24,99€.

Nato a Caserta, amante dell'informatica, programmatore ed appassionato di design di videogiochi, sguazza nel mondo degli indie alla ricerca di idee innovative e nuove emozioni.