Road House – Prime Video – Recensione (quasi) NO SPOILER

Road House – Recensione

Il duro del Road House

Road House nasce come remake del film omonimo del 1989, con Jake Gyllenhaal al posto di Patrick Swayze, contrapposto a Conor McGregor, al suo esordio da attore. Il film cerca di mantenere e ripresentare le atmosfere scanzonate tipiche del cinema degli anni ’80, ma ponendole in un contesto più moderno. Con, tuttavia, pregi e difetti vari.

La trama infatti è molto semplice (non che sia un problema in questi prodotti), così tanto che i punti di forza gravitano tutti intorno ai personaggi. Per questo motivo questa recensione è “quasi” spoiler free: non c’è veramente molto di cui parlare, senza rischiare di svelare elementi del film.

Il personaggio di Jake Gyllenhaal (Elwood Dalton) è un ex combattente dell’UFC in un periodo buio della propria vita, a causa di vicende del ring. Per sbarcare il lunario si imbuca in combattimenti clandestini, facendo scappare gli avversari grazie alla sua sola presenza (di fatto mi chiedo chi sarebbe disposto a scontrarsi con un ex lottatore professionista).

Viene assunto dalla proprietaria di una roadhouse il quale nome è Road House (in pieno stile “Enigmi” in How I met your mother), che gli chiede di lavorare nella security. Il locale infatti è centro giornaliero di varie risse, generate da loschi figuri della zona.

Dopo aver dato prova delle sue abilità, la malavita locale decide di dargli una lezione, affidandosi ad un individuo capace di tenergli testa. Ovvero un certo Knox (interpretato da Conor McGregor).

“PICCOLO” PREVEDIBILE SPOILER

Che effettivamente sconfigge Elwood nel loro primo combattimento, ma nel finale il nostro eroe riesce ad avere la meglio, e a sconfiggere il tanto temuto avversario.

Un film con poche pretese

C’è un motivo se Amazon ha preferito rilasciare il film solo in home video. Gira infatti voce che la produzione abbia dovuto decidere tra una diffusione cinematografica ed una in streaming. Con la promessa di un budget più “gonfio” in caso di rilascio in streaming (60 contro 85 milioni per la produzione).

Con una maggiore disponibilità economica c’è quindi la possibilità di osare di più, di tentare e sperimentare, e così è stato fatto. Ogni combattimento presenta infatti una buona percentuale di CGI, specialmente nei momenti topici. Il problema però è che la CGI non è delle migliori. I combattimenti dunque diventano dei filmati  di transizione da videogioco. Fin troppo finti e “veloci”, scattanti, con movimenti (nel gesto e nell’esecuzione) poco naturali, degni della bukimi no tani.

I personaggi di contorno, poi, risultano essere più che altro dei cartonati che arricchiscono la scena. Scritti in maniera “pigra”, non donano molto al piccolo mondo che si vuole mostrare.

C’è però di positivo che il personaggio di Jake Gyllenhaal è quantomeno divertente e si muove dominando completamente la scena. Un plauso anche a Conor McGregor, che nel film sembra posseduto dallo spirito di Andy Serkis. Un cliché su gambe, ma è perfetto per il ruolo (e proprio per questo va bene lo stesso! cit.).

JAKE GYLLENHAAL stars in ROADHOUSE Photo: LAURA RADFORD © AMAZON CONTENT SERVICES LLC

Ne vale la pena?

Sni. Nel senso: se si vogliono passare 2 ore spensierate, guardando botte da orbi (nonostante i combattimenti “rovinati” dall’aggiunta di quel tipo di CGI), sgranocchiando snack croccanti molto poco salutari, alla modica cifra di un abbonamento Amazon Prime, il film è la scelta che fa per voi. Stessa cosa se volete solo passare 2 ore in compagnia di Jake Gyllenhaal che picchia i cattivi ragazzi (come nel caso del sottoscritto). Se invece si cerca un film più studiato ed intricato, ahimè, non troverete pane per i vostri denti; ma è anche vero che non era proprio nel menù!

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Da sempre appassionato di cinema (meglio se horror/slasher e sci-fi), serie tv, libri, anime e manga, musica (meglio se metal) e qualcosina di gaming. Vive nel suo piccolo mondo felice, completamente dissociato dal mondo, rischiando di perdersi l'80% delle nuove uscite. Ph'nglui mglw'nafh Cthulhu R'lyeh wgah'nagl fhtagn.
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