Swordcrafters – Recensione – Little Rocket Games

Swordcrafters – Recensione

In Swordcrafters i giocatori saranno impegnati utilizzando gemme e ferro per ottenere delle combinazioni atte a forgiare le migliori spade possibili che forniranno loro maggior prestigio e punti vittoria. Quando si forgiano spade le dimensioni contano, ma anche la qualità ha la sua importanza. Chi forgerà la spada migliore per il Re?

Swordcrafters è un gioco family/filler da 1 a 5 giocatori per una durata di circa 30min a partita. Creato da Ryan Lambert, Chris Neuman (II) e Adam Rehberg

Illustrazioni: Rodrigo Camilo Alves De Almeida, edito in Italia dalla Little Rocket Games al costo di 34,90€.

Swordcrafters – Recensione – Materiali:

All’interno della scatoletta, della giusta dimensione e già compartimentata in maniera efficiente, troverete 5 Pomoli Spada, 10 Else, 18 carte Magia Spada, 10 carte per Variante Solitario, 1 segnalino Primo Giocatore, 1 Tessera Forgia, 1 Tabelloncino Segnapunti, 10 Segnalini Giocatore, 91 Tessere Spada. Un contenuto di tutto rispetto.
Le carte sono di buona qualità e restituiscono un buon feeling alla mano, le componenti in cartoncino, le vere protagoniste, sono anche esse di buona qualità, ma richiedono un po’ di cura nel maneggiarli. Il gioco, basandosi sulla costruzione e quindi l’incastro fisico dei pezzi, se usato alla lunga da persone non inclini alla delicatezza, potrebbe causare l’usura e il danno di alcune tessere, soprattutto delle Else.

Swordcrafters – Recensione – Meccaniche di gioco:

Il gioco, come scritto precedentemente, si esaurisce nel corso di 6 round  divisi in tre fasi, di cui le principali: il taglio e la presa.

Le tessere, all’inizio di ogni round, verranno disposte in una griglia di dimensioni variabile a seconda del numero dei giocatori (intelligentemente rappresentata nel tassello primo giocatore), poi, durante la fase di taglio a partire dal primo giocatore, verranno effettuate delle divisioni di questa griglia, formando gruppi di tessere.
I tagli potranno essere fatti solo ortogonalmente e si dovranno formare solo due gruppi da uno. Questo comporterà che, alla fine della fase di taglio, saranno presenti sul tabellone tanti gruppi di tasselli pari al numero di giocatori più uno. Nella fase successiva, a partire sempre dal primo giocatore, si andrà a prendere un gruppo di tessere le quali dovranno essere montante sulle propria spada.

Alla fine del sesto e ultimo round si andrà a fare la conta dei punti considerando: la lunghezza della spada, set di colore maggiore per lato e il conseguimento dei tre obiettivi di fine partita pescati casualmente (o scelti) durante il setup.
Le diverse combinazioni di obiettivi contribuiscono a differenziare le partite e ad aumentare la longevità, di per se non eccelsa, ma giustamente inquadrata per il suo target.
Personalmente consiglio, se siete già giocatori con una buona dose di esperienza, di passare subito alle richieste più difficili. Presente anche la modalità per giocatore solitario, ormai d’obbligo; un’aggiunta apprezzata, utile principalmente per prendere confidenza con il gioco prima di presentarlo al gruppo.

Swordcrafters – Recensione – La mia esperienza di gioco:

Come family game, Swordcrafters non è affatto banale.
Le due fasi principali ovvero il taglio e la scelta dei gruppi di tessere sono il cuore del gioco. La divisione della griglia, a seconda di come si è piazzati nel turno, può incidere sulle sorti della partita. Essere ultimi di turno significa effettuare l’ultimo taglio e avere la possibilità di dividere un gruppo di tessere piuttosto ghiotto, ma significa anche scegliere tra gli scarti di tutti i giocatori. Essere primi, al contrario, conferisce il notevole vantaggio della prima scelta, ma si deve eseguire in maniera furbetta la prima divisione, cercando di anticipare le scelte altrui.

Ho trovato molto divertente questa meccanica che spinge ad intralciare e subire i dispetti degli altri giocatori. La presenza della tessera che permette di essere primo giocatore il turno successivo, dona inoltre più spessore, rinunciando magari ad un gruppo di tessere migliori in favore di poter guidare il turno successivo. Ho trovato la parte di costruzione simpatica, ma meno incisiva di quanto mi aspettavo, questo dovuto anche ad un mio problema di difficoltà nell’orientarmi.

Nel gioco la manipolazione della spada è importante, ma la necessità di dover ruotare diverse volte la spada per cercare di combinare i set di gemme nel miglior modo possibile mi ha leggermente disorientato nelle diverse partite.
Ciò che per me è risultato un problema, invece è stato ben accolto da altri giocatori al tavolo. La gestione del punteggio finale può risultare macchinosa quando si devono cercare gruppi di tre colori disposti in quattro lati, niente di preoccupante, ma rallenta leggermente il fine partita.
Quando si va a costruire la spada consiglio di concentrarsi su massimo un paio di obiettivi alla volta, almeno le prime partite, per non rischiare di incastrarsi in quello che effettivamente è un puzzle tridimensionale. Rimane un gioco con cui ho avuto delle esperienze generalmente positive, grazie a semplici meccaniche che garantiscono piacevoli dinamiche.

Luca "delle Fiandre" - Classe '85, cresciuto a pane, Starquest, Master System, Armata delle Tenebre e Nesquik. Attualmente concentrato sulla pittura di miniature e giochi da tavolo. Giocatore onnivoro, collezionista di sconfitte, pledge manager e figuracce.
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