Gravity – Alfonso Cuarón (2013) – Recensione

Gravity – Alfonso Cuarón (2013) – Recensione

Per la rubrica Cinema di Seconda Mano, dedicata ai film oramai assenti dalle sale cinematografiche, vi presentiamo un film di Alfonso Cuarón del 2013 dal titolo Gravity.

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LO SPAZIO FA PAURA

Due astronauti, Ryan Stone (Sandra Bullock) e Matt Kowalsky (George Clooney) stanno lavorando ad alcune riparazioni su di una stazione orbitante, ma all’improvviso una pioggia di detriti li investe totalmente distruggendo il loro Shuttle e uccidendo tutto il resto dell’equipaggio a bordo.

Rimasti isolati, intraprenderanno una corsa contro il tempo, in mezzo alla spazio, per raggiungere un’altra stazione orbitante e riuscire a rientrare sulla Terra.

La solitudine totale e la location dello spazio, tanto affascinante quanto inospitale, metteranno a dura prova i due protagonisti che vivranno un viaggio nel viaggio, alla scoperta l’uno dell’altra e alla scoperta di loro stessi.

UN BLOCKBUSTER TRAVESTITO

Questo in breve l’incipit della storia di Gravity. Il film che nel 2013 arrivò nelle sale forte del suo grande budget, speso in incredibili effetti speciali e del duo Clooney/Bullock… “What else?”

Quasi 274 Milioni di Dollari incassati solo negli Stati Uniti D’America, 7 Oscar (compreso quello alla regia per Cuaron) ed un successo interstellare hanno sancito la vittoria del prodotto in termini commerciali, ma bastano quindi una coppia di attori bravi e famosi (per quanto possano piacervi o meno essi lo sono) ed una enorme mole di effetti speciali a garantire il successo di un film?

Basta essere un colossal insomma per vincere?

La storia ci insegna che non è affatto così, e infatti in Gravity l’essenza da blockbuster convive con il cuore da film d’autore, dai messaggi forti e dalle tematiche importanti. 

L’INSOSTENIBILE LEGGEREZZA DELL’ESSERE

Se da un lato troveremo una regia impeccabile, con lunghissimi piani sequenza ed una telecamera che sarà essa stessa mobile e vorticosa, a sottolineare l’assenza di gravità, portandoci spesso all’interno dei personaggi, mostrandoci ciò che essi stessi stanno vedendo in quel momento dall’interno delle loro tute spaziali (sfruttando in maniera encomiabile gli effetti 3D), dall’altro lato troveremo una sceneggiatura che risentirà leggermente dell’assenza di personaggi e che quando si sposterà eccessivamente nei campi esistenzialisti atipici per un vero e proprio action movie spettacolare finirà per perdere qualcosina.

Curiosità: Nella foto qui in basso noterete un bellissimo tributo a “2001: Odissea Nello Spazio”

Insomma, il prodotto finale è sicuramente un prodotto degno di nota e ne consigliamo vivamente la visione, se non fosse solo per gli spettacolari effetti speciali, ma sicuramente questa snaturata doppia essenza di “film campione d’incassi super pompato di effetti speciali” e “film intimista ed esistenzialista” finisce spesso e volentieri per annoiare chi cercava solo la prima versione ed accecare chi invece cercava solo la seconda.

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”