Astro Bot Rescue Mission VR – Recensione – PS4 VR

Astro Bot Rescue Mission – recensione di LaraPadawan

Il platform è stato un punto fermo nel mondo videoludico per decenni e per una buona ragione. Capire la meccanica del genere è semplice e veloce, offre l’opportunità di creare mondi affascinanti che vale la pena esplorare, e per qualche motivo è semplicemente super divertente far saltare qualcuno (o qualcosa) al tuo comando, tutto questo e molto altro, è Astro Bot Rescue Mission

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Astro Bot Rescue Mission – Meccaniche classiche per tecnologie odierne

Pubblicato da Sony Interactive Entertainment e Sviluppato da SIE Japan Studio, Astro Bot Rescue Mission è disponibile dal 2 ottobre 2018 in esclusiva PlayStation 4 VR.

Astro Bot Rescue Mission prende quindi le vecchie tradizioni dei platform di un tempo e le fa sentire nuove e fresche grazie al modo in cui le combina con l’ausilio della realtà virtuale, ponendo il giocatore in un mix interessante di passato e presente. 

L’esperienza è davvero interessante ed è un’eccellente vetrina per come la realtà virtuale può migliorare e cambiare un’esperienza di gaming “familiare”.

Sì perchè il coinvolgimento totale è così forte da rendere questo gioco un must have per tutti i possessori di un visore per la realtà virtuale Sony.

Astro Bot Rescue Mission – Sembra un gioco per bambini ed invece il livello di sfida è elevato

Partiremo con una intro che ci servirà ad immergerci nella storia del gioco. Alcuni robot saranno infatti attaccati da un’entità aliena che farà disperdere nella galassia alcuni robot, insieme ai pezzi della loro astronave madre, finendo in cattive mani.

Da quest’incipit andremo alla scoperta dei cinque mondi di gioco, tutti differenti tra loro, al fine di completare un’avventura che si rivelerà appagante e sempre divertente durante tutto lo scorrere degli eventi.

Ogni mondo di gioco avrà a sua volta dei livelli, proprio come in ogni buon vecchio platform che si rispetti (qualcuno ha detto Super Mario? ndr), ci si pareranno di fronte per permetterci di recuperare tutti i robot dispersi.

Lo stile cartoonesco divertente a questo punto non deve trarre in inganno… Siamo di fronte ad un titolo con un livello di sfida tutt’altro che basso. Spesso e volentieri infatti i robottini saranno nei posti più impensabili, e impiegheremo del tempo per trovarli.

Ad implementare il gameplay una serie di extra niente male. 

Uno è rappresentato dalle monete che potremo trovare ingame e spendere nella navicella madre, nella quale torneremo tra un livello e l’altro e dove potremo divertirci con i robot salvati nel corso dell’avventura o giocare alla classica pesca ad artiglio delle sale giochi, dove potremo pescare i collezionabili di gioco.

Avremo inoltre le sfide. Sbloccabili nel corso dei livelli normali, con sessioni che si differenzieranno parecchio rispetto a quelle classiche, spezzando la routine di gioco e creando diversivi che alimentano la longevità del titolo e consentono di mantenere sempre alti l’attenzione ed il livello di divertimento.

Last but not least ci saranno le boss fight, contro mostruosità molto più grande di noi, non difficilissime, ma sicuramente da affrontare con la testa, cercando di memorizzare al più presto i pattern d’attacco del nemico di turno.

Calcolate che siamo di fronte ad un gioco che vi porterà via circa 6 ore per la campagna principale e tante ore in più per questi extra appena elencati.

Astro Bot Rescue Mission – Manuale su come sfruttare un VR

I ragazzi di Japan Studio hanno capito come sfruttare la realtà virtuale al mille per mille, c’è poco da dire.

Potremo infatti controllare il nostro robottino e farlo interagire con il mondo circostante in maniera naturale e convincente, muovendoci con il controller, ma il visore sarà poi il vero protagonista, andandoci a rendere partecipi di avventure sempre nuove e sempre diverse, livello dopo livello… Dalle classiche sezioni di salti e corse su piattaforme più o meno mobili, a sezioni di corsa su binari e tanto altro.

L’interazione con l’ambiente sarà vitale, sia per completare al meglio la ricerca dei dispersi, sia per distruggere tutto quanto possa essere d’intralcio al nostro cammino.

Il controller sarà visibile durante il gioco e sarà anche trasformabile, con l’ausilio di alcuni gadget extra, diventando all’occorrenza un’arma o un rampino.

Tutte queste trovate si muovono in perfetta sinergia ed equilibrio portando l’immersività a livelli altissimi.

L’insieme di queste cose è inoltre aiutato da un comparto tecnico di primissimo livello, con un’ottimizzazione perfetta delle interazioni tra gioco e visore e la totale assenza (almeno nella nostra prova) di malessere da movimento.

Colori vivi e sgargianti e tanta diversificazione di sprite ed ambienti rende il gioco una vera e propria esperienza multisensoriale.

Ad aiutare ancor di più un sonoro 3D che ci permetterà di poterci fermare e tendere l’orecchio per ascoltare i robottini dispersi, capire in che direzione andare per trovarli o dove sono nascosti quando siamo nei paraggi.

Insomma tutto fila liscio, senza rallentamenti, senza problemi, con animazioni fluide e ben congegnate. 

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Valerio "Raziel" Vega: Napoletano a Roma, Tecnico Ortopedico di giorno, Retrogamer compulsivo di notte. Creatore del progetto Nerdream, amante del cinema, delle serieTV, dei fumetti e di tutto ciò che è fottutissimamente NERD, sogna una vecchiaia con una dentiera solida ed il pad di un NES tra le mani. Il suo motto è “Ama il prossimo tuo come hai amato il tuo Commodore64”