Demon Slave – Recensione – Panini Planet Manga

Dopo il successo riscosso col filone di Akame ga Kill! il sensei Takahiro ritorna sulla scena con la sua nuovissima opera Demon Slave, un ecchi fantasy che già dal primo volume dimostra di avere un certo carattere.

Demon Slave – Recensione – Informazioni Generali

Dopo l’annuncio a Lucca Comics and Games, a partire dal 10 di Marzo è finalmente disponibile Demon Slave, manga edito dalla Panini Planet Manga che si presenta a noi all’imperdibile prezzo lancio di 1 euro.

A valorizzare la storia del sensei Takahiro, troviamo al disegno la mano esperta del sensei Takemura (disegnatore di un’altra opera piuttosto conosciuta “Tre Ragazze Scatenate”).

Demon Slave – Recensione – Trama

In Giappone in seguito all’apparizione di alcuni portali è possibile accedere ad una dimensione parallela, il Mato, dove vivono creature mostruose e demoniache. L’unica possibilità di salvezza sembrerebbe legata a dei frutti, i “momo”, che conferiscono dei poteri sovraumani solo alle donne.

In questo mondo devastato dal terrore, il giovane Yuuki, accidentalmente finito nel Mato verrà salvato dalla giovane e ambiziosa Kyouka, capo della settima truppa dell’elite delle Mabotai (le squadre di combattimento anti demoni). In una situazione di emergenza però, Kyouka è costretta ad applicare il suo potere su Yuuki. Questo la convincerà a prendere il ragazzo come suo schiavo (lautamente ricompensato).

Personaggi e Disegni

I personaggi presentati sono fondamentalmente 5. Oltre Yuuki e la sua nuova padrona infatti, vengono presentati gli altri membri della squadra, rigorosamente tutte donne tra le quali troviamo la piccola Nei, la fredda Himari e l’alternativa Shusu. La caratterizzazione è ancora superficiale, ma è possibile trovare qualche tratto identificativo in alcuni dei personaggi. Nei infatti è la classica loli del gruppo, Himari invece è la perfetta rappresentazione della Tsundere.

Il sensei Takemura ci regala un disegno morbido. Le figure infatti sono delicate e anche i demoni più brutti conservano morbidezza e gentilezza nel tratto. Uno stile di disegno che si adatta molto bene a questi personaggi che per la maggior parte sono femminili.

Conclusioni

Parliamo di un manga che offre molta qualità e poche sbavature per cui partiamo subito dall’unica nota negativa di questo Demon Slave. Nei primi due capitoli vengono elencati diversi tecnicismi legati alla storia, parole come Mato, momo, Mabotai, kunado, che letti in rapida successione tendono a disorientare il lettore. Proseguendo nella storia queste parole vengono ridistribuite in tutto il volume in maniera più omogenea cancellando quest’impatto ubriacante.

Quello che invece stupisce è l’egregio lavoro di “taglio e cuci” svolto dal sensei Takahiro, il quale prendendo e unendo sapientemente il buono di diverse altre opere ottiene un risultato funzionale ma soprattutto bello da leggere. Ma quali sono le opere che possiamo rivedere nel manga del sensei Takahiro? In primis Akame ga kill, storia principe del mangaka. Ritroviamo poi rimandi ad opere come The Quintessential Quintuplets, dal quale riprende l’impostazione ad harem e la caratterizzazione piuttosto simile di alcuni suoi personaggi. Il giuramento di vendetta ad un nemico molto potente sembra richiamare alla mente la promessa fatta in Chainsaw Man da alcuni suoi personaggi. Infine, Darker Than Black, un’opera in cui, come in Demon Slave, in seguito all’utilizzo dei propri poteri era richiesto un pagamento.

 

Estremamente apprezzata la critica sociale che sottilmente il sensei rivolge alla nostra società invertendo le figure di uomo e donna (l’uomo diventa donna succube della disparità tra i sessi, la donna diventa l’uomo con tutti i suoi privilegi). Ottimo il plot twist di fine volume che ci si aspetta solo per metà, offrendo un ottimo ending per incuriosire il lettore.

Concludiamo dunque la recensione attribuendo a questo puzzle ben costruito un voto di 8 (tramutato in un 4 per adattarsi alla votazione da 1 a 5 richiesta dal sito).

E voi cosa ne pensate di questo Demon Slave? Fatecelo sapere nei commenti!

 

 

Lorenzo Filipponi per gli amici "Phil", classe '98, ha prima imparato a tenere in mano un mouse e poi a camminare. Appassionato di ogni tipo di videogiochi ha raggiunto l'apoteosi con la serie dei Souls, seppur non disdegna affatto giochi di stampo competitivo. La scoperta di anime e manga gli sottrae anche l'ultima parte non nerd rimasta. Questi suoi interessi lo portano a pensare che divertendosi avrebbe potuto contemporaneamente creare dei contenuti da condividere con gli altri, intraprendendo la strada dello youtuber e dello streamer. Constantemente alla ricerca del miglioramento spera di realizzare qualcosa che possa essere apprezzato da chi condivide le sue stesse passioni, ma ora deve andare: "Passo e chiudo. El Psy Congroo".
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