Onimusha: Warlords – Recensione – XBOX ONE, PS4, NINTENDO SWITCH, PC WINDOWS

Onimusha: Warlords – recensione di Andrea “Kobla” Panicali

Capcom ha deciso di iniziare con il botto il 2019, dapprima la versione dimostrativa “one shot” del remake di Resident Evil 2, la cui versione completa uscirà il 25 Gennaio, per poi riportare in auge una saga che molti davano per morta, Onimusha, con il remake del primo, intramontabile, Onimusha: Warlords.

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Onimusha: Warlords – La trama

Onimusha è una delle serie più amate dai videogiocatori dei primi anni 2000, aprendo la strada al Giappone medioevale, ai samurai, ai demoni, a tutto ciò che concerne il mondo orientale, utilizzando scelte tecniche che erano un “marchio di fabbrica” per Capcom.

Ma com’è questa versione rimasterizzata?

La trama è esattamente la stessa del videogioco uscito ben 18 anni fa su Playstation 2: Samanosuke, samurai al servizio del clan Saito, dovrà salvare la Principessa Yuki, con la quale condivide un rapporto che sembra andare oltre l’amicizia. Nel corso della campagna, il samurai si troverà ad esplorare una fortezza maledetta, combattendo contro orde di demoni pur di trarre in salvo la Principessa.

La trama, come nel titolo originale, non ha una durata lunga, difficilmente si supereranno le quattro ore, a meno che non ci si metta ad esplorare tutta la mappa per una questione di completezza, ma se si dovessero seguire le vicende primarie, il gioco si potrà concludere agevolmente in un pomeriggio.

Onimusha: Warlords – Cosa è cambiato dunque?

Il titolo mantiene ancora il fascino visivo, seppur siano passati 18 anni ed il salto generazionale sia evidente, ma la capacità di Capcom, nel lontano 2001, fu proprio quella di immedesimare il giocatore con una narrazione curata sotto ogni aspetto e cutscene sviluppate con una CGI all’avanguardia per i tempi.

Le texture non hanno subito modifiche, ma solo un “restyling” in alta definizione, così come il doppiaggio e la colonna sonora, totalmente risuonata e ridoppiata, confermando l’importanza che Capcom stessa abbia affidato al titolo.

Il gameplay è, probabilmente, la parte che ha subito il cambiamento più radicale.

La visuale è rimasta la stessa, testata, rodata e ottimamente valutata già nei primi tre capitoli di Resident Evil e Dino Crisis; la cosa che ha subito il cambiamento più importante risiede nel movimento di Samanosuke e di Kaeda, ora affidate all’analogico sinistro. Un intervento necessario per rendere il titolo più fruibile, ma non progettato inizialmente nel 2001, dove i movimenti erano relegati alle croci direzionali. La conseguenza è una semplificazione nei combattimenti, soprattutto contro i boss, quasi abbandonando alcuni comandi secondari come lo scarto laterale in favore di movimenti obliqui e “fluidi”. Il movimento con l’analogico ha permesso anche una gestione migliore dei poteri demoniaci di Samanosuke.

Onimusha: Warlords – Power-UP!

Poteri che il samurai trae da un guanto Oni il quale gli permette di assorbire le anime dei nemici. Queste possono essere di tre tipi: rosse (Spendibili per i potenziamenti), blu (Recupero energia per i poteri) e gialle (Recupero vita). I poteri presenti sono tre, legati ad altrettanti tipi di armi da taglio: fulmine, vento e fuoco. Oltre a queste sarà possibile usare armi a distanza come l’arco ed il fucile. Anche qui c’è da tenere in considerazione che l’uso dell’analogico aiuta non poco nella mira.

Una delle tante cose lasciate invariate, invece, è la quasi totale assenza di checkpoint, in favore di determinati punti fissi di salvataggio interagibili tramite gli “Specchi Oni“. Gestire i salvataggi sarà di vitale importanza sia per i boss sia per gli enigmi, rimasti tali e quali a 18 anni addietro.

C’è da notare, però, come in alcune fasi si senta la mancanza di un checkpoint nel momento antecedente una bossfight; prima di ogni scontro con un personaggio importante, parte sempre una cutscene che in alcuni casi può essere anche di una discreta durata, e qualora si dovesse trovare la morte in uno di questi fight, si è costretti a ripercorrere un determinato percorso e rivedere la stessa scena senza possibilità alcuna di saltarla. È successo, ad esempio, che con un boss piuttosto “ostico” si rivedesse la scena in CGI per almeno 5-6 volte. Una piccolezza che quasi non lede un gioco che ha letteralmente fatto la storia.

Il level design è curato sotto ogni aspetto, stringendo all’osso praticamente tutti i caricamenti mostrando, ancora oggi, come un gioco di questo genere debba essere sviluppato.

Le fasi più noiose di tutto il gameplay, così come nel titolo originale, sono quelle in cui si impersona Kaede, compagna d’arme di Samanosuke, relegata alle sole fasi di esplorazione (Poche tra l’altro) e recupero oggetti.

Un dualismo che non funzionò allora e non funziona neanche oggi. La versione remastered di Onimusha: Warlords è disponibile su XBOX, PS4, NINTENDO SWITCH e PC WINDOWS tramite la piattaforma STEAM.

Chissà che questo non sia il segnale da parte di Capcom di voler riportare in auge tutta la saga di Onimusha.

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Proveniente dalle onde marittime di Roma, o meglio Ostia, è un grande appassionato di videogiochi, serie tv, film e libri thriller. Cresciuto a suon di pizza, pasta e videogiochi, si è guadagnato il rispetto tra i più famelici mangiatori d'Italia.
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