Dio Esiste e vive a Bruxelles – Jaco Van Dormael (2015) – Recensione
Per la rubrica Cinema di Seconda Mano, dedicata ai film oramai assenti dalle sale cinematografiche, vi presentiamo un film di Jaco Van Dormael del 2015 prodotto da Francia, Lussemburgo e Belgio, dal titolo Dio Esiste e vive a Bruxelles.
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LA TRAMA
Dio è un uomo gretto e malefico che vive perennemente vestito con una canottiera alla “Mago Oronzo” unta e bisunta in un trilocale insieme alla lunatica moglie e alla figlia ribelle EA (si avete capito bene si chiama proprio EA). Grazie al suo computer riesce a decidere delle sorti degli esseri umani in modo totalmente diverso da come tutti si aspetterebbero che Dio si comporterebbe. Sarà proprio la figlia EA, stufa di vivere perennemente segregata in casa a ripercorrere le orme di suo fratello JC (Jesus Christ ovviamente…) morto tempo addietro proprio dopo una fuga dal trilocale per andare a conoscere gli esseri umani più da vicino. EA viaggerà attraverso la lavatrice di casa sua, direzione Bruxelles, alla ricerca di 6 nuovi apostoli per scrivere insieme il “Nuovo Nuovo Testamento“.
UN FRITTO MISTO LEGGERO
Se l’incipit della trama è fenomenale ed infatti corrisponde ad un inizio film sbalorditivo, che fa letteralmente sobbalzare dalla poltrona per prestare maggiore attenzione allo schermo e prepararsi a gustare per intero un film che sembrerebbe essere un piccolo capolavoro, lo sviluppo della trama stessa risulta invece deludente.
Van Dormael infatti si perde in una macedonia di tematiche irriverenti e grottesche che finiscono per strappare più di una risata, ma non appagano del tutto.
Il troppo a volte storpia e la moltitudine di sillogismi finisce per saturare la mente dello spettatore e rendere la trama via via sempre più banalotta, fino ad un finale alla “volemose bene” che strizza l’occhio alle masse, ma alla fine non convince del tutto.
DEJAVU’
A livello stilistico il film provocherà l’effetto dejavù a tutti quelli che hanno amato il Fantastico Mondo di Amelie… La pellicola di Van Dormael ne prende spunto in molte scelte di campo ed inquadrature.
Uniamoci un incedere simile al film Una Settimana da Dio, e il quadro è completo.
Ne viene fuori un’opera sicuramente positiva, divertente e sopra la sufficienza, ma alla fin fine sembra più un’occasione sprecata che un obiettivo centrato.
Il film può comunque essere visto senza remora alcuna se si ha voglia di farsi quattro risate in compagnia con qualche spruzzatina di riflessioni impegnate qua e là.
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