Thronebreaker: The Witcher Tales – Recensione – PC, XBOX ONE, PS4

Thronebreaker: The Witcher Tales – recensione di Valentina Akemimas

The Witcher 3 Wild Hunt conteneva, tra le mille cose da fare, un gioco di carte complesso e ramificato ovvero il Gwent: dopo essere diventato un gioco a sé stante, viene ripreso oggi anche da Thronebreaker: The Witcher Tales, uscito il 23 Ottobre 2018 e disponibile su PC grazie alla piattaforma GOG.com, in attesa delle versione PS4 ed XBOX ONE che giungeranno sul mercato il 4 Dicembre. CD Projekt RED ha creato un curioso ibrido tra card-game e RPG isometrico che oggi ci prendiamo la briga di recensire!

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Thronebreaker: The Witcher Tales – Molti anni prima…

La storia narrataci si ambienta anni prima delle vicende narrate in The Witcher 3: Wild Hunt, con le terre della regina Meve, Lyria e Rivia, sotto attacco da parte dell’esercito di Nillfgard e minacciate allo stesso tempo dalla presenza di una banda di banditi che razziano e uccidono tutto ciò che gli si para di fronte.

Uniamo a tutto ciò la comparsa delle creature inquietanti e selvagge che avevamo avuto modo di combattere nei panni di Geralt e sarà facile rendersi conto di quanto il compito di Meve, ovvero quello di tutelare il regno, sia arduo e di come quindi la regina sia costretta a scendere sul campo personalmente.

La sua storia si snoderà in mezzo a tutti questi fattori, venendo arricchita anche da numerose sub-stories, indicate con missioni secondarie, nonché scelte multiple che potrebbero variarla in alcuni aspetti.

La campagna è interessante, il rischio noia è completamente annullato e dal punto di vista narrativo CD Projekt RED si mostra, come sempre, un cavallo di razza.

Thronebreaker: The Witcher Tales – Un ibrido interessante.

Come accennato in precedenza, Thronebreaker è un ibrido tra un gioco di carte e un RPG isometrico con componenti puzzle e gestionali: questa moltitudine di fattori avrebbe potuto creare qualche problema a livello di integrazione delle meccaniche, ma ovviamente il team ha fatto un ottimo lavoro, garantendo una grande qualità sotto quasi tutti i punti di vista.

Le scelte multiple, già citate durante l’analisi della storia, saranno disponibili nei vari dialoghi che affronteremo in-game, risultando decisive soprattutto per come la regina Meve verrà vista dal regno: il suo tono potrebbe cambiare l’approccio che i vari personaggi avranno con noi, rendendo quindi fondamentale capire come reagire alle diverse circostanze che ci verranno proposte.

Vi è anche da sottolineare che le conseguenze si avranno più che altro subito dopo la scelta effettuata, non impattando pesantemente sul gioco.

Nelle fasi che precedono i combattimenti, il nostro compito sarà quello di spostare Meve per le terre del regno, facendole raccogliere materiali e reclutare soldati con comandi semplici impartiti direttamente dal giocatore grazie alla visuale dall’alto propostaci.

Le tende e gli accampamenti fungeranno da quartier-generale, dove potremo costruire il nostro mazzo di carte e modificarlo qualora ce ne fosse bisogno.

Alcune carte verranno infatti aggiunte più avanti nell’avventura, con eventi proposti dalla trama o missioni secondarie legate ad alcuni specifici personaggi.

Il card-game è senz’altro l’aspetto principale della produzione, che propone fondamentalmente due tipi di combattimento: quello classico e quello con regole speciali.

Il classico si basa sulla regolamentazione standard del Gwent, che prevede tre turni durante i quali i giocatori schiereranno le loro carte. Ognuna di esse ha un indicatore di forza in alto a sinistra e degli effetti specifici, attivabili in determinate circostanze: queste possono essere la presenza di carte uguali a quelle schierata sul campo, il posizionamento delle carte in una delle due file di schieramento presenti, le condizioni di salute delle carte alleate ecc.ecc.

L’obiettivo del giocatore è quello di arrivare alla fine del round, quindi all’esaurimento delle carte in mano, con più punti forza del giocatore avversario. In quel caso, il round sarà vinto e vincendone un’altro la partita si concluderà a nostro favore.

Il tutto sembrerebbe facile, ma in realtà gli effetti delle carte, la presenza di elementi che cambiano le condizioni atmosferiche e le combo ottenibili dai mazzi possono rendere ostico un combattimento all’apparenza facile, costringendoci a riflettere molto prima di effettuare un’azione: a volte risulta saggio passare il turno o perdere il round volutamente, per avere più carte in mano al round successivo, in quanto ne verranno distribuite sempre e solo 4 a meno che non ne abbiamo conservate in precedenza.

Insomma il Gwent ha come grande pregio quello di essere uno dei card-game più solidi e complessi del panorama videoludico, sebbene in Thronebreaker ci sia stata un’eccessiva semplificazione di alcune meccaniche per permettere al titolo di essere fruibile da tutti ma intaccandone così la purezza.

Il secondo stile di combattimento è quello delle battaglie con regole speciali, più puzzle delle classiche e che presentano condizioni da rispettare per la vittoria, ad esempio la distruzione di alcune specifiche carte o il ridurre ad 1 i punti forza di ogni elemento nemico.

Queste sezioni sono di solito collegate ad eventi random, sconnessi dalla trama, ma che bisognerà comunque superare per procedere nell’avventura.

La varietà del mazzo è incrementabile durante la storia nei metodi citati in precedenza, ma comunque il nostro esercito sarà sempre caratterizzato da elementi similari. I mazzi avversari sono invece sempre diversi, complessi e presentano effetti cangianti, cosa che complicherà molto la vita ad un giocatore inesperto.

Thronebreaker: The Witcher Tales – Un narratore madrelingua!

La cura grafica e tecnica di Thronebreaker è palese fin dai primi istanti in-game, con un mondo ben caratterizzato e uno stile fumettoso che presenta bordi neri molto marcati, capace di dare grande spessore all’impatto visivo. Il design di scenari e carte è ineccepibile, con artwork veramente ben realizzati e animazioni adatte al tipo di gioco proposto.

Con nostra grande sorpresa il gioco è stato doppiato interamente in italiano e, tenendo conto della natura della produzione, non era una cosa scontata.

I testi sono ben scritti e localizzati, accompagnati ogni volta dalle voci selezionate per i vari personaggi che sono state scelte con criterio ed in modo azzeccato. La colonna sonora riprende le tracce presenti in The Witcher 3, proponendone di variegate ma ripetendole forse un po’ troppo durante i combattimenti.

Thronebreaker: The Witcher Tales – Salta o combatti!

Gwent è un gioco profondo e stratificato, come ampiamente spiegato precedentemente. Il consiglio è quello di essere quantomeno amanti dei giochi di carte prima di buttarsi nel complesso mondo di Thronebreaker e delle sue regole, sebbene le meccaniche siano state semplificate per far fronte alle esigenze di giocatori novelli.

La difficoltà si può selezionare ad inizio partita e cliccando su “facile” potrete anche saltare i combattimenti più ostici.

Facendo però riferimento alla modalità “normale”, possiamo asserire che il gioco mostra gli artigli in più situazioni, senza però frustrare mai e presentando una buona curva di apprendimento.

La longevità è in mano al giocatore e alla sua esperienza, ma normalmente per terminare l’avventura sono richieste almeno 20 ore intense.

Il prezzo di lancio si attesta sui 25 euro e, calcolando i contenuti presentati, ci è sembrato assolutamente idoneo all’offerta di gioco.

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Amante di videogiochi e libri fin dalla nascita, ha poi sviluppato una grande passione per tutto ciò che è nerd. Originaria della terra del bergamotto e del piccante, vanta radici nordiche niente male e ha una passione irrefrenabile per il mondo animale. Logorroica e amante delle discussioni costruttive, datele un argomento di conversazione a vostro rischio e pericolo!
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