Avengers: Endgame – Recensione – Anthony e Joe Russo (2019)

Avengers: Endgame – recensione di Edoardo “Edux” Babbini

Avengers: Endgame è finalmente approdato in sala e se “la fine è parte del viaggio” non si può dire meno per l’attesa. Che fosse l’attesa di vedere la conclusione di questa macro-fase del MCU o l’attesa di vedere il proprio eroe preferito coronare il suo percorso non importa, ogni spettatore si siederà sulla poltrona con un carico emotivo unico. Un carico emotivo pregno di aspettativa, gioia, paura e ansia di scoprire come si concluderà un percorso che fino a quel momento sembrava non poter finire. Perchè sì, in un era dominata da spin-off, prequel e reboot si è persa l’abitudine a veder finire qualcosa, ma dobbiamo tutti farci i conti quando arriva e io sono qua per scrivere i miei.

 

 

Avengers: Endgame – La Fine è giunta

Un anno fa, all’uscita dopo la visione di Infinity War, ci stavamo sicuramente ponendo tutti lo stesso quesito: e mo’ che faranno? La domanda è sicuramente lecita, dopotutto Thanos aveva sterminato metà della popolazione universale e la maggior parte dei nostri amati eroi. Ecco, la risposta è semplice, viaggiando nel tempo. Ebbene sì, Avengers: Endgame è un film sui viaggi nel tempo; ma non di quelli visti e rivisti che costruiscono l’intera narrazione sui soliti due paradossi o sul protagonista che rompe qualche regola e rovina la festa a tutti. Qua, avendo i nostri eroi una possibilità sola per farcela e realizzato come (e perchè) possano tornare in mirati momenti del passato, non ci sarà spazio per alcuna tentazione esterna. 

Questa scelta narrativa ha dalla sua essenzialmente due pregi, il primo dei quali è quello di donare al film una sceneggiatura effettivamente originale. Nonostante si voglia calare la storia in un genere già abbondantemente sfruttato i registi sono riusciti a inquadrare la questione da un punto di vista inedito. La riuscita del viaggio nel passato non sarà mai messa seriamente in crisi, perchè è solo un MacGuffin per far muovere i nostri eroi in periodi significativi per la loro crescita. Essendo lo scopo del viaggio quello di essere l’epifania dei nostri protagonisti, appare chiaro fin da subito che non sia un ostacolo concreto, bensì metaforico.

E da qui il secondo pregio, coinvolgere perfettamente lo spettatore negli eventi narrati. Ogni scena rappresenta infatti un secondo in meno sul timer verso la fine, che lo si voglia o meno. Questa è l’ultima occasione per veder i propri eroi raggiungere l’obiettivo che inseguono da undici anni e rimanere impassibili mentre succede è impossibile. Ciascuno di essi dovrà fare i conti con la propria fine dei giochi e la partita è tutta da giocare.

 

Avengers: Endgame – Il percorso dell’Eroe

Il cammino di un eroe è da sempre caratterizzato da momenti precisi e indelebili che si intersecano col suo percorso. La scoperta delle proprie origini, la rivelazione del proprio destino o la sua vestizione sono alcuni esempi. Endgame, prima di giungere alle battute finali, è esattamente una lunga e spettacolare estrinsecazione di ciò. Per rimediare alla sconfitta contro Thanos hanno infatti una sola possibilità e, predestinazione o libera scelta che sia, prima di farlo devono fare i conti col proprio passato.

Ciò che ci si mostrerà sarà quindi un manipolo di donne e uomini feriti e incerti che provano a dare un senso alla rovina. Hanno fallito nel loro scopo e nonostante vi sia una società da far ripartire vivono con lo spettro della loro disfatta. I vivi hanno la possibilità di ricostruire, ma non ne sono capaci. La scelta di tentare l’ultima e disperata mossa sarà quindi causata non più dalla mera protezione di ciò che è giusto, ma anche dall’egoistica scelta di sistemare la propria coscienza.

Rischiare la metà intatta dell’universo per portare indietro quella svanita è davvero necessario? I vivi vogliono davvero che l’eroe provi a sistemare le cose? Dopotutto il nome parla chiaro, “Gli Avengers vendicano, mica difendono”. Ed è proprio questa la tappa ultima del loro viaggio, la tappa dove ognuno di essi deve capire perchè combatte e quale sia il suo vero obiettivo. Ciascun personaggio dovrà rivivere i momenti a lui più cari per comprendere il proprio ruolo e far pace col proprio destino.

 

Avengers: Endgame – L’Epica del Supereroe

Se con Infinity War i Russo Brothers avevano spalmato l’azione nell’intera durata della pellicola, con Endgame invertono completamente la rotta, la condensano negli ultimi trenta minuti. Nonostante vi siano scene action di breve durata in punti strategici nelle prime ore è chiaramente la sezione finale ad aver l’onore di chiudere in bellezza con una sequenza al limite della perfezione. Il momento di costruire è infatti giunto al termine e non resta che vedere se questa volta le fondamenta resisteranno all’invasore.

Non tenendo in considerazione la qualità tecnica superlativa, il motivo per cui lo scontro ultimo è così ben riuscito è da ricercare nella silenziosa narrazione portata avanti nelle ore precedenti e negli ultimi film del MCU. Senza rendercene conto infatti il paradigma classico dell’eroe che si scontra col villain viene meno e si sposta sui binari della narrazione epica. Il supereroe si spoglia infatti delle vesti super come le conosciamo noi per indossarne di nuove e più raffinate. Gli elementi che compongono il quadro sono maggiori, più dettagliati e più sfaccettati nella loro canonica staticità. 

Lo spettatore scoprirà infatti di non conoscere più l’eroe a schermo solo per i suoi poteri e la sua forza, bensì per le sue virtù, le sue paure e i suoi fallimenti. Lo spettatore vede uomini spaventati lottare non più solo per il bene in quanto tale ma anche per se stessi, per i propri cari e per le proprie certezze. Sono figure tragiche il cui destino sembra quello di fallire fino alla fine. Nulla è ineluttabile, ma fino a quel momento nessuno di noi se ne era davvero reso conto. Se vincano o perdano non ve lo svelerò, ma fidatevi che tratterrete il fiato fino all’ultimo secondo.

 

Avengers: Endgame – La MIA Fine

Giunti a questo punto sarebbe lecito aspettarsi quantomeno ancora una sezione destinata ai difetti o all’analisi del comparto tecnico, ma non sarà così. Delle sbavature indubbiamente ci sono, ma non reputo siano capaci di scalfire un film che altro vuole essere. Il lato tecnico dal canto suo si divide in momenti molto interessanti e momenti di media qualità, ma reputo passi totalmente in secondo piano rispetto a ciò che il film vuole essere. Quindi sì, infrangendo ogni regola userò queste ultime righe per spiegare il voto assegnato.

Questo non è un film qualunque, che vi piaccia o meno. Ignorare la portata economica ed emotiva dell’opera in questione o denigrarla come un qualcosa di banale e superficiale è stupido. Avengers: Endgame è un momento storico per la settima arte e dobbiamo farci i conti tutti quanti. Dal punto di vista del cinema di intrattenimento ci troviamo quindi, coi risvolti positivi e soprattuto negativi che potrebbe comportare, di fronte alla perfezione assoluta. Perfezione assoluta che soggettivamente penetra anche nel piano emotivo e scalza difetti e imprecisioni ovviamente presenti. 

In conclusione posso quindi affermare che non poteva esserci finale migliore di quello proposto e proprio per queste ragioni ho deciso di tirare fuori il cuore e far finta di aver dimenticato per qualche minuto l’occhio critico nel cassetto. Dopotutto, forse il mio è solo il dieci dell’ennesimo stupido fan.

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Studente di Giurisprudenza e appassionato di cinema, letteratura, videogiochi, fumetti e serie televisive. Le ore che non passa a studiare o interagire con gli altri esseri umani le passa ad approfondire nel modo più completo e approfondito le sue passioni. Il suo motto: “A ogni epoca la sua arte, all'arte la sua libertà”!