La Livella di Gomorra – Gomorra 2

La Livella di Gomorra – Gomorra 2

Recensione della settima e dell’ottava puntata di “Gomorra la serie” seconda stagione.

ALLERTA SPOILER! Il presente articolo contiene rivelazioni sulle due puntate. Leggete a vostro rischio e pericolo.

IL PRINCIPE DELLA RISATA

Antonio De Curtis, in arte Totò, Principe della Risata, compose un poema chiamato ‘A Livella, dove un uomo raccontava di aver visto al cimitero due tombe vicine. Una di un nobile marchese e l’altra di un netturbino.

L’uomo inoltre assiste al diverbio tra le ombre dei due defunti, con il primo, di nobili origini e molto ricco, che si lamenta con il secondo, umile e senza un soldo bucato in vita, della insopportabile vicinanza del suo loculo, indegno di stare di fianco al suo.

L’epilogo vede il netturbino dare una lezione di vita al marchese, spiegandogli che la morte è una livella, che entrambi erano ormai uguali perdendo tutto, sia la vita, che il nome.

Sti ppagliacciate ‘e ffanno sulo ‘e vive:
nuje simmo serie…appartenimmo à morte!”

VALLO A DIRE A CIRO DI MARZIO (Parte 1)

Ciro di Marzio “L’Immortale”, forse proprio a causa del suo soprannome non la pensa così e decide di slivellare ciò che la morte ha livellato andando a disturbare proprio i morti, in una incredibile scena cruciale della seconda delle due puntate andate in onda su SKY ATLANTIC ieri sera.

Ciro infatti perde il suo braccio destro, ‘O Nano, ucciso dai sicari di Don Pietro Savastano e decide di seppellirlo in una tomba già occupata da due povere persone solo perchè innamorato della statua che sormonta la tomba stessa, andando a lanciare un messaggio fortissimo al telespettatore. La camorra non guarda in faccia i vivi, che ammazza a piacimento in qualsiasi momento, ma nemmeno i morti, che sposta in un cimitero da una tomba all’altra come pacchi in un deposito.

…Ma facciamo un passo indietro.

IL PRINCIPE DELLA TAGLIATA

Si perchè prima di tutto ciò la settima puntata parte davvero con un principe. Non è Totò, ma è Gabriele, detto appunto ‘O Principe, re del taglio della droga. Personaggio più fuori dagli schemi di tutta Gomorra. Se infatti siamo stati abituati a personaggi cattivi fino al midollo senza se e senza ma, in Gabriele ritroviamo invece i tratti del camorrista gentiluomo. Quello che regala i giocattoli ai bimbi del rione, senza vestirsi da babbo Natale ma preferendo una più sobria mise da cantante neo melodico. Quello che ai bambini da anche consigli di vita stile Don Mazzi e soprattutto quello che porta alta la bandiera della pace con su scritto “NO AL RAZZISMO”, visto che si porta in casa 4 pantere nere… Due di porcellana in scala 1:1, una viva e vegeta rubata da un circo e l’altra con due metri di cosce e una “zizza” che sfida le leggi di gravità facendo rivoltare nella tomba Isacco Newton e tutti i suoi proseliti.

‘O Principe fa un accordo segreto con Genny, ma non riesce a mantenere un profilo basso con i soldi extra che sta intascando… Auto di lusso, moto di lusso, casa di lusso (in una palazzina però che di lusso non è, come vuole la tradizione) e la SACRA ALLEANZA messa in piedi da Ciro Di Marzio, alla vista di tutto ciò, comincia a vacillare…

‘O Nano sospetta che il principe non sia in buona fede, la tensione sale e in tutto questo casino si inserisce alla perfezione Don Pietro Savastano.

NON TUTTI SANNO GIOCARE A SCACCHI

Recluso in casa muove alfieri, cavalli e pedoni per tornare sul suo trono, e lo fa con classe.

Uccide il Principe in una scena memorabile dove sancisce ancora una volta di non avere più nulla da spartire con suo figlio Genny e sa che la colpa ricadrà sul Nano.

Fa uccidere il Nano perchè sa che probabilmente daranno la colpa di questo omicidio al più caro amico del Principe, ovvero ‘O Mulatt.

E aspetta…

Aspetta che i cani si mangino tra loro, convinto che in camorra la democrazia non possa esistere.

VALLO A DIRE A CIRO DI MARZIO (Parte 2)

Il problema di Don Pietro e che Ciro Di Marzio a scacchi ci sa giocare pure lui.

Le soffiate giuste al momento giusto gli fanno capire tutto ciò che è successo e adesso l’immortale ha una nuova arma potentissima nelle sue mani. Ora Ciro sa che Don Pietro e Gennaro sono ai ferri corti e siamo pronti a scommettere che farà leva su questo per portare avanti i suoi sogni di gloria.

FINITI I TEMPI DI TULLIO DE PISCOPO

Se ci eravamo spesso lamentati di un ritmo compassato della seconda stagione questi nuovi due episodi ci hanno finalmente catapultati in un altro mondo, alzando di parecchio l’asticella.

Sono finiti i tempi di “Andamento Lento” e le due puntate sono letteralmente volate via con una narrazione senza troppi vuoti e senza silenzi imbarazzanti, meno autocelebrazione nei dialoghi e tante scene davvero d’impatto.

Resta ancora vuota la casella “forze dell’ordine” e ci si poteva risparmiare la scena della riunione al cimitero con i vari capoclan che arrivano da varie zone del cimitero invece di entrare dall’unico ingresso, come se fossero stati appostati all’interno del cimitero dalla sera prima, ma parliamo di dettagli che non minano il chiaro passo avanti fatto dalla serie che raggiunge senza ombra di dubbio i fasti della prima stagione, e questo non può che farci piacere.

Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”