TE L’AVEVO DETTO – Recensione – Ginevra Elkann

TE L’AVEVO DETTO – Recensione – Ginevra Elkann

Ginevra Elkann torna alla regia con “Te L’avevo Detto” un film nel quale la ricerca dell’autorialità fa solo danni!

Te L’Avevo Detto prossimo all’uscita nelle sale è un film “autoriale” diretto da Ginevra Elkann che ritorna per la sua seconda volta sul set come regista, portandoci in una Roma invernale che a causa del riscaldamento globale è pervasa da un’insolita giornata estremamente calda, tingendo la città di toni gialli e fumosi.

TRAMA

Roma, pur essendo in pieno inverno, è attanagliata da una tremenda ondata di caldo, che metterà a dura prova cinque personaggi principali le cui storie in qualche modo sono tutte legate fra loro dal costante disagio che le alte temperature provocheranno in loro, andando ad accentuare così problemi che già li segnavano da lungo tempo.

Storia che si aprirà sulla figura di Gianna (Valeria Bruni Tedeschi) donna dalla psiche instabile che perseguiterà Pupa (Valeria Golino) ex star del porno ormai in disgrazia, sulla quale riverserà tutti i suoi fanatismi religiosi andando ad allarmare così la figlia Mila (Sofia Panizzi).

Intorno a queste tre figure orbitano e si intersecano in modi molto flebili altre due figure ovvero: Padre Bill (Danny Huston) uomo di chiesa la cui figura oscilla fra la ripresa e la tossico dipendenza e Caterina (Alba Rohrwacher) una madre alcolizzata che vede andar in frantumi il suo matrimonio con Riccardo (Riccardo Scamarcio).

Destini all’apparenza tutti distinti ma che inesorabilmente verranno uniti dal calore infernale che per tutto il film non cesserà mai di soffocarli.

CONSIDERAZIONI

Te lo avevo detto è un film che non apporta nulla alla cinematografia italiana se non un profondo senso di noia. Una trama che va avanti veramente a fatica, dove nemmeno un cast di livello come quello presente riesce a far digerire allo spettatore tutte le varie sottotrame che si generano.

Anche ponendo che il caldo estremo e crescente rappresenti in qualche modo il giorno del giudizio incombente, le varie sottotrame che potrebbero essere intese come attimi di redenzione dei singoli in vista dell’ora ultima, il tutto continua ad essere macchinoso oltre ogni modo pensabile andando a spacciare per autorialità una trama che in realtà fatica ad andare avanti e dove ogni minuto dell’ora e mezza che dura pesa come un macigno.

In conclusione ritengo che questo non sia un film che vada a valorizzare il cinema Italiano, anzi è proprio uno di quei titoli che portano ad allontanare ancor di più la gente dalle sale, quando ad esempio una Cortellesi con il suo C’è ancora domani, è riuscita con una trama più diretta e per nulla banale ad emozionare ed attirare i favori della critica nonostante l’inesperienza come regista.

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Xuan di Narvali Nerd, classe 93. Per diletto e passione parla di cultura nerd, dai Manga ai fumetti, dai film all'animazione, insomma qualsiasi cosa possa attirare la sua attenzione.