Mutant Year Zero: Road to Eden – Recensione – PC, PS4, Xbox One

Mutant Year Zero: Road to Eden – recensione di Andrea Kobla (versione testata PC)

Mutant Year Zero: Road to Eden (Da ora in poi abbreviato in MYZ) è un gioco strategico a turni sviluppato da The Bearded Ladies e pubblicato dalla nota Funcom, il quale porta in digitale il GDR Mutant Year Zero, edito dalla svedese Fria Ligan nel 2014.

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Mutant Year Zero – Un’ambientazione esplosiva

Ed è proprio la Svezia il teatro del videogioco, seppur non come quella che siamo abituati a vedere. Un conflitto nucleare ha letteralmente annientato l’umanità, lasciando pochi superstiti costretti a vivere in un insediamento chiamato Arca dove condividono la sopravvivenza con i mutanti.

Impersoneremo un gruppo di Persecutori, il cui compito è quello di uscire costantemente fuori dall’Arca alla ricerca di provviste.

La Zona, ossia tutto ciò che è al di fuori dell’Arca, è un territorio ostile, abitato da animali mostruosi, Ghul e robot con qualche ingranaggio fuori uso. Ciò che si presenta dinanzi agli occhi dei Persecutori è sì uno scenario post-apocalittico, ma capace di colpire l’animo del giocatore.

Capiterà di notare scheletri di due persone che si abbracciano, pescatori, scuole distrutte, resti di automobili e molto altro ancora.

Tutto ciò è condito da una sorta di humour da parte dei Mutanti, i quali non hanno mai conosciuto gli Antichi (Gli esseri umani che vivevano prima del conflitto), e la maggior parte degli oggetti trovati durante l’esplorazione sarà per loro una cosa completamente nuova! Finiranno per distorcere lo scopo di ognuno degli oggetti che troveranno…

Insomma, l’ambientazione è veramente ben curata, una Svezia letteralmente invasa da alberi, muschio ed erbacce, in pieno contrasto con ciò che nascondono in realtà: distruzione e morte. Una dicotomia perfetta che permette al giocatore di riflettere su armi che potrebbero potenzialmente annientare l’umanità.

Mutant Year Zero – “Chi sono io?”

I Persecutori che impersoneremo ed incontreremo avanzando nella storia, sono chiamati a compiere una missione: ritrovare Hammon. Ma chi è? Secondo l’Anziano, il creatore e capo dell’Arca, Hammon è il Persecutore più importante, perchè senza le sue preziose conoscenze ed il suo aiuto, l’avamposto non avrebbe una lunga vita.

Questi è stato rapito dai Ghul per via delle sue conoscenze, sfruttabili dagli stessi per attaccare e distruggere l’Arca. Man mano che avanzeremo nella storia faremo la conoscenza di altri Mutanti e comincerà a venir fuori una trama ben più profonda e complessa che si discosta dal semplice “Cerca e porta in salvo”.

Si può pensare alla trama come ad un vortice, con un inizio lento, incapace di coinvolgere il giocatore, ma con uno sviluppo progressivo… Più si andrà in profondità, più i nostri protagonisti verranno a conoscenza di fatti, persone, luoghi.

Di conseguenza tutto prende esponenzialmente velocità, trascinando il giocatore in un baratro tale da fargli chiedere: “Cos’altro può succedere?”.

Ad un certo punto ci sarà un plot-twist talmente forte, che la storia prende una via totalmente inaspettata, tanto che Bormin, il Mutante narratore durante le cutscene, avrà un mancamento. Una trama che evolve e colpisce tanto i protagonisti quanto il giocatore.

Mutant Year Zero – Azione ed interazione.

Saranno proprio i Mutanti il fulcro di tutto. Inizieremo il con i soli Dux e Bormin nel party, per poi completarsi durante l’arco della partita, fino ad un totale di cinque membri, ognuno con caratteristiche ed abilità diverse.

Tra questi potremo sceglierne solo tre, cercando un connubio perfetto tra i vari stili di combattimento.

Ogni personaggio, infatti, ha un proprio albero delle abilità, o meglio mutazioni, che si dividono in: maggiori, minori e passive.

Man mano che si avanzerà di livello si guadagneranno dei punti spendibili per queste mutazioni. La componente GDR non si ferma qui, dato che è possibile aumentare dei parametri tramite degli upgrade trovabili durante le fasi di esplorazione, pronti per un nuovo e complesso combattimento.

Mutant Year Zero – Gira qui, spara là.

Come detto nell’anticipazione, MYZ è un gioco strategico a turni, ma si differenzia dagli altri per via della possibilità di esplorazione libera, che permetterà di recuperare rottami (La moneta di gioco) ed oggetti.

È possibile sfruttare l’esplorazione per studiare bene anche il campo di battaglia per capire come e dove colpire meglio. Il combattimento, infatti, non è cosa semplice, e lo stealth la fa da padrone, obbligando il giocatore ad eliminare i nemici isolati silenziosamente, prima di “gettarsi nel mucchio”.

Le fasi di lotta sono a turni, con due punti azione per ogni personaggio, il quale dovrà trovare il connubio perfetto tra riparo e visuale di tiro.

Queste variabili hanno un ruolo di primaria importanza nel gioco e la differenza tra uno completo ed uno parziale potrebbe significare vita o morte. Tra l’altro la maggior parte dei ripari può essere distrutta, con conseguenti danni da impatto per chi si trovi in quel raggio di azione.

Non è affatto semplice uscire vincitori da una lotta, e l’elevata difficoltà potrebbe far desistere i giocatori meno esperti.

Mutant Year Zero – Mission Impossible.

A volte capiterà di perdere tutto il party per una singola scelta errata e sotto questo punto di vista, forse, il gioco è fin troppo punitivo.

Sono tre le difficoltà disponibili: normale, difficile ed ESTREMO, con la possibilità di aggiungere un solo salvataggio automatico, minor danno inflitto, maggior danno subito, punti ferita irrecuperabili dopo gli scontri ed il permadeath per qualsiasi personaggio dovesse trovare la morte in battaglia.

Una sfida veramente ostica, considerando anche che i medikit scarseggiano e quelli acquistabili costano molti rottami. Chi riuscirebbe mai a giocarlo a difficoltà “ESTREMO” in modalità “MUTANTE DI FERRO” senza perdere alcun membro del party?

Mutant Year Zero – “Devi fare quello che dico io.”

Tecnicamente parlando, MYZ, è veramente ben curato, seppur ci siano delle meccaniche di gioco piuttosto “obbligate”. È capitato che i personaggi fallissero alcuni tiri al 75%, quasi sempre gli stessi, anche ricaricando la partita, come se il gioco ti obbligasse ad essere scoperto; per aggirare questa fastidiosa situazione, si è costretti ad organizzare imboscate tali da rendere tutti i colpi sicuri al 100%. Inutile dire che questa cosa sia risultata molto fastidiosa e capace di far perdere il ritmo intenso al gioco.

Il sonoro ed il doppiaggio sono fatti con molta dovizia; anche gli NPC son fatti bene ed interagiscono tra di loro durante le fasi di combattimento e non solo.

È successo di non avere Bormin nel party, ma il suo amico Dux, ed in un campo pieno di ortaggi, l’anatra ha esclamato: “A Bormin sarebbe piaciuto mangiarli tutti”, interagendo perfettamente con l’assenza del cinghiale.

La grafica, infine, è molto dettagliata, le cutscene sono fatte in “drawing-style” con Bormin come narratore, mostrando la storia dal punto di vista di uno dei protagonisti. Una scelta azzeccata.

Il gioco è disponibile per PC, PS4 ed Xbox One.

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.