Tony Driver, recensione di un film che racconta la storia di un tenace combattente che cerca di superare e raccogliere i pezzi del suo sogno americano infranto, anche se questo significa farlo come un fuorilegge.
La visone del film è nata grazie ad una fantastica collaborazione con CG Entertainment. Grazie a loro siamo entrati in possesso del supporto fisico del film Tony Driver e nelle prossime righe potrete leggere la nostra recensione.
Il carismatico protagonista è un ex cittadino americano che attualmente si trova coinvolto in un processo di deportazione per non aver rispettato le leggi del paese statunitense. Nato nella città di Bari (come Petrini) nei primi anni ’60, Pasquale Donatone e la sua famiglia si trasferirono negli Stati Uniti quando aveva nove anni. I suoi genitori emigrarono in questa nuova terra che sembrava offrire innumerevoli opportunità, e lì rimase per i successivi 40 anni.
Tony Driver – La storia del film
Dopo un divorzio traumatico, Pasquale si trasferì a Yuma per ricominciare da capo. Inoltre, per aiutarlo nella sua missione di far decollare la sua nuova vita e mostrare la sua piena dedizione ad essa, Pasquale cambiò il suo nome con uno che incorporasse il nuovo lavoro che stava per affrontare in questa nuova città. Da quel momento in poi, l’italo-americano si sarebbe chiamato “Tony Driver” in onore del suo pericoloso lavoro. Perlustrare le strade, raccogliendo gli immigrati messicani che rischiavano la vita attraversando il confine. Per anni, il “nuovo Tony” ha dedicato la sua vita interamente a questa missione, traendone, irrispettosamente profitto. Tuttavia, durante uno di quei fatidici viaggi “illegali” di trasporto di migranti nel suo taxi, fu arrestato dalla polizia.
Dopo il suo arresto, lo Stato dell’Arizona gli ha dato la possibilità di scegliere tra scontare una pena detentiva o essere deportato per dieci anni. Scegliendo l’opzione della deportazione, Pasquale è stato costretto a tornare in Italia. Una nazione che non riconosce come suo paese natale, perché, nonostante sia nato lì, si sente ancora un cittadino americano.
L’idea del regista
In un’intervista rilasciata a Cineuropa durante la mostra di Venezia del 2019, Ascanio Petrini (il regista) ha rilasciato queste parole:
Quando ho incontrato Pasquale, avevo appena finito un corso di sceneggiatura tenuto da James V. Hart, Chris Vogler e David McGee. La masterclass era tenuta interamente in inglese e condotta da sceneggiatori americani, autori, tra l’altro, di opere che avevano avuto un forte impatto sulla mia vita. Quando ho incontrato Pasquale, è stato come se fossi stato preso in un flusso, prima assorbendo un gruppo di americani e poi un americano in particolare; prima assorbendo film scritti e poi una vita che sembrava degna di un film… lui parla molto e posso immediatamente vedere un film in mezzo alle sue parole. I suoi racconti trovano una rappresentazione visiva nel mio immaginario, che è intriso dell’iconografia cinematografica americana degli anni ’70 e ’80 con cui io e la mia generazione siamo cresciuti.
Tony Driver – Recensione del Il film
Tony Driver è ambientato cinque anni dopo il suddetto incidente che ha cambiato la sua vita per sempre. Il protagonista di questa commedia politica, travestita da finto documentario, racconta la storia della propria disavventura dalla sua dimora italiana: una casa mobile con un’enorme bandiera americana, immersa in un angolo remoto della Puglia. La narrazione in prima persona, sempre rivolta verso la telecamera, è impreziosita da rievocazioni comiche degli eventi, inserite come sketch.
Le musiche, magistralmente utilizzate, aiutano ad interrompere momenti di riflessione profonda. Si passa spesso da attimi di pura narrazione documentaristica ad una narrazione romanzata che sa strapparti un sorriso. Il regista sembra quasi ricordarsi che il destino è imprevedibile, in ogni istate qualcosa può svoltarti la giornata. Un pò come nella reale vicenda di Pasquale Donatone.
Interessante come il regista è entrato in relazione con il fruitore catturando la sua attenzione fin dalle prime inquadrature. L’idea di offrire un parallelismo tra realtà e ricordi, con la simulazione di ciò che era il suo lavoro da “taxista” e la realtà che lo inchioda nelle più remote campagne pugliesi è azzeccatissima.
Nella scena vediamo Tony seduto in aperta campagna simulare la guida del suo Taxi, accogliere i migranti messicani, ed interpretare con un velo di ironia il suo passato. Questa scena ci introduce ai ricordi del giorno della cattura, che ci vengono mostrati con un accurato montaggio alternato.
Durante la prima parte del film, il regista mostra la malinconica vita quotidiana di un uomo intrappolato nei ricordi del suo passato. Finché un giorno, stufo di chiamare compulsivamente giorno dopo giorno l’ufficio immigrazione negli Stati Uniti e di lanciare insulti alle foto di Donald Trump sulle riviste, Pasquale decide di partire per il Messico per attraversare illegalmente il confine.
L’ultima parte di film, si svolge sul suolo messicano, da qualche parte vicino all’Arizona. In questa parte accompagniamo lo spirito indomabile di “Tony” mentre prova a realizza il suo unico sogno al mondo. Tornare negli Stati Uniti d’America.
Per concludere
Alla fine il personaggio di Tony (Pasquale Donatone) riesce a farti vivere le sue emozioni. Un uomo sempre al limite della legalità. Nonostante lui sia a tutti gli effetti un criminale, suscita empatia. Il fruitore non può non accorgersi della sofferenza che quel rimpatrio, in una terra non più sua, gli sta causando. Si passa da una commedia ricca di sfumature divertente, ad un dramma sull’identità del protagonista. Le emozioni variano, ma il legame con il protagonista si crea fin dalle prime battute. È difficile provare odio per lui, eppure Tony ha sfruttato la disperazione altrui per guadagno personale. Sicuramente la scelta di Ascanio Petrini di non abbandonare mai Tony, creando una sorta di documentario romanzato è stata vincente.
Lo sguardo in camera di Tony, i suoi primi piani, il suo accento italo-americano arricchito da qualche sfumatura di influenza pugliese, rende il personaggio unico nel suo genere, con una notevole capacita magnetica verso il fruitore.
Tony Driver è un film immediato, diretto. Riesce ad essere divertente, profondo ed emozionante. La storia di Pasquale Donato, il Tony Driver del confine messicano, assicura empatia e coinvolgimento.
Produzione del film
Tony Driver è stato prodotto dalle società italiane Dugong Films e Rabid Films, insieme alla messicana Fulgura Frango.
Genere prodotto: Video DVD
Produttore: CGEntertainment
Distributore: Mustang Entertainment
Anno produzione: 2019
Anno pubblicazione: 2021
Area: 2 – Europa/Giappone
Codifica: PAL
Formato Video: 2,35:1 Anamorfico
Formato Audio: 5.1 Dolby Digital
Sottotitoli: Italiano
Tipo confezione:Amaray
Numero dischi:1
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