Acquisizione di Activision-Blizzard – Analisi
Dopo qualche giorno dall’importante notizia riguardante l’acquisizione del gruppo Activision-Blizzard da parte di Microsoft, è necessario fare chiarezza, se effettivamente quest’ultima stia cercando di monopolizzare l’industria videoludica, e quanto possa essere necessaria o possibile una risposta da parte di Sony.
L’importante acquisizione di Activision Blizzard da parte di Microsoft per la modica cifra di quasi 70 miliardi di dollari è ormai notizia di qualche giorno fa. Ci siamo abituati all’idea e abbiamo iniziato a comprendere alcune delle implicazioni che questo comporterà qualora avvenisse in via definitiva l’acquisto. Tuttavia, si percepisce da una parte di pubblico, come questa notizia non sia stata considerata come un qualcosa di effettivamente positivo per l’industria videoludica. Probabilmente per paura o scetticismo, infatti, girano voci riguardanti una necessaria risposta da parte di Sony, così da impedire la conseguente monopolizzazione del mercato videoludico da parte di Microsoft. Tematiche abbastanza futili e decisamente poco a fuoco se andiamo ad analizzare meglio la situazione.
Microsoft e quel lavoro passato che inizia a dare i suoi buoni frutti
Con Microsoft ci troviamo sicuramente davanti ai protagonisti di questo momento evolutivo che sta vivendo l’industria videoludica. Al centro della scena c’è soprattutto il loro prodotto di punta, tale Game Pass, che sempre di più sta raccogliendo successo tra gli utenti. Ovviamente come in tutte le novità c’è chi lo ama e chi invece fa più fatica ad abituarsi a tale cambiamento. Quello che però è innegabile è che il game pass stia effettivamente stravolgendo gli standard del mondo videoludico conosciuti fino ad ora. Rivoluzione che sicuramente parte da lontano, da anni dove era effettivamente attuale l’orribile termine “Console War.” Anni dove l’unico obiettivo era vendere più console dei rivali attraverso esclusive di assoluto valore, gli anni insomma di Playstation 3 contro Xbox 360. Una lotta dura, combattuta colpo per colpo, ma non durata tantissimo. Già dagli anni successivi a quella generazione, infatti, Microsoft si è sempre meno interessata di rispondere alle eccezionali esclusive Sony, concentrandosi nello sviluppare il proprio progetto, che poi andasse a costituire un ecosistema tutto nuovo. Il risultato di questo lavoro porta il semplice nome di Game Pass, una realtà dove le parole d’ordine sono varietà e quantità, così da adattarsi e coinvolgere ogni tipologia di giocatore. Una realtà che stravolge anche il metodo stesso di fruizione del videogioco, poiché si predilige offrire un catalogo molto ampio tramite un servizio in abbonamento anziché l’acquisto effettivo del gioco (che tuttavia non è escluso). Insomma, numerosi sono gli elementi di innovazione che vanno a stravolgere gli standard del passato. Innovazione che però non è volta a schiacciare chi porta un contenuto totalmente diverso.
Sony e quella risposta che non è affatto necessaria né tantomeno possibile
Così come all’epoca Microsoft non rispose affatto al progresso in campo di esclusive Sony, così quest’ultima non è affatto necessario che risponda con ugual moneta, ovvero un proprio servizio. Ripercorrendo un attimo i passi fatti da Sony è subito possibile accorgersi che di passi falsi non ne abbiano fatto quasi nessuno. Ha sbagliato veramente poche cose. Ha legato alla sua immagine il proprio hardware offrendo esclusive di assoluto livello da giocarci sopra. Questo ha ovviamente consolidato la propria immagine a livelli stratosferici e reso il marchio Playstation popolare come mai era stato. Il problema se proprio vogliamo è che non si sono mai accorti che stavano giocando una partita dove in campo c’erano solo loro. Tenendo in considerazione poi dello strapotere economico e strutturale di Microsoft è veramente difficile pensare che Sony possa rispondere colpo per colpo, creando quindi un ecosistema o un servizio tutto suo che vada ad impensierire il Game Pass targato Microsoft. Tuttavia, già da tempo è possibile notare come anche in casa di Playstation si annusi aria di futuro. Da qualche anno infatti è possibile trovare su pc titoli Sony che, nonostante il ritardo, hanno sempre grande successo. Non è da escludere infatti che in futuro il software targato Sony esca in contemporanea anche su PC. Sarebbe una fetta di mercato notevole e permetterebbe il sostentamento di produzioni multimilionarie come ultimamente siamo abituati a ricevere da parte loro. Molto probabilmente ci sarà quindi un adattamento all’inevitabile evoluzione della scena da parte di Sony, magari concentrandosi maggiormente sull’aspetto software e concedendo i propri titoli in maniera multipiattaforma, ma non necessariamente andando a stravolgere ciò che li ha affermati e che ha contribuito a renderli ciò che sono.
Perché l’acquisizione di Activision-Blizzard da parte di Microsoft è un bene per tutti
Proprio questi giorni, questi momenti, costituiscono un periodo di transizione all’interno del mondo videoludico. Sicuramente complice di tale cambiamento e soprattutto in grado di far capire meglio la direzione presa, è la grande acquisizione intentata da Microsoft. Operazione che non va vista come tentativo di monopolizzazione del mercato, ma anzi, come una concreta opportunità di rendere democratico e accessibile questo ecosistema. La direzione intrapresa finora ha portato sicuramente a titoli eccezionali, ma allo stesso tempo estremamente costosi. Questo ha reso le software house timide e prive di ambizione nel rischiare. Per tanti, troppi anni siamo stati testimoni di riconferme degli stessi brand poiché fonte di un guadagno sicuro. Allo stesso tempo si è rinunciato ad osare, oppure a riconfermare sequel di titoli solo apparentemente accolti in maniera tiepida. Grazie al sostegno economico di Microsoft e all’appoggio del suo servizio, nel quale la varietà fa da padrona, siamo di fronte alla possibile rinascita di titoli molto amati ma considerati fonti minori di guadagno e perciò sacrificabili in ottica di sviluppo. Per chiarire questo ultimo concetto basti pensare alla situazione Days Gone in casa Sony. Vista l’iniziale tiepida accoglienza che ha avuto il gioco è stato deciso di tagliere un eventuale seguito, nonostante una folta franchigia di utenti stia da tempo chiedendo agli sviluppatori di dare un continuo alle avventure di Deacon st John. Dovendo però il titolo, prima di tutto, rientrare nelle spese di sviluppo, la decisione di Sony è più che comprensibile. All’interno di un ecosistema come quello del Game Pass però questa decisione non avrebbe affatto senso. Più che il successo o meno del titolo, infatti, all’interno del Game Pass è importante quanti utenti si potrebbero abbonare anche solo per giocare quel determinato titolo. Ecco che la varietà e la quantità proposte costituiscono degli alleati formidabili per tutti i giocatori, che non saranno più costretti a dover rinunciare ad un titolo amato. Oltre ciò, la grande rilevanza che avrà d’ora in poi Microsoft non deve essere vista come una minaccia per le altre realtà della scena, bensì quest’ultime dovrebbero reagire nel valorizzare loro stesse e i loro prodotti, la loro identità. Molto luminoso si prospetta il futuro, nel quale non sarà tanto importante il supporto che permette di giocare, quanto piuttosto i giochi stessi. Ovviamente a fronte di tutto ciò, il maggiore beneficio lo avremmo tutti noi giocatori!
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